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Voucher baby sitting lavoratrici autonome e imprenditrici: domande entro il 31/12

E’ entrato in vigore il Decreto del Ministero del lavoro che estende i voucher baby sitting anche alle lavoratrici madri e imprenditrici. La domanda per ottenere il beneficio, pari a 600 euro al mese per tre mesi, in alternativa al congedo parentale, va presentata all’Inps entro il 31 dicembre 2016. I fondi sono pari a 2 milioni di euro ed è prevista l’erogazione secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda.
A cura di Antonio Barbato
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E’ entrato in vigore il Decreto del Ministero del lavoro del 1 settembre 2016 che approva definitivamente i voucher baby sitting per le lavoratrici autonome e imprenditrici, alle quali spetta fino a 600 euro al mese per tre mesi. La dotazione finanziaria è di 2 milioni di euro e la domanda va effettuata entro il 31 dicembre 2016.

Il Decreto dettaglia la misura, a chi spetta, quanto spetta, quali sono le modalità di erogazione e come fare domanda all’Inps. Prima di affrontare tutti questi aspetti, chiariamo quali sono i diritti delle lavoratrici autonome e imprenditrici in caso di maternità, nel periodo successivo al congedo obbligatorio (astensione da lavoro) di cinque mesi, di cui, generalmente, due mesi prima del parto e tre mesi dopo il parto.

Prima di tutto, va chiarito che le lavoratrici autonome possono beneficiare del congedo parentale o, appunto, dal 2016, dei voucher baby sitting.

La normativa sui voucher baby sitting è stata introdotta dalla Riforma Fornero, la legge n. 92 del 28 giugno 2012, che per promuovere una cultura di maggiore condivisione dei compiti genitoriali e favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, all'art. 4, comma 24, lettera b), attribuisce alla madre lavoratrice, al termine del congedo obbligatorio e in alternativa al congedo parentale, la possibilità di avvalersi di voucher per l'acquisto di servizi di baby-sitting o per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati.

L’estensione del diritto ai voucher baby sitting alle lavoratrici autonome e alle imprenditrici è stata prevista dalla Legge di Stabilità 2016 (Legge 28 dicembre 2015, n. 208), che all’art. 1, comma 283 ha esteso il beneficio, nel limite di spesa di 2 milioni di euro per l’anno 2016, anche alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici. Pertanto è possibile, fino al 31 dicembre, richiedere il voucher.

I voucher baby sitting alle lavoratrici dipendenti sono state finanziate con 20 milioni di euro, sempre dalla Legge di Stabilità 2016. E tali fondi si sono esauriti.

L’elenco delle strutture accreditate eroganti servizi per l’infanzia sono indicate nel paragrafo 5 della circolare Inps n. 48 del 28 marzo 2013.

Alle lavoratrici autonome, ricordiamo, è stato concesso il diritto di fruire del congedo parentale dal Testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità, il D. Lgs n. 151/2001.

All’art. 66 tale decreto all’art. 66 prevede anche l’indennità di maternità per le lavoratrici autonome e le imprenditrici agricole e più precisamente il comma 1 prevede che alle lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali di cui alle leggi 26 ottobre 1957, n. 1047, 4 luglio 1959, n. 463, e 22 luglio 1966, n. 613, alle imprenditrici agricole a titolo principale, nonché alle pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne venga corrisposta una indennità giornaliera per il periodo di gravidanza e per quello successivo al parto.

I criteri per l’accesso ai voucher di baby sitting sono indicati nel Decreto del Ministero del Lavoro del 28 ottobre 2014. Ricordiamo che sono beneficiare dei voucher baby sitting anche le lavoratrici madri dipendenti del settore pubblico e privato, nonché le lavoratrici madri iscritte alla Gestione Separata.

Vediamo ora il contenuto del Decreto del Ministero del Lavoro del 1 settembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 2016, che estende il diritto ai voucher baby sitting anche alle lavoratrici autonome e imprenditrici.

Requisiti

L’art. 1 del decreto ministeriale dettaglia a chi spetta il contributo per l'acquisto dei servizi per l'infanzia. Esso spetta alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici, ivi comprese le coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali, imprenditrici agricole a titolo principale, nonche' le pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne di cui all'art. 66, comma 1, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

I voucher baby sitting spettano alle lavoratrici autonome e imprenditrici al termine del periodo di fruizione dell'indennità di maternità (congedo di maternità obbligatorio) e nei tre mesi successivi ovvero per un periodo massimo di tre mesi entro il primo anno di vita del bambino.

