Pensione di gennaio 2019: aumenta la rivalutazione ma arrivano conguagli negativi
La pensione di gennaio 2019 arriva mercoledì 3 gennaio 2019 e conterrà una rivalutazione delle pensioni in misura piena ai sensi della Legge n. 388/2000, ma ciò comporterà per molti pensionati un conguaglio negativo nella rata di pensione dei prossimi mesi, che l’Inps probabilmente applicherà nella rata di pensione di marzo, probabilmente, se non febbraio.
Per alcuni pensionati invece il conguaglio non ci sarà, si tratta di coloro che hanno una pensione fino a 1.522,26 euro lordi.
Ma per tutti gli altri, la rivalutazione sarà leggermente favorevole rispetto agli ultimi anni, ma porterà con sé un conguaglio negativo.
Sembra un paradosso, ma i pensionati italiani riceveranno nel giro di pochi mesi:
- da un lato un aumento della pensione legato alla rivalutazione pensioni 2019 per effetto del sistema di perequazione previsto dalla Legge n. 388 del 2000, provvisoriamente applicato dall’Inps e più favorevole per il pensionato per motivazioni legate al sistema di calcolo,
- e dall’altro lato la novità prevista dalla Legge di Bilancio 2019 relativa all’aumento della perequazione pensioni, ma che si concretizza in una maggiore rivalutazione rispetto agli ultimi anni, ma inferiore al sistema previsto dalla Legge n. 388/2000 che l’Inps, disorientata dai ritardi nell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, non avendo un riferimento normativo approvato, ed avendo la necessità di garantire il corretto pagamento delle pensioni, ha applicato per la pensione di gennaio 2019. E probabilmente applicherà nella pensione di febbraio 2019, salvo poi operare conguagli negativi nei mesi successivi.
- 1Aumento rivalutazione pensioni ma conguaglio negativo: ecco perché
- 2Rivalutazione 2018 e 2019 provvisoria e definitiva
- 3Pensione di gennaio 2019: pagamento arriva il 3 gennaio
- 4Rivalutazione pensioni gennaio e febbraio 2019 in misura piena (salvo conguaglio)
- 5Comunicato stampa Inps sui conguagli
- 6Rivalutazione pensioni 2019: novità e aumenti della Legge di Bilancio 2019
- 7Calcolo rivalutazione pensione anno 2018 (Legge 147/2013 e Legge 208/2015)
- 8Calcolo rivalutazione provvisoria Inps pensioni gennaio e febbraio 2019 (Legge 388/2000)
- 9Calcolo rivalutazione pensioni 2019 (Legge n. 145/2018 - Legge di Bilancio 2019)
- 10Chi subirà conguagli negativi
Aumento rivalutazione pensioni ma conguaglio negativo: ecco perché
Riepilogando, la situazione è questa:
- Il Governo ha approvato in ritardo la Legge di Bilancio 2019;
- La Legge di Bilancio 2019 contiene un aumento delle percentuali di rivalutazione delle pensioni rispetto agli ultimi anni;
- La rivalutazione delle pensioni sarà in vigore dal 2019 al 2021, nel 2022 torna il calcolo secondo la Legge n. 388/2000, salvo ulteriori interventi;
- Il sistema di calcolo della perequazione applicato dal Governo nella Legge di Bilancio 2019, ma anche dagli altri Governi negli anni precedenti, è diverso e peggiorativo rispetto al sistema previsto dalla Legge n. 388/2000;
- L’Inps con la circolare n. 122/2018 del 27 dicembre 2018, non avendo norme approvate, ha applicato per la rata di pensione di gennaio 2019, il sistema più favorevole della Legge n. 388/2000 salvo annunciare con un comunicato stampa l’arrivo di conguagli (negativi) sulla pensione erogata ai pensionati.
In altre parole, l’Inps nella pensione di gennaio 2019, e probabilmente nella pensione di febbraio 2019, da un lato, pagherà le pensioni con l’aumento previsto ogni anno per la rivalutazione pensioni 2019, sulla base della propria circolare n. 122 del 27 dicembre 2018, contenente una rivalutazione piena ai sensi della Legge n. 388 del 2000, la quale non tiene conto delle novità della Manovra 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2018) e applica un sistema più favorevole di calcolo della perequazione, basato su scaglioni di reddito (e similare al calcolo progressivo dell’imposta Irpef per intenderci).
