Cassa integrazione: quanto si prende e perde in busta paga
La cassa integrazione, in breve CIGO, così come l’assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale che la cassa integrazione in deroga, in breve CIG in deroga, spettano per legge nella misura dell’80% dello stipendio, ma la legge prevede un massimale che riduce di molto tale percentuale. Quindi una prima risposta alla domanda “cassa integrazione quanto si prende o cassa integrazione quanto si perde?” la risposta sarebbe che si prende circa l’80% e si perde circa il 20%. Ma non è così per moltissimi lavoratore e soprattutto è un calcolo maccheronico.
Molti lavoratori potrebbero prendere molto di meno e potrebbero non percepire la cassa integrazione in busta paga, ma con pagamento diretto dall'Inps.
Nella maggior parte dei casi, in caso di CIG a zero ore, spetteranno 998,12 euro al mese compreso ratei (retribuzioni fino a 2.159,48 euro) o 1.199,72 euro (retribuzioni oltre 2.159,48 euro). Per gli edili le cifre sono le stesse.
Per chi è in cassa integrazione a rotazione o con riduzione d'orario, prenderà una retribuzione oraria ridotta, calcolata applicando il divisore orario ai massimali CIGO per l'anno 2020. Ma per la maggior parte dei lavoratori la cassa integrazione (così come CIG in deroga e assegno ordinario FIS) porta meno di 6 euro ad ora.
Per sapere con più precisione quanto si prende con la cassa integrazione o quanto si perde con la cassa integrazione in busta paga, bisogna conoscere molti più elementi e farsi un’idea busta paga alla mano. Proviamo a fare una previsione insieme, conoscendo meglio tutto il sistema delle integrazioni salariali.
Vediamo anche quanto questo impatta su ferie, permessi, ROL e in generale sul calcolo della busta paga.
CIGO, CIG in deroga o assegno ordinario: cosa spetta?
La prima cosa da sapere è che il Governo per contrastare l'emergenza economica collegata alla pandemia Coronavirus Covid-19, ha utilizzato una misura straordinaria, e parzialmente semplificata, di integrazioni salariali ordinarie.
Ossia, con il Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020, ha introdotto una causale "Emergenza Covid-19" ma utilizzando le integrazioni salariali esistenti in normativa.
In altre parole, ad alcuni spetta la cassa integrazione ordinaria (CIGO), e si parla principalmente del settore Industria, ad altri spetta (aziende da 6 dipendenti a salire) la nuova integrazione salariale introdotta dal D. Lgs. n. 148/2015, che si chiama assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale (FIS), ad altri non spettano nessuno delle due perché gli spettano le prestazioni dei Fondi di solidarietà bilaterali. Ed infine agli esclusi, principalmente per le aziende o datori di lavoro fino a 5 dipendenti, spetta la cassa integrazione guadagni in deroga, meglio conosciuta come CIG in deroga, finanziata dal Governo, ma di competenza delle Regioni.
Ne consegue che mancando un ammortizzatore sociale unico, c'è confusione anche nei lavoratori. Oltre che tra i datori di lavoro.
Ad aumentarla, c'è pure la circostanza che nel caso della CIGO e assegno ordinario FIS, la procedura è semplificata ma comunque articolata per la causale emergenza COVID-19, ossia dopo aver eseguito le fasi di comunicazione preventiva ai sindacati e le successive fasi di informazione, consultazione ed esame congiunto, può essere deciso dall'azienda, in sede di domanda e secondo quanto concordato con le organizzazioni sindacali, di ricorrere al pagamento diretto da parte dell'Inps o all'anticipazione a carico aziendale in busta paga.
Nel primo caso, il pagamento non avviene nella busta paga per le ore di CIGO o assegno ordinario. Quando è a pagare l'Inps, il bonifico arriverà dall'Istituto. La CIG in deroga è invece esclusivamente a pagamento diretto da parte della Regione della sede operativa, sempre tramite pagamento diretto dell'Inps.
