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Irpef, Irap e Iva è riforma fiscale: nuove aliquote, ecco i primi effetti per gli italiani

Il Ministro Tremonti annuncia le intenzioni del Governo per la manovra fiscale: cambiano le aliquote Irpef, aumentano dell’1% quelle dell’Iva e si va verso l’abolizione dell’Irap. Vediamo gli effetti sulle famiglie italiane.
A cura di Antonio Barbato
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giulio tremonti

Per far fronte alla crisi e soprattutto alle necessità di pareggio di bilancio, il Governo sta studiando la riforma fiscale. Si preannunciano importantissimi cambiamenti, i cui effetti saranno valutabili solo quando sarà redatto il testo definitivo della riforma fiscale. Sulla base delle dichiarazioni del Ministro Giulio Tremonti e sulla base delle indiscrezioni che giungono dal tavolo di Governo, proviamo a riepilogare i punti cardine della Riforma Fiscale e gli effetti sulla capacità reddituale e di acquisto dei contribuenti italiani.

La riforma fiscale di Tremonti

Tremonti annuncia: “Tre aliquote e cinque imposte”. In sole tre pagine di bozza, il Ministro dell’Economia e delle finanze preannuncia in cambiamenti che il Governo sta per apportare al sistema fiscale italiano.

Questi i principali cambiamenti, oggetto di numerose discussioni:

  • Irpef, introduzione delle nuove aliquote del 20 per cento, 30 per cento e 40 per cento;
  • Iva, aumento dell’1% delle aliquote del 10 per cento e 20 per cento;
  • Irap, abolizione dal 2014;

Riforma dell’Irpef: cambiano le aliquote

L’Imposta sul  reddito delle persone fisiche (Irpef) è una imposta diretta che colpisce il reddito annuale delle persone fisiche, che rappresenta il presupposto d’imposta. Per la sua natura di imposta progressiva, le aliquote dell’Irpef sono crescenti all’aumentare del reddito imponibile del contribuente e la progressività è applicata per scaglioni di reddito. Vale a dire che nel sistema attuale si applicano le seguenti aliquote al reddito complessivo imponibile:

  • Fino a 15.000 euro di reddito, l’Irpef è del 23%;
  • Da 15.000,01 euro e fino a 28.000 euro, l’Irpef è del 27%;
  • Da 28.000,01 euro e fino a 55.000 euro, l’Irpef è del 38%;
  • Da 55.000,01 euro e fino a 75.000 euro, l’Irpef è del 41%;
  • Da 75.000,01 euro in poi, l’Irpef è del 43%.

Si tratta del sistema di calcolo dell’Irpef lorda. Per determinare l’Irpef netta bisognerà tener conto delle eventuali detrazioni fiscali e dei crediti d’imposta.

LA PROPOSTA DI RIFORMA IRPEF DI TREMONTI – Il Ministro ha proposto la creazione di tre aliquote Irpef: del 20%, del 30% e del 40%. Vediamo gli effetti.

Prima di tutto bisogna tener presente che sarà fondamentale, per una valutazione definitiva, conoscere gli scaglioni di reddito sui quali si applicheranno il 20 per cento, il 30 per cento ed il 40 per cento. Ad una prima valutazione, si può affermare che se, come è probabile, lo scaglione di reddito sul quale si applicherà l’aliquota del 20% è fino a 15.000 euro, avremo per i contribuenti un risparmio del 3% (da 23% a 20%). Nel caso in cui sarà esteso fino a 20.000 euro, il risparmio dai 15.000 euro al 20.000 euro sarà di 7 punti percentuali (da 27% a 20%).

Il discorso potrebbe cambiare per gli italiani nella fascia di reddito dai 20.000-28.000 euro, parte della fascia media. In questo caso si passerebbe ad uno scaglione di reddito con un aliquota del 30%, che è superiore al 27% attualmente in vigore. Diversamente però, se l’aliquota del 30 per cento sarà applicata fino a 55.000 euro, i contribuenti in questa fascia di reddito potrebbero avere un risparmio di 8 punti percentuali (da 38 a 30 per cento).

Ogni discorso sugli effetti del cambiamento delle aliquote Irpef potrà essere fatto solo alla determinazione degli scaglioni di reddito sui quali si applicherà il 20%, il 30% ed il 40% ed anche sulle possibili variazioni delle detrazioni fiscali e delle deduzioni, che determinano poi l’effettiva Irpef da pagare.

Si può sin da ora affermare però che probabilmente per i contribuenti italiani a basso reddito ci sarà una diminuzione dell’Irpef, così come è certo però che i contribuenti ad alto reddito avranno un risparmio fiscale dalla manovra, essendo abbassata al 40 per cento l’aliquota massima Irpef (rispetto a 41% e 43% in vigore).

Una considerazione importante è che stando agli ultimi dati, gli incapienti Irpef sono però più di 10 milioni. Si tratta dei contribuenti italiani che posseggono un reddito basso e che non pagano l’Irpef, per effetto anche delle detrazioni fiscali. Per questi contribuenti la riforma dell’Irpef non produrrà vantaggi fiscali, mentre per loro si profila un rincaro dei costi della vita dovuti alla riforma dell’Iva con aliquote in aumento.

Riforma dell’Iva: innalzamento di un punto percentuale

Nelle intenzione del Governo, c’è una importante variazione delle aliquote Iva. L’aliquota del 10% dovrebbe essere innalzata all’11%, mentre l’aliquota del 20% dovrebbe passare al 21%. Si tratta all’apparenza di una variazione minimale, solo di un punto percentuale. Ma in realtà gli effetti sul potere di acquisto degli italiani sono importanti.

Esistono nel sistema attuale tre aliquote Iva in vigore in Italia:

  • Iva al 4%, l’aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità, come ad esempio gli alimentari;
  • Iva al 10%, l’aliquota ridotta,  applicata ai servizi turistici in Italia per incentivare il turismo (alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici), ad alcuni prodotti alimentari e particolari operazioni di recupero edilizio (come le ristrutturazioni);
  • Iva al 20%, l’aliquota ordinaria, applicata al resto dei consumi.

Cambierebbero quindi l’aliquota ridotta che passa all’11% e l’aliquota ordinaria che passa al 21%. Il punto percentuale di aumento inciderà su tutti i consumi delle famiglie italiane, escludendo solo i generi alimentari e di prima necessità.

Per i contribuenti incapienti Irpef, che non godranno dei benefici di una eventuale riduzione delle aliquote Irpef come già detto, la riforma fiscale sarà negativa. Aumenterà per loro l’Iva da pagare sugli acquisti. Per i contribuenti italiani che avranno beneficio percentuale dalla riforma dell’Irpef, ci sarà comunque il conto da pagare attraverso l’aumento delle aliquota Iva. E’ tutto da scoprire, quali italiani potranno godere di un rilancio della propria economia familiare.

Cancellazione dell’Irap

All’interno delle proposte di riforma fiscale, c’è anche la cancellazione a partire dal 2014. Si tratta dell’imposta regionale sulle attività produttive, che colpisce le imprese. L’Irap finanzia le finanze regionali e il settore della sanità delle regioni. Non è chiaro come sarà coperta la cancellazione dell’Irap, potrebbero aumentare i costi della sanità, essendo la situazione finanziaria di molte regioni in crisi.

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