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Festività civili: la Manovra le sposta alla domenica, a rischio i ponti

I ponti del 25 aprile, primo maggio e 2 giugno a rischio: la Manovra consente al Presidente del Consiglio dei Ministri di spostare le festività civili alla domenica per aumentare il Pil. Ma ci saranno danni al turismo.
A cura di Antonio Barbato
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primo maggio, 2 giugno, 25 aprile

I ponti del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno a rischio dal 2012. Ogni anno per i lavoratori queste tre date rappresentano l’arrivo del tanto desiderato ponte di primavera che, con le prime giornate di caldo, molto spesso è utile per andare al mare. Ebbene sì, dal 2012 i ponti potrebbero sparire. Basterà un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che, decretando lo spostamento della festività civile alla domenica, destinerà quei giorni al lavoro e alla produttività nazionale, come una delle misure per combattere la crisi.

Le festività a rischio sono quelle civili (la festa della Liberazione del 25 aprile, la festa dei lavoratori del primo maggio e la festa della Repubblica del 2 giugno), non le festività religiose (capodanno, epifania, lunedì di pasquetta, ferragosto, il Natale, Santo Stefano). Sui Santi patroni il Governo tratterà con il Vaticano.

L’articolo della Manovra economica sulle festività

L’art. 1 comma 24 della Manovra economica, il Decreto Legge n. 138 del 2011 recita così:

A decorrere dall'anno 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 30 novembre dell'anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le festività introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede, nonché le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni in modo tale che, sulla base della più diffusa prassi europea, le stesse cadano il venerdì precedente ovvero il lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica.

Pertanto ogni anno, entro il 30 novembre, il Consiglio dei Ministri stabilirà le date, facendo cadere le festività civili (il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno), il venerdì precedente o il lunedì seguente la domenica successiva, o la domenica successiva. Ma il Ministro dell’Economia Tremonti in conferenza stampa si è sempre riferito allo spostamento delle festività alla domenica successiva, è questa la reale intenzione del Governo.

La retribuzione delle festività di domenica

La ratio legis dello spostamento alla domenica delle festività civili è quello di aumentare la produttività del paese: tutti al lavoro nei giorni da sempre destinati ai ponti. E se da un lato ci sarà una riduzione delle giornate dedicate alla famiglia, alla vacanza e al recupero psico-fisico, dall’altro lato ci saranno delle giornate in più lavorate e la retribuzione per le festività spostate alla domenica.

Infatti, le festività civili non sono soppresse ma viene fatto in modo che "coincidano" con la domenica. Ne consegue che il trattamento economico per i lavoratori sarà quello delle festività coincidenti con la domenica (la giornata di riposo) stabilito dai contratti collettivi. Normalmente è una quota aggiuntiva di retribuzione pari a 1/26 della retribuzione mensile per i lavoratori retribuiti in maniera fissa, come gli impiegati, o pari a 6 ore e 40 per i lavoratori retribuiti ad ore, come gli operai.

Risparmio effettivo e danni al turismo

E’ lo stesso Ministro dell’Economia Tremonti ad ammettere che “La riduzione del numero dei ponti mi dicono possa incidere per lo 0,1% del Pil, ma penso che sia difficile fare stime precise”. Al risparmio voluto dal Governo si contrappone il danno al turismo per la cancellazione dei ponti, o per la riduzione delle giornate di vacanza.

La Federalberghi segnala che per il ponte del 25 aprile si sono mossi in media 6 milioni di italiani con un fatturato di 2 miliardi. Per il ponte del primo maggio si sono mossi in media 6 milioni e mezzo di italiani con un fatturato di un miliardo e mezzo, mentre per il ponte del 2 giugno si sono mossi 8 milioni di vacanzieri con un fatturato di oltre due miliardi. Il totale è di ben 20 milioni di turisti ed un grosso fatturato. Dal 2012, tutto ciò è a rischio per l’economia del Turismo.

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