Ecco come cambiano le pensioni con la manovra bis
E alla fine il Governo è intervenuto sulle pensioni. La Manovra bis di Ferragosto è stata modificata dopo il vertice di Arcore a casa del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tra il Popolo della Libertà e la Lega Nord. Presenti Umberto Bossi, che aveva difeso le pensioni, ed il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. Tra le nuove misure più importanti, quindi, c’è l’introduzione di un intervento sulle pensioni di anzianità. A primo impatto sembra una lieve variazione, ma avrà importanti effetti sul pensionamento anticipato, che d’ora in poi risulterà più difficile.
Niente militare e riscatto laurea, i 40 anni diventano effettivi
Ebbene sì, diventa più difficile andare in pensione di anzianità in anticipo, evitando il requisito anagrafico, il raggiungimento delle quote anni d’età – contributi. Per l’accesso al pensionamento anticipato, possibile per coloro che possono far valere 40 anni di contributi aldilà dell’età anagrafica, d’ora in poi non si conteranno gli anni di militare e gli anni di laurea riscattati dal lavoratore. Quindi i 40 anni dovranno essere di soli contributi effettivi e di anni lavorati.
Niente “aiuti” figurativi, il servizio di leva non conterà più, né tanto meno conteranno gli anni di studi riscattati versando denaro di propria tasca nelle casse dell’Ente previdenziale. Il loro computo come contributi figurativi sarà utile solo ai fini del calcolo economico della pensione, non nei 40 anni necessari.
La conseguenza è che l’uscita da lavoro avverrà più tardi per i molti cittadini che contavano di anticipare l’accesso al pensionamento. Infatti, la maggior parte degli attuali “prossimi alla pensione” hanno svolto il servizio militare di leva e una buona quota hanno riscattato la laurea, si parla di circa 80.000 persone che sono costrette a rinviare la pensione a seguito di questo intervento. Per le casse dello stato si parla di 1,5 miliardi di recupero.
Militare e anni di laurea validi solo per il normale requisito anagrafico
La misura riguarda solo l’accesso al pensionamento anticipato attraverso il raggiungimento dei 40 anni di contributi, che eviterebbe al cittadino di dover raggiungere le quote previste con il requisito anagrafico, che crescono anno dopo anno. In pratica, per i requisiti normali per l’accesso alla pensione, gli anni di militare e gli anni di riscatto di laurea saranno validi per il calcolo delle quote tra requisito anagrafico e contributivo.
Come da tabella dell’Inps, per andare in pensione, i lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensioni sostitutivi ed integrativi che richiedono la pensione devono essere in possesso di un requisito anagrafico pari ad almeno:
- 59 anni di età e raggiungere quota 95, nel periodo dall’ 1.7.2009 al 31.12.2010;
- 60 anni di età e raggiungere quota 96, nel periodo dall’ 1.1.2011 al 31.12.2012;
- 61 anni di età e raggiungere quota 97, a partire dall’ 1.1.2013.
I lavoratori autonomi che richiedono la pensione devono essere in possesso di un requisito anagrafico pari ad almeno:
- 60 anni di età e raggiungere quota 96, nel periodo dall’ 1.7.2009 al 31.12.2010;
- 61 anni di età e raggiungere quota 97, nel periodo dall’ 1.1.2011 al 31.12.2012;
- 62 anni di età e raggiungere quota 98, a partire dall’ 1.1.2013.
Per evitare il raggiungimento delle quote, anticipando rispetto all’età prevista per l’accesso al pensionamento secondo le quote appena descritte, d’ora in poi per i lavoratori saranno necessari un totale di 40 anni di effettivo lavoro e di contributi versati, escludendo quindi il servizio militare e gli anni di laurea. Come dire, per l’accesso alla pensione non si può che possedere il requisito anagrafico, quasi impossibile l’accesso anticipato alla pensione.