Cassa integrazione a zero ore oppure a rotazione
Un'altra cosa importante da sapere è che la cassa integrazione ordinaria o in deroga o assegno ordinario spetta per un massimo di 9 settimane, anche non consecutive.
Ancor di più è importante, per conoscere quanto si prende o quanto si perde con la cassa integrazione, è sapere che tipologia di integrazione salariale sceglie l'azienda, se la CIG a zero ore, se una riduzione dell'orario di lavoro (anche a rotazione dei lavoratori).
CIG a zero ore: cosa succede in busta paga
Quando si parla di cassa integrazione o CIG a zero ore si intende che l'azienda chiederà per il dipendente la cassa integrazione o l'assegno ordinario o la CIG in deroga per tutte le ore del rapporto di lavoro. Quindi per gli assunti full-time, verranno richiede 40 ore di cassa integrazione, quindi con zero ore lavorate. Idem i part-time, gli apprendisti ecc. In questo specifico caso, abbiamo tutto lo stipendio calcolato secondo il sistema di calcolo della cassa integrazione a norma di legge.
Se poi l'azienda opta per il pagamento diretto da parte dell'Inps, la prestazione arriva dall'Istituto e non in busta paga.
Esempio azienda chiusa dal 9 marzo. Pertanto nel mese di marzo, se ad esempio l'azienda ha chiuso il 9 marzo, lo stipendio al 100% verrà erogato in busta paga dall'azienda e calcolato fino al 9 marzo, poi il periodo di cassa integrazione verrà pagato dall'Istituto e calcolato in misura ridotta, come ora vedremo. Se l'azienda sceglie per l'anticipazione, in busta paga comparirà lo stipendio "pieno" fino al 9 marzo, in base alle presenze, e poi lo stipendio "ridotto" per CIGO o assegno ordinario FIS per il periodo di integrazione salariale. Chi va in CIG in deroga, ripetiamo, invece è obbligatorio il pagamento diretto.
Chi è in CIG a zero ore o assegno ordinario FIS a zero ore o CIG in deroga a zero ore percepisce gli assegni familiari (dall'Inps in caso di pagamento diretto), ma perde la maturazione dei ratei di ferie e permessi ROL per i periodi di cassa integrazione. Per l'emergenza COVID-19, la durata è fino 9 settimane, quindi potenziali 2 mesi.
CIG con riduzione (a rotazione): effetti in busta paga
Le aziende non chiuse per DPCM, ma operative, scelgono o possono scegliere la cassa integrazione o l'assegno ordinario FIS o la CIG in deroga, per un numero di ore inferiore a quelle da contratto con il lavoratore. E' il caso ad esempio di CIG con rotazione dei lavoratori, che lavorano ad esempio 20 ore su 40, per i full-time, o due giorni a settimana su 5 o 6.
In questo caso lo stipendio segue un doppio calcolo:
- per le ore lavorate sarà calcolato normalmente;
- la parte che riguarda le ore in cassa integrazione sarà calcolata con stipendio ridotto secondo la normativa prevista dal D. Lgs. n. 148/2015, che ora vedremo. Anche in questi casi, se la CIGO o l'assegno ordinario FIS, sono con pagamento diretto Inps, in busta paga ci saranno solo i periodi lavorati, a carico datoriale.
In busta paga saranno erogati gli assegni familiari ANF e i lavoratori non perdono la maturazione di ferie e permessi.
Calcolo cassa integrazione in busta paga
Abbiamo capito che quando si parla di calcolo della cassa integrazione, si ci riferisce al calcolo di tutte le integrazioni salariali, quindi il calcolo della cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO), al calcolo dell'assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale (FIS) o al calcolo della cassa integrazione guadagni in deroga (CIG in deroga).
