Microcredito donna: l’autoimpresa al femminile con “riparti da te!”
Con uno spot pubblicitario sulle tv nazionali il Ministero del Lavoro sta lanciando la campagna “Riparti da te! Bella impresa essere donna", la campagna istituzionale che si pone l'obiettivo di far conoscere alle donne le modalità di accesso ai prestiti agevolati messi a disposizione per creare piccole imprese e dare impulso al lavoro femminile attraverso lo strumento del Microcredito Donne. Si tratta di erogazioni fino a 10.000 euro o a 25.000 euro di un prestito agevolato di una durata fino a 24 mesi. La domanda può essere presentata all’ENM, Ente Nazionale per il Microcredito. Lo spot pubblicitario appunto rilancia questa possibilità.
Con la conferenza stampa del 30 settembre 2013 è stato quindi rilanciato il progetto “Microcredito per l’impresa al femminile”. Trattasi di un progetto che vuole essere uno strumento di aiuto per tutte le donne che vogliono "ripartire da sé" ovvero dalla possibilità di creare una propria impresa, senza dover fornire garanzie personali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia, sia un genitore o il proprio marito/compagno.
Il Microcredito Donna può risolvere il problema dell'accesso al credito che da sempre penalizza le donne più degli uomini: tassi d'interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie. La campagna viene lanciata sul sito microcreditodonna.it. L’ENM, Ente Nazionale per il Microcredito, precisa però che l’Ente “non è un ente erogatore, quindi non dà direttamente del denaro, ma dopo aver valutato il singolo progetto, indirizza la futura imprenditrice verso le soluzioni giuste ed è uno degli enti che ha costituito un fondo di garanzia”.
Che cos'è il microcredito e le due tipologie di prestito a finanziamento
In Italia, il microcredito è disciplinato dagli articoli 111 e 113 del Testo Unico Bancario (TUB). L’art. 111 prevede la possibilità che dei “soggetti iscritti in un apposito elenco (le banche), possono concedere finanziamenti a persone fisiche o società di persone o società a responsabilità limitata semplificata di cui all’articolo 2463-bis codice civile o associazioni o società cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa, a condizione che i finanziamenti concessi abbiano le seguenti caratteristiche:
- siano di ammontare non superiore a euro 25.000,00 e non siano assistiti da garanzie reali (es. ipoteche sulla casa);
- siano finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali o all’inserimento nel mercato del lavoro;
- siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati.
Poi c’è il microcredito sociale, che è finalizzato all'inclusione sociale e finanziaria di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale. Il comma 3 dell’art. 111 che disciplina il microcredito stabilisce che “I soggetti di cui al comma 1 (ossia le Banche) possono erogare in via non prevalente finanziamenti anche a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale, purché i finanziamenti concessi siano di importo massimo di euro 10.000, non siano assistiti da garanzie reali ed inoltre:
- siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare;
- abbiano lo scopo di consentire l’inclusione sociale e finanziaria del beneficiario;
- e siano prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato”.
Quindi i finanziamenti concessi come microcredito donne possono essere di diverso tipo, ci sono quelli fino a 25.000 euro, che riguardano lo sviluppo di iniziative imprenditoriali o di inserimento nel mercato del lavoro (anche sotto forma societaria), oppure quelli fino a 10.000 euro destinati alle persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale.
Il sito del microcredito donna fornisce alcuni chiarimenti, ossia cosa sono i servizi ausiliari (o servizi non finanziari). I servizi ausiliari, di carattere non finanziario possono essere effettuati sia nella fase pre-erogazione che in quella post-erogazione.
Per il microcredito d'impresa, nella fase pre-erogazione, sono: servizi di informazione, orientamento, pre-valutazione dell'idea imprenditoriale, tutoring per l'elaborazione dell'idea progettuale, formazione su tempi economici, finanziari ed operativi; nella fase post-erogazione: servizi di tutoring per la verifica dell'andamento dell'attività economica, formazione, mentoring, coaching, monitoraggio.
Per quanto riguarda il microcredito sociale, nella fase pre-erogazione: servizi di ascolto/affiancamento individuale e di pre-valutazione della richiesta di finanziamento e dell'affidabilità del richiedente; nella fase post-erogazione: formazione finanziaria, finalizzata ad accrescere le competenze sulla gestione di un bilancio familiare, anche per prevenire i fenomeni del sovraindebitamento e dell'usura, nonché in servizi di accompagnamento e monitoraggio.
Niente garanzie personali: La copertura finanziaria del Fondo di garanzia. I programmi di microcredito sono esposti al rischio che il beneficiario del prestito non sia in grado di rimborsare quanto ricevuto. La donna non deve fornire alcuna garanzia personale. Il soggetto finanziatore ha quindi l'esigenza di coprirsi dal rischio del mancato rimborso, anche in considerazione del fatto che i soggetti destinatari del microcredito sono individui o microimprese che generalmente hanno scarsa disponibilità, o addirittura sono privi, di garanzie. Per questo, molte istituzioni, sia pubbliche che private, forniscono risorse, costituite in fondi di garanzia, da impiegare a copertura dei microfinanziamenti concessi dall'istituzione finanziaria.