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Semplificazioni fiscali 2015: ecco le proposte presentate al MEF

I Consulenti del Lavoro, in occasione delle delega fiscale al Governo, hanno presentato delle proposte al MEF in materia di semplificazioni fiscali. Dalla razionalizzazione del calendario fiscale, all’abolizione della doppia comunicazione CU – 770, dalle modifiche agli studi di settore al raggruppamento delle imposte comunali e IMU, vediamo tutte le modifiche richieste.
A cura di Antonio Barbato
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delega fiscale

Il Governo ha ricevuto la delega per la revisione del sistema fiscale, con la legge n. 23 dell’11 marzo 2014 e sta dando attuazione a tale delega attraverso dei decreti legislativi sottoposti a parere parlamentare. In occasione di tali pareri, i Consulenti del Lavoro hanno lanciato le loro proposte presentate al MEF per le semplificazioni fiscali.

I professionisti chiedono una riorganizzazione del sistema tributario ed un razionalizzazione del calendario fiscale. Vediamo alcune delle proposte dei Consulenti del Lavoro che hanno lanciato per riorganizzare il sistema fiscale italiano.

Prima di tutto, la razionalizzazione del sistema tributario passa anche per una razionalizzazione delle scadenze fiscali, soprattutto riguardo le scadenze legate alle dichiarazioni fiscali, evitando la costante necessità di chiedere proroghe di termini (vedi la proroga del 770).

Sul calendario delle dichiarazioni fiscali (Unico persone fisiche, società di persone e società di capitali) viene chiesto un impegno formale a pianificare assieme ai consulenti del lavoro e altri professionisti le scadenze fiscali e amministrative in modo tale da non penalizzare le attività dei contribuenti e degli studi professionali. Viene chiesto di evitare proroghe concesse negli ultimi giorni (vedi proroga 770/2015), viene chiesto che eventuali proroghe di scadenze siano stabilite e rese ufficiali in tempo necessario ad evitare gravi disagi ai contribuenti e ai Professionisti.

Viene soprattutto chiesto di accentrare gli adempimenti in materia di dichiarazioni fiscali e imposte (pubblicazione del modello Unico, software studi di settore, aliquote comunali IMU e TASI) al mese di dicembre dell’anno precedente a quello di imposizione. In questo caso, le scadenze del 16 giugno e del 16 luglio (con maggiorazione dello 0,4%) sono assolutamente congrue.

L’intero impianto impositivo, dovrebbe quindi essere armonizzato e semplificato, in modo da permettere ai contribuenti di conoscere con congruo anticipo quale sarà la spesa che dovranno affrontare e quali adempimenti sono tenuti a porre in essere.

Viene richiesto un spostamento del termine (al 15 marzo per la presentazione ed al 31 marzo per la trasmissione telematica) riguardo le Certificazioni uniche, rilasciate dai datori di lavoro ai lavoratori entro il 28 febbraio, e per le quali è previsto un invio telematico entro il 7 marzo 2015. Bisogna considerare che entro il 28 febbraio scade anche il termine per effettuare i conguagli fiscali di fine anno e quindi 7 giorni per elaborare e inviare le CU 2015 sono troppo pochi.

Oltre alle modifiche dei termini per l’invio delle Certificazioni uniche, che raccolgono non solo i dati degli ex CUD ai dipendenti ma anche i dati dei lavoratori autonomi, viene chiesta anche una semplificazione del modello 770, visto che i dati in esso inseriti sono in gran parte quelli già inviati tramite le Certificazioni Uniche. Viene soprattutto richiesto di modificare il termine di scadenza per la presentazione del 770 dal 31 luglio al 30 settembre, evitando che vi sia una proroga ogni anno.

Viene chiesta anche una rivisitazione dei termini di scadenza di altre denunce periodiche la cui finalità non riguarda calcoli di imposte ma solo rendere notizie e informazioni all'Agenzia delle Entrate al fine di consentire controlli fiscali più mirati (es. accertamenti sintetici). È il caso, ad esempio, del c.d. “spesometro” la cui scadenza può essere successiva al modello Unico. Viene proposta una scadenza entro la fine del periodo d'imposta successivo. Analoga richiesta per la comunicazione dei beni ai soci.

Viene altresì chiesta l'estensione della proroga nel periodo di differimento feriale a tutti gli adempimenti, comprese comunicazioni di irregolarità del modello Unico.

I Consulenti del Lavoro chiedono la soppressione di alcuni adempimenti riguardanti fasce di contribuenti minori. Viene richiesto l’ innalzamento della soglia di esenzione dall'obbligo di invio della comunicazione annuale IVA nonché la soppressione dell’obbligo di redazione e presentazione del modello degli studi di settore per professionisti e lavoratori autonomi in genere.

Riguardo ai versamenti con modello F24, viene chiesto di consentire l’addebito dell’F24 su un conto corrente anche intestato a un soggetto/soggetti diversi dal contribuente.

In materia di IMU, TASI, addizionali all’Irpef ed altri tributi locali, adempimenti sempre più complessi vista la proliferazione di regole determinate da deliberazioni comunali relative ad aliquote, riduzioni, etc., viene chiesto il raggruppamento degli adempimenti IMU ed altri tributi locali la cui base imponibile è analoga, unitamente al modello Unico, intendendo far coincidere il pagamento del tributo con il pagamento delle imposte scaturenti dalla liquidazione della dichiarazione dei redditi. Inoltre, affinché si realizzi tale forma di semplificazione, le Amministrazioni Locali dovranno essere obbligate a deliberare le aliquote delle imposte locali entro la data del 31/12 dell’anno precedente.

Studi di settore. Riguardo agli studi di settore, che dovrebbero garantire un elevato grado di attendibilità ovvero rappresentare il più possibile la realtà imprenditoriale del singolo contribuente, i professionisti segnalano che non sono idonei allo scopo. Non solo, la giurisprudenza di legittimità ha bocciato la valenza degli stessi in più occasioni affermando che i dati comparativi non sono altro che parametri astratti e meramente statistici. Conseguentemente gli studi non sono stati ritenuti idonei se non confrontati da altri elementi desunti in contradditorio con il contribuente.

La proposta è quella di revisionare gli studi di settore per semplificarli, prevedendo sia la riduzione del loro numero che una continua verifica ed aggiornamento delle modalità di calcolo con l’obiettivo, infatti, che gli stessi dovrebbero intercettare non solo le variabili economiche in termini di redditività ma considerare anche le variabili finanziarie.

Durante la fase di start-up, si propone di ampliare il periodo di esclusione dagli studi dal primo anno di attività previsto dalla normativa vigente ai primi 3 anni di attività.

Spesometro. Riguardo allo spesometro e la comunicazione beni in godimento ai soci, la proposta è la previsione del termine di presentazione alla fine dell'anno successivo al periodo d'imposta interessato per consentire di superare incertezze e, soprattutto, di evitare l'accavallamento con altri adempimenti (ad esempio quelli dichiarativi).

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