Poi ai fini del calcolo della cassa integrazione in busta paga, per capire quanto si prende e quanto si perde o a quanto ammonta lo stipendio, è importante sapere pure quante ore di cassa integrazione a settimana ci saranno per il lavoratore, ovviamente. Perché il sistema di calcolo dello "stipendio" in cassa integrazione è per ogni ora di cassa integrazione.
Il lavoratore percepisce la cassa integrazione lorda, che diventa netta applicando l'aliquota agevolata del 5,84% degli apprendisti e la tassazione Irpef.
In altre parole la cassa integrazione si calcola sul lordo, ma il netto percepito è calcolato applicando la trattenuta a carico del lavoratore dei contributi previdenziali nella misura del 5,84% (in luogo dell'ordinario 9,19%) e poi la tassazione del lavoratore sulla base del reddito presunto. Questo sempre per la parte di stipendio in cassa integrazione, lo stipendio erogato per le ore lavorate (è il caso di CIG non a zero ore) sarà calcolato normalmente.
A chi spetta l'80% dello stipendio
Il sistema di calcolo della CIGO, dell'assegno ordinario FIS e della CIG in deroga viene disciplinato dall'art. 3 del D. Lgs n. 148/2015:
"Il trattamento di integrazione salariale ammonta all"80% della retribuzione globale che sarebbe spettata ai lavoratori per le ore di lavoro non prestate, comprese tra le zero ore ed limite dell'orario contrattualmente stabilito. Il trattamento si calcola tenendo conto dell'orario di ciascuna settimana indipendentemente dal periodo di paga. Nel caso in cui la riduzione dell'orario di lavoro sia effettuata con ripartizione dell'orario su periodi ultrasettimanali predeterminati, l'integrazione e' dovuta, nei limiti di cui ai periodi precedenti, sulla base della durata media settimanale dell'orario nel periodo ultrasettimanale considerato".
La legge parla di retribuzione globale, ossia la retribuzione globale di fatto, quindi compreso ratei di tredicesima e quattordicesima. Infatti per chi rientra nei limiti massimi della cassa integrazione, che ora vedremo, per ogni ora di cassa integrazione spetta l'80% dello stipendio lordo ma aggiungendo i ratei delle mensilità aggiuntive, che quindi saranno erogate all'80%.
L'80% dello stipendio spetta a chi ha un lordo di stipendio, compreso ratei, che non supera i limiti imposti dalla legge all'importo mensile delle integrazioni salariali.
Chi supera tali limiti, non prenderà l'80% del proprio stipendio, ma il massimale indicato dalla legge. Ne consegue che chi ha stipendi superiori a 1.200 euro, prenderà meno dell'80% dello stipendio (orario) per ogni ora di cassa integrazione. Vediamo nel dettaglio perché.
Importo massimo mensile cassa integrazione
Per l'anno 2020, la circolare Inps n. 20/2020 ha stabilito "gli importi massimi mensili dei trattamenti di integrazione salariale di cui al citato articolo 3, comma 5, del D.lgs n. 148/2015, in vigore dal 1° gennaio 2020, e la retribuzione lorda mensile, maggiorata dei ratei relativi alle mensilità aggiuntive, oltre la quale è possibile attribuire il massimale più alto. Gli importi sono indicati, rispettivamente, al lordo e al netto della riduzione prevista dall’articolo 26 della legge 28 febbraio 1986, n. 41, che attualmente è pari al 5,84%". Tali importi massimi sono:
- 998,18 euro per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro (euro 939,89 al netto del 5,84%) per la generalità dei settori;
- 1.197,82 euro per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro (euro 1.127,87 al netto del 5,84%) per il settore edile;
- 1.199,72 euro per le retribuzioni oltre 2.159,48 euro (euro 1.129,66 al netto del 5,84%) per la generalità dei settori;
- 1.439,66 euro per le retribuzioni oltre 2.159,48 euro (euro 1.355,58 al netto del 5,84%) per il settore edile.
I limiti del settore edile sono per gli eventi meteorologici, quindi per la causale COVID-19 si applicano i massimali degli altri settori.