E dall’altro lato, proprio per il ritardo del Governo e del Parlamento nell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, l’Istituto, come annunciato con un comunicato stampa, opererà un conguaglio negativo sulle pensioni per adeguare la rivalutazione delle pensioni 2019 alla minore rivalutazione prevista dalla Legge di Bilancio 2019.
E il conguaglio sarà differente per ogni pensionato.
Coloro che hanno una pensione fino a 1.522,26 euro, si troveranno una rivalutazione delle pensioni in misura piena, quindi senza conguaglio.
Chi invece ha una pensione superiore a tre volte il trattamento minimo (oltre 1.522,26 euro) si ritroverà una rivalutazione della pensione ancora una volta ridotta rispetto alla Legge n. 388/2000, ma pur sempre leggermente migliore rispetto agli ultimi anni (tranne per coloro che hanno pensioni più alte), con l’aggravante che quest’anno a gennaio, e probabilmente febbraio, avrà un importo della pensione superiore al dovuto e poi nei mesi successivi un conguaglio negativo, probabilmente consistente in una trattenuta operata dall’Inps.
Quindi i pensionati, in attesa di vedere i loro ex “colleghi” lavoratori beneficiare della prossima nuova normativa su quota 100, della prossima pensione di cittadinanza e delle altre misure legate al sistema pensionistico per chi alla pensione dovrà arrivarci, dovranno fare i conti ancora una volta, e fino al 2021, con una riduzione dell’adeguamento della loro pensione al costo della vita, adeguamento che è previsto dalla Legge 388 del 2000. Ma potranno “consolarsi” su base annua, dopo aver messo in conto che subiranno una trattenuta nella rata di pensione.
Perché su base annuale, nella pensione 2019 vi sarà un aumento della pensione “ridotto” per molti cittadini italiani, ma si tratterà comunque di un aumento migliorativo della rivalutazione delle pensioni.
Come sappiamo, non è la prima volta che la perequazione delle pensioni viene ridotta o addirittura fermata per motivi di bilancio dello Stato.
Stavolta però si vedranno anche pagare provvisoriamente una pensione di gennaio 2019 più alta, maggiormente rivalutata rispetto a quanto spettante di legge, ovviamente salvo conguaglio in negativo in arrivo. Ma su base annua verrà percepita per molti una rivalutazione leggermente superiore. E ora vediamo perché.
Rivalutazione 2018 e 2019 provvisoria e definitiva
Per dare un quadro immediato al pensionato, ecco come sono state rivalutate le pensioni nel 2018, come saranno rivalutate dall’Inps per i mesi di gennaio 2019 e probabilmente febbraio 2019, come saranno le rivalutazioni pensioni 2019 dopo la Legge di Bilancio 2019, con conseguenti conguagli vari.
Rivalutazione pensione 2018 (Legge 147/2013 e Legge 208/2015):
- 100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo;
- 95% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 50% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
- 45% dell’1,1% per le pensioni oltre 6 volte il trattamento minimo.
Rivalutazione provvisoria Inps pensioni gennaio e febbraio 2019 (Legge 388/2000):
- 100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’1,1% per le pensioni oltre 6 volte il trattamento minimo.
Rivalutazione pensioni 2019 (Legge n. 145/2018 – Legge di Bilancio 2019):
- 100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo;
- 97% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo;
- 77% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 52% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo;
- 47% dell’1,1% per le pensioni tra 6 e 8 volte il trattamento minimo;
- 45% dell’1,1% per le pensioni tra 8 e 9 volte il trattamento minimo;
- 40% dell’1,1% per le pensioni oltre 9 volte il trattamento minimo.
Il pensionato deve tener conto che in base alla circolare Inps n. 122 del 27 dicembre 2018 il trattamento minimo per l’anno 2019 è 513,01 euro, ma ai fini della rivalutazione della pensione l’Inps applica la perequazione provvisoria avendo a riferimento il trattamento minimo per l’anno 2018 definitivo che è pari a 507,42.
Quindi ad esempio avranno diritto alla rivalutazione della pensione in misura piena coloro che hanno la pensione fino a tre volte 507,42 euro, ossia inferiore a 1.522,26 euro lordi. Questi pensionati non avranno conguagli negativi.
In seguito andremo nel dettaglio delle cifre per orientarci su come funzionerà la rivalutazione e i conguagli nella rata di pensioni per l’anno 2019.
Basta guardare le percentuali di cui sopra per intuire che, visto che l’Inps adottando un sistema provvisorio diverso rispetto alla Legge di Bilancio 2019 per i mesi di gennaio 2019, e probabilmente febbraio 2019, opererà poi i relativi conguagli nei mesi successivi. Anche perché come vedremo il sistema di calcolo è proprio differente. E purtroppo peggiorativo per il pensionato.
