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Lo status di familiare a carico per il diritto alle detrazioni fiscali

Per la detrazione fiscale per figli o coniuge a carico, o altri familiari, è necessario presentare una richiesta ed attestare un loro reddito complessivo inferiore a 2.840,51 euro, al netto degli oneri deducibili. Vediamo quando c’è lo status di familiare a carico, quali redditi sono da considerare e come si attesta il diritto all’agevolazione fiscale.
A cura di Antonio Barbato
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quando un familiare è a carico fiscale

I contribuenti italiani che hanno a proprio carico dei familiari possono richiedere le detrazioni fiscali per carichi di famiglia. I figli a carico, il coniuge a carico e gli altri familiari danno diritto ad un’agevolazione fiscale consistente nell’abbattimento dell’importa lorda Irpef da pagare annualmente sul proprio reddito complessivo. A tal  fine, condizione necessaria per il diritto alla detrazione è il possesso dello status di familiare a carico del figlio, della moglie o del parente convivente con il contribuente che fa richiesta di detrazione.

Lo status di familiare a carico si possiede se il familiare interessato ha un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro. Vedremo in questo articolo però come si calcola il reddito e come si fa a controllare se il familiare può essere inserito “a carico” in busta paga o nel modello 730.

Riveste infatti particolare importanza capire quali sono i familiari a carico, oltre i figli e la moglie o il marito, per i quali è possibile richiedere le detrazioni fiscali per carichi di famiglia, quali sono le condizioni dettate dal TUIR e dal legislatore per poter considerare un familiare fiscalmente a carico. Detrazioni che possono essere oggetto di richiesta al proprio datore di lavoro attraverso il modulo detrazioni oppure essere utilizzate in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730 o, per alcuni, con il modello Unico Persone fisiche. Approfondiamo questi aspetti.

Quali sono i familiari a carico

I familiari fiscalmente a carico sono quelli indicati nell’art. 433 del codice civile ossia i seguenti soggetti:

  • il coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
  • i figli compresi quelli naturali riconosciuti;
  • i figli adottivi e gli affidati o affiliati;
  • i genitori, gli adottanti, i generi e le nuore, il suocero e la suocera;
  • i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, che convivano con il contribuente o per provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.

L’art. 12 del TUIR che disciplina le detrazioni per carichi di famiglia prevede le seguenti detrazioni:

Tutte queste detrazioni spettano solo ed esclusivamente se il familiare è nella condizione di essere a carico. Quindi è necessario calcolare bene il reddito dei familiari interessati.

Lo status di familiare a carico: il reddito non superiore a 2.840,51 euro

Le domande che frequentemente interessano i contribuenti sono le seguenti: quali sono i requisiti per le detrazioni per coniugi a carico o figli a carico? Ho la moglie disoccupata a carico del marito o il marito disoccupato a carico della moglie, quanto spetta in busta paga? oppure quando un figlio è carico? Per essere fiscalmente a carico, quali sono i requisiti?

Ecco quando il coniuge è a carico. Ecco quando i figli sono fiscalmente a carico:

Per aver diritto alle detrazioni per carichi di famiglia, il contribuente interessato all’agevolazione fiscale deve produrre una richiesta. Il contribuente non è legittimato a fruire della detrazione d’imposta per la sola presenza del familiare nello stato di famiglia, ma è necessario un requisito reddituale del familiare oggetto di richiesta. La richiesta da fare al datore di lavoro è presentare il modello detrazioni.

Non esiste una definizione di familiare a carico, ma esiste un reddito annuo oltre il quale la moglie, il marito o il figlio non è più fiscalmente a carico e quindi, nell'eventualità, bisogna presentare il modulo detrazioni al datore di lavoro modificando i carichi familiari.

Lo status di familiare a carico è riconosciuto se nel corso dell’anno (quello d’imposta al quale si riferisce la richiesta di detrazione o al quale si riferisce la dichiarazione dei redditi, modello 730 o unico), i familiari  hanno posseduto un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al lordo egli oneri deducibili. Il reddito da prendere a riferimento è quello lordo, non il netto. Vanno però tolti gli oneri deducibili come ad esempio i contributi versati, le erogazioni liberali, ecc. Nel caso di un lavoro dipendente del familiare va preso a riferimento l’imponibile fiscale Irpef indicato nel modello di Certificazione unica (ex modello CUD) ricevuto dal datore di lavoro.

