Elenco attività commerciali aperte e chiuse per Coronavirus (DPCM 11 marzo 2020)
L'emergenza Coronavirus costringe il Governo, anche dopo la dichiarazione OMS di pandemia mondiale, ad adottare misure sempre più stringenti. Dopo il DPCM 11 marzo 2020, vediamo l'elenco delle attività commerciali aperte o sospese (e pertanto chiuse fino al 25 marzo) per Coronavirus, dopo il DPCM 11 marzo 2020.
In generale sono state chiuse tutte le attività commerciali al dettaglio, ma ci sono importanti eccezioni.
Va subito precisato che gli elenchi che pubblichiamo riguardano le nuove disposizioni del DPCM 11 marzo 2020, ma che occorre consultare le leggi nazionali intercorse in questi ultimi 20 giorni e, soprattutto, bisogna consultare anche le disposizioni regionali e comunali che integrando la normativa nazionale adeguandola allo specifico territorio.
La normativa nazionale in materia di contrasto al Coronavirus è la seguente:
- Decreto Legge 23 febbraio 2020, n. 6;
- D.P.C.M. 1 marzo 2020;
- Decreto Legge 2 marzo 2020, n. 9;
- D.P.C.M. 4 marzo 2020;
- D.P.C.M. 8 marzo 2020;
- D.P.C.M. 9 marzo 2020;
- D.P.C.M. 11 marzo 2020.
Poi vi sono le disposizioni regionali e comunali, consultabili sui rispettivi siti istituzionali.
In generale, la normativa prevede il rispetto delle norme sulla distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e di affluenza nelle attività commerciali al dettaglio che restano aperte per legge. Chi non può rispettarle per qualsivoglia motivo, deve tenere l'esercizio commerciale chiuso.
Cosa prevede il DPCM 11 marzo 2020
Con il DPCM 11 marzo le chiusure, o per meglio dire le sospensioni delle attività fino al 25 marzo 2020, hanno investito l'intero territorio nazionale e le attività commerciali al dettaglio.
DPCM 11 marzo 2020, art. 1: "Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività.
Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari.
Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie.
Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro".
Elenco attività commerciali aperte DPCM 11 marzo 2020
Ecco l'elenco delle attività commerciali al dettaglio che sono escluse dall'obbligo di sospensione fino al 25 marzo 2020 e pertanto possono restare aperte, se adottano misure per garantire la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
COMMERCIO AL DETTAGLIO
Ipermercati
Supermercati
Discount di alimentari
Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari
Commercio al dettaglio di prodotti surgelati
Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici
Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2)
Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice ateco: 47.4)
Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico
Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari
Commercio al dettaglio di articoli per l'illuminazione
Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici
Farmacie
Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica
Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l'igiene personale
Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici
Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono
Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
Tra le attività che possono restare aperte ci sono anche edicole, tabaccai.
In presenza di condizioni strutturali o organizzative che non consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, le richiamate strutture dovranno essere chiuse.
Restano aperte, se rispettano gli obblighi appena descritti, salvo specifiche disposizioni di legge nazionale, regionale o comunale, le attività commerciali all'ingrosso.
Attività commerciali chiuse: misure del Governo
Come per tutte le attività produttive italiane investite dall'emergenza Coronavirus, anche le attività commerciali al dettaglio o all'ingrosso costrette ad osservare periodi di sospensione, ma anche periodi di crisi di incassi, dovuti al Coronavirus, avranno diritto alle misure che il Governo ha approvato ed approverà per contrastare la crisi.
Sono state previste misure di sospensione dal versamento dei contributi previdenziali per alcune zone, misure di sospensione dai versamenti in materia fiscale.
Per quanto riguarda i lavoratori delle attività commerciali e produttive, il Governo in tutti i decreti raccomanda il ricorso all'utilizzo delle ferie, permessi residui, soprattutto riguardo alle ferie maturate e arretrate al 31/12/2019. Ma questo utilizzo è condizionato dalla difficoltà economica dei datori di lavoro, alle prese col rischio di non poter pagare gli stipendi, i contributi e gli oneri dovuti per la gestione del rapporto di lavoro.
Sono e saranno previsti in generale per tutte le attività produttive italiane, di industria e non, per sostenere la forza occupazionale, interventi di integrazione salariale quali misure di cassa integrazione ordinaria, cig in deroga, potenziamento del fondo di integrazione salariale per sostenere il reddito dei lavoratori, l'economia delle attività produttive italiane, ivi compreso le attività commerciali al dettaglio e all'ingrosso.
Da più parti si invoca verso il Governo la previsione del pagamento diretto delle integrazioni salariali, senza chiedere ai datori di lavoro di anticipare a proprio carico gli stipendi ai lavoratori per i periodi di sospensione, questo tenendo conto delle enormi difficoltà economiche generate dalla crisi da Covid-19 nel sistema produttivo italiano, compreso ovviamente le attività commerciali.