Affrontiamo nel dettaglio la situazione, anche per chiarire come funzionerà nella rata di pensione di gennaio 2019, febbraio 2019 e da marzo 2019 in poi la rivalutazione delle pensioni.
Pensione di gennaio 2019: pagamento arriva il 3 gennaio
La prima cosa da sapere è che con la circolare n. 122 del 27 dicembre 2018, contenente “Rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione per l’anno 2019” al punto 11 della circolare ha annunciato tutte le date di pagamento delle pensioni 2019, confermando la normativa ormai in vigore dallo scorso anno che prevede che la pensione di gennaio 2019 e di tutti i mesi di gennaio arriverà il secondo giorno bancabile del mese. Per l’anno 2019 la pensione di gennaio 2019 verrà accreditata dalle Banche e dalle Poste Italiane mercoledì 3 gennaio 2019.
Leggendo tutte le date di pagamento della pensione 2019 c’è da evidenziare che il pagamento delle pensioni avverrà il primo giorno bancabile del mese da febbraio in poi ma vi sarà uno slittamento del pagamento delle pensioni nei mesi di maggio, giugno, settembre, novembre e dicembre 2019, mesi in cui il pagamento della pensione non avverrà il giorno 1 del mese né per chi riceve la pensione tramite banche, né per chi riceve la pensione tramite Poste Italiane. E nei mesi di giugno e novembre vi saranno due giorni di pagamento pensioni diverse tra Banca e Poste Italiane. Ecco tutte le date di pagamento della pensione 2019.
Rivalutazione pensioni gennaio e febbraio 2019 in misura piena (salvo conguaglio)
La circolare Inps n. 122/2018 è una circolare che l’Istituto pubblica ogni anno per annunciare gli importi delle pensioni, dove annuncia in serie l’indice di rivalutazione definitivo del 2018, l’indice di rivalutazione provvisorio per il 2019 stabilite da un Decreto del Ministro del Lavoro e del Ministro dell’Economia (e qui c’è da dire che l’indice è confermato a saldo 2018 e provvisorio 2019 nella misura dell’1,1% e quindi non vi saranno conguagli negativi nelle rate di pensione degli italiani), nonché il rinnovo degli importi delle pensioni quali la pensione minima o trattamento minimo, la pensione sociale, l’assegno sociale, invalidi civili, ciechi civili ecc. E su quest’ultime vi è un leggero aumento dell’importo mensile.
Nella stessa circolare l’Istituto annuncia non solo come opererà i conguagli fiscali e la tassazione delle pensioni per il 2019, ma va ad annunciare le modalità di attribuzione della rivalutazione delle pensioni di vecchiaia, pensione anticipata, pensione di anzianità e tutte le pensioni degli Italiani.
E applica la legge 23 dicembre 2000, n. 388, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria 2001). Tale legge “dispone che a decorrere dal 1° gennaio 2001 la percentuale di aumento per variazione del costo della vita si applica per intero sull’importo di pensione non eccedente il triplo del minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; per le fasce di importo comprese tra il triplo ed il quintuplo del minimo la percentuale di aumento è ridotta al 90%; per le fasce d’importo eccedenti il quintuplo del minimo la percentuale di aumento è ridotta al 75%”.
La rivalutazione pensione gennaio 2019 e probabilmente febbraio 2019 sarà la seguente:
- 1,1%, ossia il 100% della rivalutazione, per le pensioni fino a 1.522,26 euro (pensioni fino a 3 volte in trattamento minimo);
- 0,990%, ossia il 90% della rivalutazione, per le pensioni di importo tra 1.522,27 euro e 2.537,10 euro (oltre 3 e fino a 5 volte il trattamento minimo);
- 0,825%, ossia il 75% della rivalutazione, per le pensioni di importo superiore a 2.537,11 euro (oltre 5 volte il trattamento minimo).
L’Inps quindi ha messo in pagamento le pensioni di gennaio 2019 applicando questa rivalutazione delle pensioni, ma tale rivalutazione per molti dei pensionati, coloro che hanno una pensione lorda superiore a 1.522,26 euro è superiore al dovuto, secondo legge in vigore dal 1 gennaio 2019 (la Legge di Bilancio 2019 appunto).
