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Jobs Act: “Al Sud più assunzioni che al Nord”

E’ l’analisi della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro nel commentare i dati Istat. Al sud si assume più che al nord, effetti positivi del Jobs Act? Intanto aumenta la disoccupazione giovanile da un lato ma gli italiani che hanno trovato un impiego sono 325 mila in più. Vediamo tutti i dati.
A cura di Antonio Barbato
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disoccupazione mezzogiorno

L’Analisi dell’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro: in base ai dati Inps sulle denunce Uniemens, nei primi 7 mesi del 2015 i posti di lavoro sono aumentati nel Mezzogiorno più che al Centro e al Nord-Est d’Italia.

“Un’Italia fuori dalle sabbie mobili” ha dichiarato, durante un’audizione alla Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, commentando i dati diffusi dall’Istat sulla disoccupazione, che nel mese di agosto 2015 è scesa all’11,9%. Un piccolo calo, -0,1% rispetto a luglio, ma che raggiunge il -0,7% rispetto ad agosto 2014. I

n un anno, infatti, hanno trovato un impiego 325.000 italiani in più, soprattutto donne se guardiamo i dati registrati ad agosto in cui il tasso di occupazione femminile è cresciuto dell’1,6% rispetto al +1,4% di quella maschile. In questo mese si conserva, sostanzialmente, in trend di crescita degli occupati che era stato previsto nel mese di luglio (0,3%), poiché sono aumentati i lavoratori subordinati (+70 mila), specialmente quelli a termine (+45 mila). Questo sta a significare che non ci sono stati semplici picchi di assunzioni, ma stabilità di avvio dei rapporti di lavoro.

L’Istat, però, mette in evidenza un dato molto preoccupante, che interessa soprattutto i giovani di età compresa fra i 15 e i 25 anni e che, purtroppo, non rappresenta una novità ma una conferma. Ad agosto, infatti, il tasso di disoccupazione giovanile ha toccato il 40,7%, con un +0,3% rispetto a luglio, ma con un -2,3% rispetto ad un anno fa. Sono complessivamente 5 milioni i giovani tra inattivi e disoccupati; per questo sarebbe necessaria un’azione mirata di incentivo all’occupazione giovanile di cui si dovrebbe fare carico lo Stato.

Ma se si guardano i dati Inps sulle denunce Uniemens, in base ad un’analisi dell’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, nel periodo gennaio – luglio 2015 si registra un saldo positivo di 706.128 unità tra rapporti di lavoro avviati ed interrotti. Di queste unità, 527.834 sono a tempo indeterminato: segno che l’esonero contributivo triennale per chi assume con contratto a tutele crescenti sta funzionando.

Facendo un’analisi dei dati Inps regionali, il Sud registra un +155.139 unità rispetto al +152.538 unità delle regioni del Centro Italia e al +139.212 unità registrato nelle regioni del Nord-Est.

I contratti a termine continuano ad essere troppi: ad agosto 2.449.000 unità, probabilmente perché il periodo estivo favorisce l’aumento di lavori stagionali o semplicemente perché l’ingresso nel mondo del lavoro passa attraverso un periodo di rapporto a tempo determinato per facilitare prima la conoscenza e, poi, la fiducia tra datore di lavoro e lavoratore. Ma i contratti a termine potrebbero fortemente diminuire se l’esonero contributivo triennale venisse confermato anche per il 2016.

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