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Almaviva conferma 2.500 licenziamenti e 400 trasferimenti. Fumata grigia al Mise

Nell’incontro tenutosi al Mise la società di call center Almaviva Contact ha confermato di voler procedere a 2.511 licenziamenti nelle sedi di Roma e Napoli e al trasferimento 397 lavoratori da Palermo a Rende nella commessa Enel. Azienda e sindacati restano distanti, ma sono previsti nuovi incontri al MISE e per la Campania presso l’Assessorato regionale al Lavoro.
A cura di Antonio Barbato
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Fumata grigia nell'incontro di oggi pomeriggio al Ministero dello Sviluppo economico tra la società Almaviva, il vice ministro e sottosegretario Teresa Bellanova e le organizzazioni sindacali. All'incontro presente anche l'Assessore al lavoro della Regione Campania Sonia Palmeri. La società Almaviva ha confermato l'intenzione di licenziare 2.511 dipendenti nelle sedi di Napoli e Roma. Confermato anche il trasferimento di 397 operatori da Palermo a Rende, in Calabria, dopo la perdita della commessa Enel.

Ma le trattative sono in corso e sussistono ancora speranze per i lavoratori, visto che ci saranno incontri nei prossimi giorni fortemente voluti dall'Assessorato regionale e dal Mise.

L'azienda nell'incontro di oggi ha quindi confermato di non essere in grado di ritirare la proceduta di mobilità per i 2.511 dipendenti del call center . Non è possibile inoltre neanche evitare di spostare i lavoratori da Palermo a Rende. La società, che con i licenziamenti annunciati non sta rispettando l'accordo siglato il 31 maggio scorso, lamenta prima di tutto di aver perso 1,2 milioni nei siti di Roma e Napoli.

La società lamenta le continue delocalizzazioni all'estero da parte dei concorrenti, che favoriscono la prassi delle gare al massimo ribasso, con ribassi superiori al consentito. E' il caso ad esempio del servizio di prenotazione sanitaria della Regione Lazio dove la gara d'appalto è stata aggiudicata ad un operatore che paga i centralinisti con una paga oraria inferiore alla retribuzione oraria prevista nel contratto collettivo nazionale di lavoro.

Sotto accusa la modifica dell'art. 24-bis del D. L. n. 83/2012, la norma sulle misure a sostegno dell'occupazione nelle attività svolte dai call center con almeno 20 dipendenti. Tale normativa obbliga ad una serie di adempimenti le società che intendono trasferire all'estero le attività ma risulterebbe inefficace e Almaviva chiede un inasprimento delle sanzioni verso chi delocalizza all'estero le attività senza il rispetto delle regole.

L'azienda ha accusato inoltre i sindacati di non consentire il controllo a distanza dei dipendenti, una misura considerata utile ad aumentare la produttività consentendo una maggiore redditività, utile per scongiurare i licenziamenti. Sotto accusa anche il rifiuto da parte dei sindacati di sottoscrivere lo specifico accordo sulla gestione di qualità e produttività individuale.

Dal suo lato, dopo aver richiesto all’azienda la sospensione della procedura, la Viceministro Teresa Bellanova ha riconvocato il tavolo per il prossimo 27 ottobre, invitando tutti a fare il proprio dovere per tornare a un confronto che possa condurre a un’intesa tra le parti.

In tal senso, per la sede di Napoli, l'Assessore al Lavoro della Regione Campania Sonia Palmeri e l'Assessore alla Formazione della Regione Chiara Marciani hanno già convocato la società e le parti sindacali per lunedì 17 ottobre (e in alternativa nei successivi 18-19 ottobre) offrendo alla società dei percorsi di riqualificazione professionale per scongiurare gli 845 licenziamenti previsti dall'Almaviva per la sede di Napoli.

Per quanto riguarda i 397 operatori telefonici addetti alla commessa del servizio elettrico nella sede di Palermo di Almaviva, venerdì al ministero dello Sviluppo economico sono convocati Enel e il committente che si è aggiudicato la commessa, la società Exprivia, per affrontare il tema del cambio di appalto. L'obiettivo del Governo è quello di obbligare Exprivia ad assumere i centralinisti e farli rimanere a Palermo.

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