E’ superiore perché il sistema di calcolo è differente ed è migliore rispetto a quello previsto dalla Legge di Bilancio 2019, che a sua volta però contiene leggeri aumenti della rivalutazione rispetto al sistema previsto negli anni precedenti.
Come abbiamo detto, coloro che hanno una pensione fino a 3 volte il trattamento minimo, ossia una pensione fino a 1.522,26 euro lordi riceveranno l’1,1% di rivalutazione della pensione da gennaio 2019 in poi, senza ulteriori conguagli.
Coloro che hanno una pensione superiore a 2.029,68 euro, per effetto della Legge di Bilancio 2019, avranno una perequazione automatica inferiore rispetto a quanto anticipato dall’Inps nei mesi di gennaio e febbraio 2019, ma pur sempre superiore rispetto a quanto ricevuto nel 2018.
La conseguenza è che comunque avranno un conguaglio negativo nella rata di pensione probabilmente da marzo in poi, per poi avere comunque su base annua un leggero saldo positivo, saldo annuale che diventa negativo solo per coloro che hanno una pensione oltre 9 volte il trattamento minimo (pensioni lorde superiori a 4.566,78 euro).
Comunicato stampa Inps sui conguagli
Per effetto del ritardo nell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, che è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 31 dicembre 2018, quindi è diventata la legge 30 dicembre 2018, n. 145, l’Inps il giorno 27 dicembre si è portata avanti pubblicando la circolare e mandando in esecuzione la disposizione normativa (ai sensi della Legge 388/2000) di cui sopra ma poi ha avvertito i pensionati con il seguente comunicato stampa:
Chiarimenti sull’applicazione della rivalutazione delle pensioni (“perequazione”) dal 1° gennaio 2019
L’Inps informa che alle pensioni in pagamento nel prossimo mese di gennaio non è stato possibile applicare la normativa sul sistema di rivalutazione delle pensioni introdotto dalla Legge di stabilità 2019 oggi approvata dal Parlamento. Infatti, per assicurare sin dalla mensilità di gennaio 2019 il pagamento dell’importo di pensione rivalutato, come avviene ogni anno, l’Inps ha provveduto ad elaborare gli importi delle pensioni “rinnovate” entro il mese di novembre 2018, applicando la legislazione a quel momento vigente (L. 388 del 2000). I criteri di calcolo adottati nel rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali sono stati illustrati dall’Istituto con la circolare n. 122 del 27 dicembre 2018. Con successiva circolare, dopo la pubblicazione della Legge di bilancio per il 2019 in Gazzetta Ufficiale, s’illustreranno le modifiche apportate dalla nuova normativa e si descriveranno le relative modalità di attuazione e i tempi per i conguagli.
Rivalutazione pensioni 2019: novità e aumenti della Legge di Bilancio 2019
L’art. 1, comma 260 della Legge di Bilancio 2019, Legge 30 dicembre 2018, n. 145, ha modificato la perequazione automatica dei trattamenti pensionistici per gli anni 2019, 2020 e 2021. Nel 2022 tornerà, salvo interventi, la perequazione automatica prevista dalla Legge 388/2000 (applicata provvisoriamente dall’Inps a gennaio 2019, per intenderci).
Rispetto alla disciplina vigente, valida per gli anni 2014-2018, il comma della Legge di Bilancio 2019 riconosce la perequazione sulla base delle seguenti aliquote decrescenti14, relative ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 9 volte il trattamento minimo (mentre la disciplina vigente considera i trattamenti pensionistici con importo complessivo fino a 6 volte il trattamento minimo):
- 100% (come attualmente previsto) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia pari o inferiore a 3 volte il trattamento minimo INPS (così come già previsto dalla disciplina, di cui all'articolo 1, comma 483, della L. 27 dicembre 2013, n. 147, e successive modificazioni). Si ricorda che, ai fini in oggetto, si fa riferimento all'importo del trattamento minimo INPS nell'anno precedente quello di applicazione della perequazione medesima;
- 97% (in luogo dell’attuale 95%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 3 volte e pari o inferiore a 4 volte il predetto trattamento minimo;
- 77% (in luogo dell’attuale 75%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 4 volte e pari o inferiore a 5 volte il trattamento minimo (per tale fattispecie la disciplina per gli anni 2014-2018 prevedeva il 75%);
- 52% (in luogo dell’attuale 50%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 5 volte e pari o inferiore a 6 volte il trattamento minimo (per tale fattispecie la disciplina per gli anni 2014-2018 prevedeva il 50%);
- 47% (in luogo dell’attuale 45%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 6 volte e pari o inferiore a 8 volte il trattamento minimo;
- 45% per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 8 volte e pari o inferiore a 9 volte il trattamento minimo e 40% per i trattamenti di importo complessivo superiore a quest'ultimo limite.