Il limite di reddito di 2.840,51 euro che consente di poter considerare un familiare a carico oppure no, va considerato in riferimento all’intero periodo d’imposta, ossi a l’intero anno. Non sono fiscalmente rilevanti i periodi durante l’anno nei quali è stato prodotto tale reddito. Se al termine del periodo d’imposta il suddetto limite è stato superato, il familiare non può essere considerato a carico del contribuente richiedente e quindi non sono legittimamente riconosciute le detrazioni fiscali per familiari a carico. E questo neppure per la parte dell’anno in cui il familiare era privo di un reddito.

Esempio. Se un padre è intenzionato a chiedere, nel modello 730 da presentarsi a metà anno ma che riguarda l'anno precedente, le detrazioni per figlio a carico, ma il proprio figlio, pur non avendo lavorato per tutto l'anno precedente ma fino ad ottobre, ha avuto nei mesi di novembre e dicembre dell'anno precedente un contratto a termine di due mesi per un incasso di 3.000 euro di imponibile Irpef, come da modello di Certificazione Unica ricevuto dal figlio dal suo datore di lavoro, la detrazione fiscale per figlio a carico non spetta, essendo stato superato dal figlio, nell’arco del periodo d’imposta (anno precedente), il reddito di 2.840,51 che consente di ottenere lo status di familiare a carico.

Retribuzioni computate nel limite di reddito di 2.840,51 euro. Sono da computare nel calcolo, ai fini dell’individuazione del reddito complessivo entro 2.840,51 euro, anche i seguenti elementi retributivi:

  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità. Si tratta dei vecchi e nuovi contribuenti minimi;
  • il reddito d’impresa o di lavoro autonomo soggetto ad imposta sostitutiva sulle nuove attività produttive;
  • il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca;
  • la quota esente prevista per i redditi di lavoro dipendente prestato all’estero in zone di frontiera e in altri Paesi limitrofi, nel caso in cui la prestazione venga fornita in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto da soggetti residenti in Italia (cosiddetti lavoratori frontalieri);
  • le retribuzioni corrisposte da enti e organizzazioni internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica.

Esclusi i redditi a tassazione separata. Tra i redditi esenti per i familiari a carico ci sono quelli da tassazione separata. Non sono da considerare nel calcolo del reddito complessivo, al fine della verifica della condizione di familiare a carico, i redditi assoggettati a tassazione separata (circolare n. 55/e del 20 giugno 2002).

Assegno di reversibilità e detrazioni per familiari a carico. Un contribuente titolare di assegno di reversibilità può fruire delle detrazioni per il figlio e la nuora a carico se ciascuno di questi non percepisce redditi superiori a 2.840,51 euro. Il requisito della convivenza è però necessario soltanto per la nuora e non per il figlio. 

Reddito del familiare a carico: nel computo solo l’abitazione principale

Ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi, nel calcolare il reddito del familiare a carico (che deve essere inferiore a 2.840,51 euro annui) il contribuente deve tener conto del reddito da fabbricati posseduti dal familiare a titolo di abitazione principale (prima casa), ma non dei redditi da immobili assoggettati ad Imu (seconda casa). Si tratta dell’effetto sostitutivo dell’IMU, vediamo in cosa consiste.

L’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 26/E del 7 luglio 2015 in materia di 730 precompilato ha risposto ad un quesito riguardante il rapporto tra l’IMU, l’abitazione principale ed il reddito dei familiari a carico. Più precisamente è da considerare nel calcolo del reddito di un familiare, per accertare se è a carico fiscalmente oppure no, solo il reddito da abitazione principale e non gli altri redditi da fabbricati, in quanto già assoggettati ad IMU.

Determinazione del reddito del familiare a carico in presenza di immobili assoggettati all’Imu. Il quesito nel quale è stato precisato questo aspetto importante nella valutazione della possibilità da parte del contribuente di inserire nella propria dichiarazione dei redditi un familiare a carico è il seguente: “L’Agenzia può confermare che nel reddito complessivo del familiare, che non deve superare i 2.840,51 euro per essere considerato fiscalmente a carico, non è da computare la rendita catastale riferita all’abitazione principale e sue pertinenze (come pure di eventuali altri immobili non locati e situati in comuni diversi da quello in cui si trova l’abitazione principale da questi posseduti), dato l’effetto sostitutivo Imu (circolare 5/E/2013)?

La risposta del Fisco:

“L’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 dispone che l’Imu sostituisce, per la componente immobiliare, l’Irpef e le addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari riferiti ai beni non affittati o locati soggetti ad Imu”. Pertanto sugli immobili per i quali si paga l’IMU non è dovuta l’Irpef e quindi il reddito di quel fabbricato non considerato nel calcolo del proprio reddito imponibile fiscale.