Tali lavoratrici autonome e imprenditrici hanno la facoltà di richiedere per l'anno 2016, in luogo del congedo parentale, un contributo utilizzabile alternativamente per il servizio di baby-sitting o per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, ai sensi dell'art. 4, comma 24, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92.

La richiesta può essere presentata anche dalle lavoratrici che abbiano usufruito in parte del congedo parentale.

La riduzione del congedo parentale: come funziona. La fruizione del beneficio, quindi dei voucher baby sitting, comporta, per ogni quota mensile richiesta, la corrispondente riduzione di un mese del periodo di congedo parentale spettante alla lavoratrice ai sensi dell'art. 69 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.

Quanto spetta

L’art. 2 del Decreto specifica la misura del beneficio (importo) e le modalità di erogazione.

I voucher baby sitting per lavoratrici autonome e imprenditrici consiste in un contributo, pari ad un importo massimo di seicento euro mensili, per un periodo complessivo non superiore a tre mesi, in base alla richiesta della lavoratrice interessata.

Il contributo per il servizio di baby-sitting viene erogato attraverso il sistema dei buoni lavoro di cui all'art. 49 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, mentre nel caso di fruizione della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, il beneficio consiste in un pagamento diretto alla struttura prescelta, fino a concorrenza del predetto importo massimo di seicento euro mensili, dietro esibizione da parte della struttura della richiesta di pagamento corredata della documentazione attestante l'effettiva fruizione del servizio.

La domanda all’Inps

L’art. 3 del Decreto stabilisce che per accedere al beneficio, la madre lavoratrice deve presentare domanda tramite i canali telematici entro il 31 dicembre 2016, indicando a quale delle due opzioni intende accedere, se al servizio di baby-sitting o per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, ai sensi dell'art. 4, comma 24, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92, visto che le soluzioni sono alternative.

La lavoratrice madre dovrà indicare, visto che i voucher baby sitting sono alternativi al congedo parentale, per quante mensilità intende usufruire del beneficio in alternativa al congedo parentale, con conseguente riduzione dello stesso.

La scelta del beneficio non può essere variata, salvo la presentazione di una nuova domanda entro il predetto limite temporale (31 dicembre 2016), che comporta la revoca della precedente.

Il beneficio viene poi erogato nel limite di spesa di 2 milioni di euro, secondo l'ordine di presentazione delle domande.

In caso di esaurimento delle risorse il decreto prevede che possa essere introdotto un limite legato al valore ISEE, ma solo con un successivo Decreto del ministero del lavoro. In alternativa, se possibile, potrà essere rifinanziata la misura, evitando la limitazione legata al valore massimo dell'indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare di appartenenza (ISEE) dell'anno di riferimento per accedere al beneficio.

In ogni caso qualora a seguito delle domande accolte sia stato raggiunto il limite di spesa di 2 milioni di euro, l'INPS non prende in considerazione ulteriori domande.

La domanda inoltrata sarà presa in carico dall’Inps che emetterà una comunicazione di accoglimento della domanda tramite canali telematici dell'INPS.

Una volta ricevuta tale comunicazione,  la lavoratrice deve procedere all'acquisizione del voucher entro i successivi 120 giorni tramite i medesimi canali telematici. La mancata acquisizione del voucher telematico entro il termine di 120 giorni si intende come rinuncia al beneficio.

Esclusioni e limitazioni

Non sono ammesse al beneficio le madri lavoratrici che relativamente al figlio per il quale intendono esercitare la facoltà ivi dedotta:

a) risultano esentate totalmente dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati convenzionati;

b) usufruiscono dei benefici di cui al Fondo per le politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità, di cui all'art. 19, comma 3, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248.

Nel caso in cui il diritto all'esenzione totale dal pagamento della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati convenzionati, venga riconosciuto successivamente all'ammissione al contributo, la lavoratrice decade dal beneficio dal giorno successivo al riconoscimento del diritto all'esenzione medesima, senza obbligo di restituzione delle somme percepite.

Elenco delle strutture pubbliche e private accreditate

L'INPS provvede, ove necessario, alla pubblicazione di apposite istruzioni sul sito istituzionale all'indirizzo: www.inps.it, sia in relazione all'elenco delle strutture eroganti servizi per l'infanzia aderenti alla sperimentazione di cui all'art. 4, comma 24, lettera b), della legge 28 giugno 2012, n. 92, sia per le modalità di pagamento dei servizi erogati dalle strutture medesime.

Nel caso di opzione per il contributo per l'accesso alla rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, la lavoratrice, prima della compilazione della domanda on-line per accedere al beneficio, è tenuta comunque a verificare la disponibilità dei posti presso la rete pubblica dei servizi per l'infanzia o le strutture private accreditate.

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