Ciascuna ipotesi di indicizzazione prevede un identico meccanismo di salvaguardia in corrispondenza di ogni limite superiore delle classi di importo considerate: tale meccanismo è finalizzato a far sì che, in ogni caso, le pensioni superiori a tale limite, a seguito di applicazione delle suddette percentuali di indicizzazione, non risultino inferiori al predetto limite incrementato della quota di rivalutazione automatica prevista dalla singola disposizione.
Premesso che il trattamento minimo delle pensioni nel 2018 è stato di 507,42 euro (definitivo), mentre il trattamento minimo delle pensioni nel 2019 è di 513,01 euro, ma che tale cifra non è utile al calcolo delle rivalutazioni, cerchiamo in conclusione di dare un maggior dettaglio sui numeri.
Calcolo rivalutazione pensione anno 2018 (Legge 147/2013 e Legge 208/2015)
Ecco com’è stata fatta la rivalutazione per le pensioni anno 2018:
- 1,1% di rivalutazione per le pensioni fino a 1.505,67 euro (100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo);
- 1,045% di rivalutazione per le pensioni da 1.505,68 euro a 2.007,56 euro (95% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo);
- 0,825% di rivalutazione per le pensioni da 2.007,57 a 2509,45 euro (75% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo);
- 0,55% di rivalutazione per le pensioni da 2.509,46 euro a 3.011,34 euro (50% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo);
- 0,495% di rivalutazione per le pensioni superiori a 3.011,35 euro (45% dell’1,1% per le pensioni oltre 6 volte il trattamento minimo).
Per capire meglio come funziona il calcolo della rivalutazione delle pensioni, un pensionato con una pensione lorda di 1.200 euro, avrà avuto una rivalutazione della pensione per l’anno 2018 pari all’1,1%, ossia 171,60 euro annui e 13,20 euro mensili. Quindi la sua pensione è salita a 1.213,20 euro mensili.
Un pensionato con una pensione lorda di 2.000 euro avrà ricevuto per l’anno 2018 dell’1,045% pari a 29 euro mensili.
Calcolo rivalutazione provvisoria Inps pensioni gennaio e febbraio 2019 (Legge 388/2000)
L’Inps nelle more della pubblicazione della Legge di Bilancio 2019, ha applicato la legge n. 383 del 2000. Ecco come l’Inps erogherà la rivalutazione delle pensioni per gennaio 2019 e probabilmente febbraio 2019, operando poi successivi conguagli (probabilmente dalla pensione di marzo 2019 in poi):
- 1,1% di rivalutazione per le pensioni fino a 1.522,26 euro (100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo);
- 0,99% di rivalutazione per le pensioni per la fascia tra 1.522,27 euro e 2.029,69 euro (90% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo);
- 0,99% di rivalutazione per le pensioni per la fascia tra 2.029,70 e 2.537,10 euro (sempre 90% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo);
- 0,825% di rivalutazione per le pensioni per la fascia tra 2.537,11 euro e 3.044,52 euro (75% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo);
- 0,825% di rivalutazione per le pensioni per la fascia oltre 3.044,52 euro (75% dell’1,1% per le pensioni oltre 6 volte il trattamento minimo).
In questo caso il sistema di calcolo è diverso ed è per scaglioni, simile al calcolo dell’Irpef. E nei fatti è un sistema che eroga una cifra maggiore di rivalutazione, pur essendo nelle percentuali apparentemente inferiore in alcuni casi.
Tornando all’esempio di cui sopra, un pensionato con 1.200 euro lordi nel 2018, percepirà per il mese di gennaio 2018 un aumento dell’1,1% su base annuale, quindi sempre 13,20 euro mensili.
Il pensionato con 2.000 euro lordi mensili percepirà nella rata di pensione di gennaio 2019 un aumento dell’1,1% fino a 1.522,26 euro e poi un aumento dello 0,99% sulla differenza tra 2.000 euro e 1.522,26 euro. La pensione percepita sarà pari a 2.021,47 euro.
Poniamo il caso di un pensionato con una pensione lorda di 3.500 euro. Avrà una rivalutazione dell’1,1% fino a 1.522,26 euro, dello 0,99% fino a 2.537,1 euro e dello 0,825% oltre tale cifra. La rata di pensione di gennaio 2019 sarà di 3.534,74 euro.
