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Covid 19

Commercialisti e Consulenti del Lavoro: “Urgente piano choc per salvare le imprese italiane”

Con un comunicato stampa i presidenti degli ordini dei Consulenti del Lavoro e dei Commercialisti Marina Calderone e Massimo Miani, avvertono il Governo: “Urgente piano choc per salvare le imprese italiane” perché è “in ginocchio il tessuto economico del Paese”. Rischio pagamenti dopo diversi mesi, chiesto il pagamento in acconto di 1.000 euro in attesa della cassa integrazione, proposto il lancio di un Ammortizzatore sociale unico “Covid-19″ e lo stop ai versamenti dei tributi (tasse, imposte e contributi) fino al 30 giugno”. Ecco tutte le proposte.
A cura di Antonio Barbato
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Pagamento cassa integrazione
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Con un comunicato stampa congiunto dal forte tenore i Consulenti del Lavoro e i Dottori Commercialisti, attraverso i Presidenti Marina Calderone e Massimo Miani, avvertono il Governo: "E' urgente un piano choc per salvare le imprese italiane".

I due ordini professionali che dedicano la loro vita lavorativa alla gestione fiscale, contributiva e del lavoro delle imprese, dei datori di lavoro italiani, dei lavoratori, dei contribuenti e dei pensionati, elencano una serie di misure decisamente più rapide e d'impatto per far fronte all'emergenza Covid-19 da subito e per i prossimi mesi. E soprattutto lanciano una proposta di pagamento della cassa integrazione con acconto immediato di 1.000 euro a tutti i lavoratori. 

In particolare i Consulenti del Lavoro e Commercialisti propongono al Governo per sostenere aziende e lavoratori in un momento di grandissima difficoltà economica e sociale conseguente al forte rallentamento, prima, e allo stop della maggior parte delle attività produttive, dopo, per contenere il contagio da Coronavirus:

“Il protrarsi e l’ampliamento della emergenza sanitaria”, dichiarano congiuntamente Marina Calderone e Massimo Miani, rispettivamente presidenti del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del Lavoro e del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, “hanno messo in ginocchio il tessuto economico del Paese e con esso lavoratori dipendenti e professionisti. Per questo motivo”, chiedono Miani e Calderone,sono necessari interventi di integrazione al reddito facili, diffusi e di rapidissima assegnazione diversi, per criteri e tempistiche, da quelli utilizzati nei periodi di ordinaria amministrazione”.

Si legge nel comunicato: "Soltanto interventi coraggiosi di questo tipo potranno servire a famiglie, imprese e professionisti per far fronte alla gravissima crisi finanziaria ed economica provocata dall’emergenza sanitaria in atto. Siamo certi che il Governo, in momenti difficili come questo, farà il possibile, e anche più, per non lasciarli soli".

Le proposte in materia lavoro

Si legge nel comunicato "L’intervento-choc è composto da una serie di proposte concrete, mirate a dare ossigeno alla parte produttiva del Paese, compresi gli studi professionali che seguono da vicino le vicissitudini delle imprese assistite e dei loro dipendenti.

In materia di lavoro, Consulenti del Lavoro e Commercialisti ritengono inoltre essenziali le seguenti misure:

  • Ammortizzatore Sociale Unico con codice unico “Covid-19” da destinare adeguatamente al numero degli aventi diritto, senza creare ingestibili graduatorie con relative esclusioni;
  • destinazione dell’Ammortizzatore Sociale Unico a tutti i datori di lavoro a prescindere dall’ambito di applicazione a cui sono soggetti in merito agli ammortizzatori sociali;
  • semplificazione delle procedure di richiesta dell’Assegno Sociale Unico con la previsione di una mera informativa sindacale, per dare cosi rapidità all’iter procedurale delle stesse;
  • pagamento mensile diretto da parte dell’INPS delle somme calcolate per ogni lavoratore con bonifico bancario;
  • per il mese di marzo pagamento di un acconto di 1000 euro generalizzato per tutti i lavoratori ricompresi in tutte le istanze presentate, con saldo al mese successivo;
  • eliminazione di ogni vincolo legato all’iscrizione a Enti o Fondi, preclusivo dell’accesso al sistema di integrazione salariale;
  • rinvio al 30 settembre 2020 del termine per la presentazione delle Certificazioni Uniche e Uniemens".