Questi massimali vogliono dire che se è pur vero che la cassa integrazione spetta nella misura pari all'80% della retribuzione globale di fatto (lordo di stipendio più ratei di tredicesima e quattordicesima, più eventuali retribuzioni fisse e continuative), ma nei limiti sopra descritti. E tali limiti rappresentano di fatto per moltissimi il vero importo dell'integrazione salariale percepita. Quindi il calcolo dell'80% di fatto passa in secondo piano, dando spazio ad una riduzione dello stipendio più alta del 20%. Facciamo esempi semplici.
Esempio: CIG a zero ore con stipendio di 1.200 euro. In busta paga quindi del lavoratore il lordo imponibile previdenziale è 1.200 euro. Mettiamo caso che il lavoratore percepisca tredici mensilità, perché è un operaio del settore metalmeccanico o un lavoratore che non percepisce la quattordicesima. Tale lavoratore avrebbe una retribuzione globale di 1.300 euro e l'80% sarebbe 1.040 euro lordi. Questo lavoratore percepirà invece 998,18 euro lordi e 939,89 euro netti, al lordo della tassazione Irpef, perché la legge impone i massimali. E allora a quel punto, percepisce il 76% lordo (compreso ratei).
Esempio: CIG a zero ore con stipendio di 1.500 euro. In busta paga quindi del lavoratore il lordo imponibile previdenziale è 1.500 euro. Mettiamo caso che il lavoratore percepisca quattordici mensilità. quale impiegato di uno dei settori con quattordicesima. Tale lavoratore avrebbe una retribuzione globale di 1.750 euro e l'80% sarebbe 1.400 euro lordi. Questo lavoratore percepirà invece 998,18 euro lordi e 939,89 euro, al lordo della tassazione Irpef. Percepisce il 57% lordo (compreso ratei).
Esempio: CIG a zero ore con stipendio di 2.200 euro. In busta paga quindi del lavoratore il lordo imponibile previdenziale è 2.200 euro. Mettiamo caso che il lavoratore percepisca quattordici mensilità ed è figura di livello alto di uno dei settori con quattordici mensilità e magari ha lo stipendio lordo alto perché ha dei superminimi. Tale lavoratore avrebbe una retribuzione globale di 2.567 euro e l'80% sarebbe 2.053 euro lordi. Questo lavoratore percepirà invece 1.199,72 euro lordi e 1.129,66 euro, al lordo della tassazione Irpef. Percepisce il 46% lordo (compreso ratei).
Calcolo stipendio cassa integrazione con divisore orario
Gli esempi sulla cassa integrazione a zero ore sono fatti su base mensile, ma il calcolo della cassa integrazione in busta paga o comunque effettuato dall'Inps, ha come base di partenza la retribuzione globale del lavoratore, ma tiene conto della retribuzione globale oraria, in quanto la prestazione è calcolata per ogni ora di cassa integrazione.
Quindi contano le ore lavorabili secondo CCNL, le ore lavorate nel mese e le ore di cassa integrazione nel mese. Infatti se lavora alcune ore e altre è in cassa integrazione, scatta il doppio calcolo nella busta paga.
La conseguenza è che il calcolo della cassa integrazione dipende dal divisore orario indicato nel CCNL (160, 168, 173, 173, 184 ecc.). E tale divisore conta il calcolo delle ore di cassa integrazione su base oraria va rapportato al calcolo del massimale orario CIGO, per i limiti imposti dalla legge come importo massimo mensile della cassa integrazione. Quest'ultimi si calcolano sulle ore lavorate nel mese, che per marzo e aprile 2020, ad esempio è 176.
Nella sostanza lo stipendio di un lavoratore in cassa integrazione (CIGO), anche in deroga (CIGD), o percettore di assegno ordinario FIS, viene calcolato dividendo, in base al divisore orario, le ore lavorate e le ore in cassa integrazione guadagni. Con le ore lavorate retribuite al 100% o normalmente, le ore in cassa integrazione retribuite all'80% o, nella maggior parte dei caso, pari alla percentuale inferiore tenendo conto del massimale mensile, anche su base oraria (dividendo per il divisore).
