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Diventare giornalista professionista: al via la riforma dell’Ordine
Ieri la riforma dell’Ordine è stata approvata in Commissione Cultura alla Camera dei deputati: l’iter verso la sua approvazione definitiva è ancora lungo ma molti sono i cambiamenti previsti per i giornalisti professionisti.
A cura di
Silvia Scotto di Covella
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Secondo la riforma dell’Ordine dei giornalisti, approvata nei giorni scorsi dalla Commissione Cultura della Camera, il mestiere del giornalista potrebbe definitivamente cambiare. In realtà la strada è ancora lunga perché, affinché la Riforma abbia validità, è necessario il parere favorevole delle altre commissioni governative della Camera; senza contare che il testo della riforma dovrà essere sottoposto, una volta superato l’esame della Camera, al vaglio dei senatori.
Il testo della riforma accoglie le proposte avanzate dall’Ordine dei giornalisti che riguardano:
- I requisiti d’accesso: per iscriversi all’Ordine non sarà più necessaria la laurea. Ciononostante sono previste delle facilitazioni per chi è in possesso di una formazione triennale o specialistico/magistrale. Per i candidati con queste caratteristiche, infatti, è previsto lo “sconto” della prova di cultura generale; mentre dovranno sostenere la prova scritta e quella orale tutti coloro i quali ambiscono a diventare giornalista professionista.
- Il Consiglio Nazionale: nella riforma si propone uno snellimento della struttura del Consiglio; pertanto è stato fissato un tetto massimo di 90 unità.
- L’istituzione della Commissione Deontologica Nazionale: si occuperà di decidere sui reclami contro le deliberazioni dei Consigli Regionali per ciò che concerne la disciplina dei giornalisti professionisti. Ciò detto, il potere della Commissione resta comunque limitato, infatti se la sanzione prevista dalla Commissione sarà più grave della censura, la deliberazione ad essa relativa avrà bisogno della ratifica del Consiglio Nazionale dell’Ordine.
- La creazione di un Giurì per la correttezza dell’informazione: così come è già la pubblicità, anche il lavoro nell'editoria sarà regolamentato grazie all'istituzione della figura del Giurì. Si tratta di un organo collegiale, composto da cinque membri scelti tra i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti e i magistrati. Si tratta di un organo giudicante interno, che non si sostituisce alla giustizia civile e penale bensì rappresenta un tentativo di conciliazione preliminare tra l’ordinamento professionale e terzi.
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