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2 milioni di lavoratori in nero, buco di 25 miliardi ma 200 mila sono stati assunti

In Italia ci sono ancora quasi 2 milioni di lavoratori in nero, il lavoro sommerso costa allo Stato un mancato gettito di 25 miliardi euro ma nel 2015 ci sono state 200 mila assunzioni di lavoratori in nero in più rispetto al 2014. Sono risultati di una indagine della Fondazione Consulenti del Lavoro basata sui dati delle attività ispettive del Ministero del Lavoro nel 2015.
A cura di Antonio Barbato
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Il “lavoro nero” costa allo Stato 25 miliardi e sono ancora quasi 2 milioni i lavoratori in nero in Italia nel 2015. Un indagine della Fondazione Studi Consulenti del lavoro ha calcolato l’evasione complessiva del sommerso nel 2015.

Ogni tre aziende ispezionate dagli ispettori del Ministero del Lavoro, Inps e Inail è stato riscontrato un lavoratore completamente in “nero”. Nel 2015 in Italia sono stati 1,9 milioni i lavoratori sconosciuti alle autorità pubbliche. In diminuzione, rispetto al 2014, di circa 200.000 unità anche grazie al Jobs Act e all’esonero contributivo triennale.

Lavoro nero che ha prodotto una economia sommersa (retribuzioni che producono ricchezza ma che sfuggono completamente allo Stato) di 40 miliardi e 600 milioni di euro e una evasione complessiva di 25 miliardi 119 milioni di euro.

L’indagine è stata svolta dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro su dati contenuti nel rapporto annuale dell’attività di vigilanza svolta dal Ministero del Lavoro, Inps e Inail nel 2015.

I DATI. Nel corso del 2015 sono state 206.080 le aziende ispezionate dal Ministero del lavoro, Inps e Inail e sono stati riscontrati 64.775 lavoratori “in nero”. Ogni tre aziende ispezionate (in particolare ogni 3,18 aziende) è stato trovato un lavoratore completamente in “nero”. Il dato è migliore rispetto al 2014 in cui è stato scoperto un lavoratore in nero ogni 2,8 aziende ispezionate.

STIMA DEL LAVORO “NERO” IN ITALIA SULLE AZIENDE ATTIVE. In Italia nel 2015 sono state registrare 6 milioni e 57 mila imprese nelle camere di commercio (fonte: Unioncamere – Movimprese anno 2015), ma esistono anche oltre 1 milione di entità economiche non iscritte alle camere di commercio. Tenuto conto dei dati forniti dal Ministero del Lavoro, Inps e Inail nonché da Unincamere, la stima nazionale 2015 del lavoro completamente sommerso è di 1 milione e 860 mila lavoratori.

STIMA DI MANCATO GETTITO. In media, nel 2015 un lavoratore ha avuto 242 giornate retribuite e la retribuzione media giornaliera è pari a 88,02 euro (fonte: www.inps.it – Osservatorio Statistico – Lavoratori dipendenti retribuzioni e periodi retribuiti). Se si considera la media delle giornate sottratte agli oneri sociali e fiscali, il mancato gettito del lavoro completamente sommerso è pari a 25 miliardi 119 milioni di euro. Per consultare il dettaglio, ecco l’indagine.

Perché la strada è quella giusta. Nonostante i dati allarmanti, che durano però da molti anni, il dato che 200 mila lavoratori in nero sono stati assunti su un totale di 2 milioni, dimostra che il 10% dell’emergenza lavoro nero è stata combattuta. Come? Con gli incentivi alle assunzioni della Legge di Stabilità, il programma Garanzia Giovani e altre misure. Ecco perché per combattere il lavoro nero la strada è quella giusta.

 Perché la strada è quella sbagliata. Il boom delle assunzioni a tempo indeterminato, che ha consentito l’emersione di duecentomila lavoratori in nero non deve ingannare: il costo per lo Stato è stato elevato (infatti il Governo ha ridotto gli incentivi alle assunzioni nel 2016) e mancano gli investimenti per lo sviluppo delle attività produttive del paese. In altri termini, ci sono ancora il boom di voucher e lavoratori stagisti, pertanto i dati sul lavoro nero sono molto più elevati. Ecco perché per combattere il lavoro nero la strada è quella sbagliata.

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