Stipendio orario massimo in cassa integrazione
Prendendo a riferimento due dei principali settori, come i metalmeccanici e il commercio, vediamo sommariamente quanto spetta secondo legge, secondo il CCNL metalmeccanici o il CCNL commercio, al lavoratore per ogni ora di cassa integrazione. Ma tale calcolo vale per tutti i settori, basta conoscere il divisore orario del CCNL.
Siccome i massimali sono di 998,18 euro per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro (euro 939,89 al netto del 5,84%) e 1.199,72 euro per le retribuzioni oltre 2.159,48 euro (euro 1.129,66 al netto del 5,84%), avremo da considerare tali massimali considerando il divisore orario metalmeccanici, che è 173, e il divisore orario commercio, che è 168.
Massimale orario CIGO Metalmeccanici (divisore 173):
- 5,7698 euro ad ora di CIGO per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro (massimale CIGO su ore lavorate è 5,6714 euro per marzo e aprile);
- 6,9348 euro ad ora di CIGO per le retribuzioni oltre 2.159,48 euro (massimale CIGO su ore lavorate è 6,8166 euro per marzo e aprile).
Siccome il massimale orario CIG per i mesi di marzo e aprile è rispettivamente 5,34 euro e 6,42 euro, togliendo i contributi del 5,84%, e verrà erogata per ogni ora tale cifra, al lordo della tassazione Irpef.
Massimale orario assegno ordinario FIS o CIG in deroga Commercio (divisore 168):
- 5,9415 euro ad ora di CIGO per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro (massimale CIGO su ore lavorate è 5,6714 euro per marzo e aprile);
- 7.1412 euro ad ora di CIGO per le retribuzioni oltre 2.159,48 euro (massimale CIGO su ore lavorate è 6,8166 euro per marzo e aprile).
Siccome il massimale orario CIG per i mesi di marzo e aprile è rispettivamente 5,34 euro e 6,42 euro, togliendo i contributi del 5,84%, e verrà erogata per ogni ora tale cifra, al lordo della tassazione Irpef.
Cosa vuol dire questo calcolo? che per la maggior parte dei metalmeccanici percepiranno, aldilà del loro stipendio lordo, se non supera i 2.159,48 euro di retribuzione globale (compreso ratei), la cifra di 5,34 euro al netto dei contributi, ma al lordo della tassazione Irpef, per ogni ora di CIGO, perché si applica il massimale CIGO su ore lavorate, che a marzo ed aprile è effettuato applicando il divisore orario massimale CIGO 176. Quindi se è CIG a zero ore come abbiamo visto spettano 998,18 euro, se è una CIG a rotazione, ad esempio 20 ore lavorate e 20 ore di CIGO, per le 20 ore di CIGO la retribuzione sarà di 5,34 euro ad ora.
Analogo discorso per i lavoratori del commercio, che percepiranno, aldilà del loro stipendio lordo, se non supera i 2.159,48 euro di retribuzione globale (compreso ratei), la cifra di 5,34 euro al netto dei contributi, ma al lordo della tassazione Irpef, per ogni ora di CIGO. Quindi se è CIG a zero ore come abbiamo visto spettano 998,18 euro, se è una CIG a rotazione, ad esempio 20 ore lavorate e 20 ore di CIGO, per le 20 ore di CIGO la retribuzione sarà di 5,34 euro lordi ad ora.
Cassa integrazione: quanto si perde in busta paga
Quanto prende un lavoratore in cassa integrazione in busta paga è un calcolo basato sulla situazione in cui si trova il lavoratore, quindi CIG a zero ore, CIG a rotazione, CIG con riduzione di orario, assegno ordinario o CIG in deroga, ecc.
