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Contributi all’Inps per la malattia: la Manovra li rende obbligatori

Per i datori di lavoro diventa obbligatorio il versamento dei contributi all’Inps per l’indennità di malattia erogata al lavoratore a carico dell’azienda. Vale sia per l’integrazione che per il pagamento totale. Vediamo le novità.
A cura di Antonio Barbato
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indennità di malattia

La Manovra Correttiva 2011, il Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011, ha apportato importanti modifiche in materia fiscale e previdenziale. Una delle modifiche apportate riguarda il sistema di esonero dalla contribuzione destinata al finanziamento dell’indennità economica di malattia, a carico dei datori di lavoro. Sulla base della Manovra, e sulla legge di conversione n. 111 del 15 luglio,  l’Inps ha pubblicato il messaggio n. 14490 per chiarire le novità in materia previdenziale introdotte dal Decreto del Governo, tra le quali l'obbligatorietà della contribuzione riguardante la malattia.

La contribuzione per la malattia è obbligatoria

Dal 1 maggio 2011 i contributi per l’indennità di malattia sono sempre dovuti dai datori di lavoro, anche nel caso in cui sia il datore di lavoro a retribuire direttamente l’assenza del lavoratore per il periodo di malattia. E' quanto previsto dall’art. 18, comma 16, lettera a) della legge n. 111/11, la legge di conversione del Decreto Legge n. 98/2011, che ha aggiunto il comma 1-bis all’art. 20 del Decreto Legge n. 112/2008, la Finanziaria del 2009.

La novità è che quindi il datore di lavoro, che corrisponde direttamente il trattamento economico di malattia in luogo dell’Inps, deve comunque versare i contributi su quanto corrisposto al lavoratore. La manovra del 2008, la Finanziaria 2009, aveva invece interpretato la tutela economica in caso di malattia dell’art. 6 della legge 138/1943 in senso opposto, cioè che i datori di lavoro che corrispondo il trattamento economico di malattia per previsione normativa o per previsione del contratto collettivo non sono tenuti al versamento della contribuzione all’Inps sulla retribuzione corrisposta al lavoratore.

Per i lavoratori nulla cambia, per le imprese e la contrattazione collettiva invece sì. Con la Manovra Correttiva infatti, il Governo ha voluto quindi stoppare la possibilità per la contrattazione collettiva di disciplinare i propri rinnovi contrattuali prevedendo appunto la possibilità che l’indennità di malattia possa essere erogata totalmente dal datore di lavoro, con a quel punto esonero dal versamento della contribuzione. A partire dal 1 maggio 2011, i datori di lavoro sono tenuti al versamento della contribuzione.

Il trattamento economico di malattia

L’Inps nel caso di sospensione del rapporto di lavoro per malattia del lavoratore eroga l’indennità di malattia, che è una indennità giornaliera a carico dell’istituto, accreditata al datore di lavoro che la retribuisce al lavoratore, e che viene riconosciuta dal quarto giorno di malattia e fino ad un massimo di 180 giorni. I primi tre giorni di assenza di malattia, cosiddetti di carenza, non sono indennizzati dall’Inps e generalmente i contratti collettivi prevedono che siano a carico dei datori di lavoro.

Dal 4° giorno e fino 20° giorno, l’Inps eroga l’indennità di malattia pari al 50% della retribuzione media giornaliera spettante al lavoratore. Dal 21° giorno e fino al 180° giorno, l’Inps eroga il 66,66% della retribuzione media giornaliera.  La retribuzione media giornaliera è per gli impiegati 1/30 della retribuzione percepita dal lavoratore nel mese precedente, mentre è per gli operai la somma della retribuzione percepita nel mese precedente diviso il numero di giornate  lavorate o retribuite.

Normalmente i contratti collettivi prevedono poi che la restante quota di retribuzione (il restante 50% fino al 20° giorno ed il restante 33,33% dal 21° giorno in poi), sia integrata a carico del datore di lavoro. E dal 1 maggio 2011, il datore di lavoro dovrà ora versare la contribuzione su quanto erogato al lavoratore.

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