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Rinnovo contratti degli statali: a rischio il bonus di 80 euro

Sono avviate le trattative per il rinnovo dei contratti degli statali, dopo anni di blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici. Ma c’è subito una grana per i sindacati: il rischio perdita del bonus di 80 euro, che annullerebbe gli aumenti in busta paga per la grossa fetta degli statali con uno stipendio lordo da 24 mila a 26 mila euro. Vediamo perché.
A cura di Antonio Barbato
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rinnovo stipendi statali

Da anni i dipendenti della Pubblica Amministrazione hanno le buste paga congelate per effetto della riforma Brunetta. Il blocco del rinnovo contratti degli statali, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, va tolto e le parti sociali hanno avviato le trattative per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Sono in corso riunioni all’Aran e non mancano le difficoltà. Una su tutte, che potrebbe incidere sull’effettivo aumento dello stipendio: il rischio perdita del bonus di 80 euro.

Le trattative sono avviate, dopo sei anni di buste paga degli statali congelate. La Sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 ha dichiarato illegittimo il blocco ma la norma non sarà retroattiva. Il Governo non ha nessuna intenzione di recuperare, anche solo in parte, i mancati aumenti determinati dal blocco. Per effetto della sentenza si parla di un riconoscimento di poco più di 10 euro lordi al mese sullo stipendio dei dipendenti pubblici.

Ma tornando alle trattative uno dei problemi da risolvere è quello relativo agli effetti dell’aumento contrattuale di alcuni dei dipendenti pubblici sul riconoscimento dei famosi 80 euro del bonus di Renzi.

Come funziona il bonus di 80 euro. Il credito Irpef, quale è il bonus Renzi, spetta in misura piena (960 euro annui e 80 euro di media al mese) solo a coloro che hanno una retribuzione imponibile fiscale fino a 24.000 euro. E tra i 24 mila e 26 mila di reddito lordo il bonus si riduce fino ad azzerarsi.

Rischio aumento netto in busta paga zero per i dipendenti statali. Gli effetti degli aumenti in busta paga post rinnovo contrattuale potrebbero neutralizzarsi per quella fetta importante dei dipendenti pubblici che hanno uno stipendio annuo lordo (sempre imponibile fiscale) tra i 24 mila ed i 26 mila euro (dagli insegnanti agli universitari, dai dipendenti delle regioni a quelli dei ministeri, ecc.). Si assisterebbe da un lato ad un aumento dello stipendio per effetto del rinnovo dei contratti e dall’altro lato ad una perdita progressiva degli 80 euro in busta paga, con il risultato che l’aumento dello stipendio non si realizza… sfuma, si neutralizza. E il netto in tasca reale percepito dal dipendente pubblico risulterebbe sostanzialmente invariato, nonostante il rinnovo contrattuale tanto atteso. Come in questi anni di blocco stipendi.

La ricerca della soluzione per i dipendenti pubblici con stipendio vicino ai 24-26 mila euro annui è sul tavolo delle trattative. I sindacati del pubblico impiego cercano una soluzione per evitare gli effetti dell’incrocio tra gli aumenti stipendiali e il bonus di 80 euro. Certamente non è possibile innestare nel TUIR una norma che neutralizzi tale effetto solo per i dipendenti pubblici, in quanto si creerebbe una disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati. E ciò è contrario ai principi costituzionali. Quindi il problema grosso c’è ed è di difficile risoluzione. Una beffa per una grande fetta di dipendenti pubblici che scalda il clima già infuocato intorno al rinnovo contrattuale degli stipendi degli Statali.

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