Ma controllare quanto si prende in busta paga per ogni ora di cassa integrazione è possibile, occorre calcolare partendo dallo stipendio lordo, la retribuzione globale (in caso di tredicesima aggiungere 1/12 allo stipendio lordo, in caso di quattordicesima aggiungere 2/12 allo stipendio lordo), verificare se supera la soglia di 2.159,48 euro e poi considerare che per ogni ora di cassa integrazione spetta quindi molto probabilmente la cifra di 998,18 euro (retribuzione globale inferiore a 2.159,48 euro) o 1.199,72 euro (retribuzione superiore a 2.159,48 euro) diviso il divisore orario 176 massimale CIGO.
Calcolare quanto si perde in busta paga durante la cassa integrazione è molto semplice a quel punto, bisogna fare la differenza, per ogni ora di cassa integrazione, tra la retribuzione oraria da busta paga (stipendio lordo diviso divisore orario da CCNL) e la retribuzione spettante, tenuto conto dei massimali CIGO, per ogni ora di cassa integrazione o assegno ordinario FIS o Cig in deroga.
In moltissimi casi il lavoratore perde in busta paga, durante la cassa integrazione, una percentuale superiore al 20%, ossia non percepisce l'80% dello stipendio, ma molto meno.
Bisogna sempre considerare che i calcoli al lordo della retribuzione oraria durante la cassa integrazione, diventano calcoli di netto in busta paga, semplicemente applicando una riduzione del 5,84% a carico del lavoratore a titolo di contributi previdenziali.
Cassa integrazione e part-time
Il ragionamento è uguale anche per i lavoratori part-time in quanto tali lavoratori percepiscono uno stipendio ridotto per il numero di ore di lavoro ridotte rispetto al full-time, quale è la condizione del lavoratore part-time.
Tali lavoratori percepiscono però la stessa retribuzione oraria dei lavoratori full-time. E quindi la stessa retribuzione oraria ridotta per cassa integrazione.
Il sistema di calcolo della busta paga durante la cassa integrazione del lavoratore a tempo parziale o part-time segue gli stessi ragionamenti e gli stessi massimali CIGO.
Esempio: CIG a zero ore part-time. Poniamo l'esempio di un lavoratore del settore commercio con part-time al 50%. Tale lavoratore, riprendendo gli esempi fatti, sostanzialmente percepirà circa il 50% di 998,18 euro. Ed in ogni caso la cifra di 5,34 euro ad ora per le ore spettanti per il part-time. Nel caso del lavoratore del settore metalmeccanici la cifra è di 5,34 euro ad ora di CIGO per le retribuzioni fino a 2.159,48 euro.
Per gli altri settori ed in ogni caso in caso di cassa integrazione con riduzione dell'orario di lavoro, sempre prendendo a riferimento le ore di riduzione pari alle ore del part-time contrattualmente previste (20 ad esempio) meno le ore di CIGO stabilite dal datore (esempio tutte e 20 le ore o di meno), occorrerà determinare la retribuzione oraria spettante per ogni ora di cassa integrazione (tenendo conto dei massimali orari, calcolati dividendo il massimale CIGO per il divisore orario CIGO) e moltiplicarla per le ore di cassa integrazione del mese.
Anche nel part-time, quindi, occorre calcolare partendo dallo stipendio lordo ma di riferimento in caso di full-time (tabelle retributive del CCNL), la retribuzione globale (in caso di tredicesima aggiungere 1/12 allo stipendio lordo full-time, in caso di quattordicesima aggiungere 2/12 allo stipendio lordo, sempre in caso di full-time, quindi secondo tabelle retributive del CCNL), verificare se supera la soglia di 2.159,48 euro (ciò avviene nella grande maggioranza dei casi) e poi considerare che per ogni ora di cassa integrazione spetta quindi molto probabilmente la cifra di 998,18 euro (retribuzione globale inferiore a 2.159,48 euro) o 1.129,66 euro (retribuzione superiore a 2.159,48 euro) diviso il divisore orario CIGO.