Calcolo rivalutazione pensioni 2019 (Legge n. 145/2018 – Legge di Bilancio 2019)
Con la pubblicazione della Legge di Bilancio 2019, il sistema di calcolo torna differente ed in linea con quello applicato nel 2018 e negli anni precedenti. Ecco invece come sarà la rivalutazione delle pensioni per l’anno 2019:
- 1,1% di rivalutazione per le pensioni fino a 1.522,26 euro (100% dell’1,1% per le pensioni fino al 3 volte il trattamento minimo);
- 1,067% di rivalutazione per le pensioni tra 1.522,27 euro e 2.029,68 euro (97% dell’1,1% per le pensioni tra 3 e 4 volte il trattamento minimo);
- 0,847% di rivalutazione per le pensioni tra 1.522,28 euro e 2.537,10 euro (77% dell’1,1% per le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo);
- 0,572% di rivalutazione per le pensioni tra 2.537,11 euro e 3.044,52 euro (52% dell’1,1% per le pensioni tra 5 e 6 volte il trattamento minimo);
- 0,517% di rivalutazione per le pensioni tra 3.044,53 euro e 3.551,94 euro (47% dell’1,1% per le pensioni tra 6 e 8 volte il trattamento minimo);
- 0,495% di rivalutazione per le pensioni tra 3.511,95 euro e 4.059,36 euro (45% dell’1,1% per le pensioni tra 8 e 9 volte il trattamento minimo);
- 0,44% di rivalutazione per le pensioni oltre 4.566,78 euro (40% dell’1,1% per le pensioni oltre 9 volte il trattamento minimo).
Il sistema di calcolo in questo caso torna ad essere senza applicare scaglioni per fasce di imponibile, ma si applica sostanzialmente la percentuale sull’intero importo della pensione lorda.
Chi subirà conguagli negativi
Tornando all’esempio di cui sopra, un pensionato con 1.200 euro lordi nel 2018, percepirà per il mese di gennaio 2018 un aumento dell’1,1% su base annuale, quindi 13,20 euro mensili.
Il pensionato da 1.200 euro di pensione lorda nel 2018, che ha percepito una pensione a gennaio 2018 di 1.213,20, percepirà anche a febbraio tale cifra e pure da marzo 2019 in poi senza conguagli negativi o positivi.
Il pensionato che aveva una pensione lorda di 2.000 euro nel 2018 e che a gennaio 2019 per effetto della circolare Inps ha percepito una pensione lorda di 2.021,47 euro, avrà avuto circa 0,13 centesimi in più in quanto il calcolo della rata di pensione va fatto considerando un aumento per rivalutazione dell’1,067% sull’intera cifra di 2.000 euro.
La differenza da restituire è poca per i pensionati fino a 2.500 euro. Quando la cifra della pensione lorda sale, sale anche l’importo da restituire anticipato nella rata di gennaio 2019.
Tornando al caso di un pensionato con una pensione lorda di 3.500 euro. Nella rata di pensione, come abbiamo visto, avrà una rivalutazione dell’1,1% fino a 1.522,26 euro, dello 0,99% fino a 2.537,1 euro e dello 0,825% oltre tale cifra. La rata di pensione di gennaio 2019 sarà di 3.534,74 euro. Ma con il sistema di calcolo della Legge di Bilancio 2019 la rata di pensione da calcolarsi deve comprendere un aumento per rivalutazione pari al 0,517% della pensione, con un importo spettante di 3.518,10 euro. Quindi dovrà restituire per il mese di gennaio 2019 la cifra di 16,64 euro su base mensile. Ciò vuol dire che se l’Inps erogherà anche nella rata di pensione di febbraio 2019 la rivalutazione basata sul calcolo provvisorio ai sensi della legge 388/2000 il pensionato dovrà restituire 16,64 + 16,64 euro = 33,28.
Per l’analogo calcolo un pensionato con 4.000 euro lordi percepirà a gennaio 2018 la cifra di 4.038,86 euro ma aveva diritto a 4.020,68 euro e dovrà restituire 18,18 euro per il mese di gennaio. Un pensionato con 4.500 euro lordi di pensione, percepirà 4.542,98 euro ma aveva diritto a 4.522,28 euro e dovrà restituire 20,71 euro su base mensile. Per le pensioni sopra i 110.000 euro lordi, scatta inoltre la norma sulle pensioni d’oro.