Cassa integrazione: incognita pagamenti ai lavoratori

Il tenore dell'intervento dei due ordini professionali è giustificato da una grandissima preoccupazione per lavoratori e imprese. Il Governo ha decretato tre diversi tipologie di ammortizzatori sociali definiti straordinari: la cassa integrazione CIGO Covid-19, l'assegno ordinario FIS Covid-19 e la CIG in Deroga. Aldilà di particolarità, sostanzialmente le misure riguardano le industrie (CIGO), gli altri settori (FIS) e i datori di lavoro fino a 5 dipendenti (CIG in deroga). CIGO e FIS sono precedute da un comunicazione preventiva e tre attività sindacali quali l'informazione, la consultazione e l'esame congiunto, la CIG in deroga richiede l'accordo sindacale per le aziende oltre 5 dipendenti che non hanno altri ammortizzatori sociali. Questi iter, stanno rallentando il processo di domanda. Ed in ogni caso non si conoscono i tempi di pagamento della cassa integrazione, anche se il Governo ha introdotto il pagamento diretto nei confronti dei lavoratori (ma tra quanti mesi?).

La proposta taglia ogni burocrazia e chiede un intervento in acconto diretto, 1.000 euro a sostegno immediato dei lavoratori e comunque un ammortizzatore sociale unico semplificato. La motivazione sta proprio nel rischio di un pagamento ritardato della CIGO-FIS-CIGD, che non è più a sostegno immediato del reddito dei lavoratori.

Le proposte in ambio fiscale

Si legge nel comunicato stampa "I Consigli Nazionali dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro – si legge nel comunicato stampa congiunto –  propongono la sospensione fino al 30 giugno 2020 dei termini di versamento, con rateazione dei versamenti sospesi a partire da settembre 2020, relativamente a:

  • tributi, ritenute, contributi e premi assicurativi, sia correnti che rateizzati, nonché al diritto annuale alle CCIAA;
  • somme dovute, anche in forma rateale, derivanti da avvisi bonari, accertamento con adesione, mediazione tributaria, conciliazione giudiziale, acquiescenza e definizione agevolata delle sanzioni;
  • entrate tributarie e non tributarie, anche degli enti locali, derivanti da cartelle di pagamento o ingiunzioni o avvisi di accertamento esecutivi, nonché relativi alla rottamazione dei ruoli e al saldo e stralcio.

Propongono inoltre le seguenti misure:

  • ripristino della possibilità di compensazione dei crediti per imposte dirette maturati nel 2019 anche prima della presentazione della relativa dichiarazione;
  • eliminazione della proroga di due anni dei termini di accertamento e riscossione relativi ai periodi d’imposta in scadenza nel 2020;
  • sospensione fino al 30 giugno 2020 dei termini procedimentali e processuali tributari;
  • sospensione fino al 30 giugno 2020 delle procedure concorsuali, cautelari ed esecutive in corso;
  • estensione ai professionisti iscritti in albi di tutte le misure di sostegno fiscale, per il lavoro e per la liquidità previste dal decreto-legge n. 18/2020 (come, a titolo esemplificativo, il credito d’imposta per gli studi professionali condotti in locazione, le indennità di sostegno al reddito, le moratorie sui mutui, ecc.)".

Versamenti tributi e compensazioni: le criticità da risolvere

Anche in questo caso il tenore delle proposte va verso la direzione della semplificazione e del rinvio delle scadenze dei tributi con un intervento più deciso.

Il Governo con i vari DPCM e Decreti Legge ha sostanzialmente effettuato il rinvio delle scadenze di versamento del 16 marzo 2020, facendole slittare al 31 maggio 2020 con possibilità di pagamento in 5 rate. Però ha poi escluso da tale possibilità le imprese oltre i 2 milioni di euro di fatturato. Tra l'altro la decisione è stata presa tardivamente. Non solo, ad oggi le imprese sono obbligate al versamento dei tributi e contributi scadenti il 16 aprile.

Per quanto riguarda, le compensazioni, di particolare impatto è il divieto imposto dal Governo alla compensazione dei tributi prima della presentazione della dichiarazione dei redditi. Siccome tali dichiarazioni slittano per effetto dell'emergenza Coronavirus (e non solo), sostanzialmente le compensazioni dei crediti oltre 5.000 euro rischiano di essere inibite probabilmente per tutto l'anno 2020, nonostante afferiscano all'anno d'imposta 2019. Per quanto riguarda gli studi professionali, visto il prolungarsi dell'emergenza, viene richiesto un intervento a sostegno diretto, dopo l'esclusione dei professionisti iscritti agli albi professionali, dalle prime misure relative al mese di marzo.

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