Continua la risposta dell’Agenzia delle Entrate: “L’effetto sostitutivo dell’Imu, meglio definito dalla circolare n. 5/E dell’11 marzo 2013, con la conseguente esclusione dalla base imponibile Irpef, incide, quindi, anche sulla determinazione del reddito complessivo del familiare, che non deve superare i 2.840,51 euro per essere considerato fiscalmente a carico.

Di conseguenza, il reddito complessivo di quest’ultimo deve essere calcolato senza tener conto della rendita catastale relativa agli immobili da questi posseduti e non locati qualora gli stessi siano soggetti ad Imu (e siano situati in un comune diverso da quello in cui si trova l’abitazione principale).

Diversamente, il reddito dei fabbricati adibiti ad abitazione principale e relative pertinenze, in quanto immobili per i quali non è dovuta l’Imu per l’anno 2014, va computato ai fini del calcolo del reddito complessivo del familiare. In quest’ultimo caso, tuttavia, ai fini della tassazione Irpef, spetta una deduzione dal reddito pari all’ammontare della rendita catastale dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze (art. 10, comma 3-bis, del Tuir).

Infine, qualora l’immobile adibito ad abitazione principale sia classificato nelle categorie catastali A/1, A/8, A/9 (appartamenti di lusso, castelli, ville, ecc.), l’Imu continua ad essere dovuta e, quindi, il relativo reddito non confluisce nel reddito complessivo del familiare in virtù dell’effetto sostitutivo dell’Imu”.

Richiesta della detrazione e attestazione del reddito del familiare

Chiarito quali sono i familiari che possono essere fiscalmente a carico e chiarito quali redditi sono considerati ai fini del limite di 2.840,51 euro, è importante chiarire in che modo il contribuente, richiedente la detrazione fiscale per carichi di famiglia, deve attestare il loro status di familiare a carico ed effettuare la richiesta di detrazioni fiscali per figli a carico, o coniuge a carico o per altri familiari a carico.

Il modulo detrazioni al datore di lavoro. Va subito precisato che l’attestazione è sotto la responsabilità del contribuente richiedente. Essa nel caso di lavoratori dipendenti può essere fatta al datore di lavoro sostituto d’imposta, attraverso la presentazione del modulo detrazioni firmato. Con questa richiesta al datore di lavoro, il lavoratore dipendente contribuente, su propria responsabilità, dichiara che il familiare non ha un reddito complessivo superiore a 2.840,51 euro e quindi possiede lo status di familiare a carico.

Sulla base di questa dichiarazione il datore di lavoro attribuisce la detrazione fiscale richiesta, nelle buste paga e mensilmente. La detrazione fiscale può essere quella per figli a carico, per coniuge a carico e per altri familiari. Il modulo detrazioni presentato va ripresentato successivamente solo se sono cambiate le condizioni familiari (ad esempio il figlio ha trovato lavoro e supera il reddito di 2.840,51 euro).

La richiesta di detrazioni nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico PF). Nel caso in cui nelle buste paga il datore di lavoro ha correttamente calcolato le detrazioni per tutto l’anno ma, a seguito del superamento del reddito nell’anno, il familiare considerato a carico per tutto l’anno in realtà non aveva diritto alla detrazione fiscale, il ricalcolo del proprio reddito senza le detrazioni fiscali va effettuato in sede di presentazione dei redditi, modello 730 o modello Unico. In sostanza se si ha avuto diritto ad un ammontare annuo di detrazioni fiscali per il familiare, si è fiscalmente obbligati alla restituzione dell’agevolazione fiscale usufruita nelle buste paga.

Oltre al caso appena descritto, il contribuente, oltre alla richiesta delle detrazioni al proprio datore di lavoro, può sempre attestare e richiedere la detrazione fiscale (per figli a carico, per coniuge a carico o altri familiari), con la sottoscrizione della dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Unico PF).

Calcolo e computo delle detrazioni per carichi di famiglia

Il computo delle detrazioni. L’art. 12 comma 3 del TUIR stabilisce che l’importo delle detrazioni deve essere rapportato ai mesi dell’anno per i quali i familiari sono rimasti a carico e competono dal mese in cui si sono verificate a quello in cui sono cessate le condizioni richieste. I periodi inferiori al mese sono comunque considerati per intero.

Per quanto riguarda i singoli calcoli delle detrazioni vi rimandiamo alle singole detrazioni fiscali:

Detrazioni fiscali per familiari residenti all’estero. Dal 2007 in poi a seguito della proroga annuale, i familiari residenti all’estero possono rientrare tra coloro sui quali un contribuente può richiedere la detrazione fiscale. Questo sia che è il familiare è in un paese dell’Unione Europea, sia che è un residente in un paese extracomunitario. Per maggiori informazioni vediamo le detrazioni per familiari a carico residenti all’estero.

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