Lavoratori svantaggiati e donne: la Fornero decreta criteri e incentivi
Continuano i provvedimenti del Ministro Fornero in materia di incentivi alle assunzioni. Sono stati adottati il 21 marzo 2013 due provvedimenti di rilevante importanza in materia di sostegno all’occupazione. Uno riguarda l’individuazione dei lavoratori cosiddetti svantaggiati e l’altro le agevolazioni contributive riguardanti i contratti di inserimento lavorativo stipulati fino alla data del 31 dicembre 2012.
Il provvedimento sui lavoratori svantaggiati: ecco chi sono. Il Ministro Fornero ha firmato il decreto con il quale sono individuati i cd. ‘lavoratori svantaggiati', in applicazione dei principi stabiliti dal regolamento comunitario CE n. 800/2008. Questo decreto, che si compone di un unico articolo, stabilisce che sono da considerarsi lavoratori svantaggiati quanti:
a) non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, ovvero i soggetti che, negli ultimi sei mesi, non hanno prestato attività lavorativa di natura subordinata della durata di almeno sei mesi o che, negli ultimi sei mesi, hanno svolto attività lavorativa di natura autonoma o parasubordinata dalla quale derivi un reddito inferiore al reddito annuale minimo personale escluso da imposizione;
b) non possiedono un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3), ovvero coloro che non abbiano conseguito un titolo di studio d’istruzione secondaria superiore, rientrante nel livello terzo della classificazione internazionale sui livelli d’istruzione;
c) sono occupati in uno dei settori economici dove c’è un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici italiani e appartengono al genere sottorappresentato, considerando a tal fine i settori annualmente individuati dalla Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro effettuata dall’ISTAT.
La somministrazione senza ragioni giustificative. Il Ministero nella nota del 21 marzo 2013: “Viene in tal modo definita una specifica categoria di lavoratori per i quali, nel caso di stipulazione di un contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato, sarà possibile derogare alle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo e sostitutivo che ordinariamente sono necessarie per poter instaurare tali rapporti di lavoro”.
Agevolazioni contributive per i contratti di inserimento lavorativo. Un altro decreto firmato dai Ministri Elsa Fornero e Vittorio Grilli disciplina le agevolazioni contributive che possono essere riconosciute in favore dei datori di lavoro che abbiano stipulato, fino alla data del 31 dicembre 2012, contratti di inserimento lavorativo.
Con questo provvedimento trova concreta attuazione un provvedimento atteso fin dal 2009, che consente di riconoscere incentivi economici in favore dei datori di lavoro che abbiano assunto, negli anni dal 2009 al 2012, donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti in regioni caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione femminile.
Ricordiamo che per effetto della riforma del mercato del lavoro, voluta dallo stesso Governo Monti e dal Ministro Fornero, il contratto di inserimento è stato abrogato. E contestualmente sono state lanciate nuove agevolazioni per l’assunzione di donne e over 50.
Recentemente è stato varato, sempre dal Ministro Fornero, un decreto che prevede l’erogazione di 190 euro mensili per 12 mesi (o per 6 mesi in caso di contratto a termine), come incentivo per l’assunzione di lavoratori che sono stati licenziati per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o lavoro. Per maggiori informazioni vediamo gli incentivi per le assunzioni di lavoratori licenziati.
Il commento del Ministro sui due provvedimenti: “Il Ministro Fornero esprime la sua soddisfazione, come Ministro del lavoro e come titolare della delega per le pari opportunità, per questi importanti provvedimenti attraverso i quali si individuano strumenti concreti per sostenere l’occupazione in favore di categorie svantaggiate di lavoratori e in aree del Paese ove più ampio è il divario occupazionale tra uomini e donne”.