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730 errore del CAF, chi paga? Il contribuente per dichiarazione infedele

Se il 730 è stato inviato con errori da parte del CAF o del Commercialista, nonostante il lavoratore o pensionato ha consegnato il modello 730 perfettamente compilato, a subire le conseguenze è il contribuente, che rischia controlli e sanzioni per dichiarazione infedele, salvo poi potersi rivalere con il CAF stesso. A precisarlo è l’Agenzia delle Entrate in una circolare nella quale ha risposto ad un quesito.
A cura di Antonio Barbato
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730 errato

L’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 26/E del 7 luglio 2015 ha risposto ad un importante quesito riguardante le conseguenze in capo al contribuente per l’invio al Fisco di un modello 730 con degli errori, anche se commessi dal CAF o dal Commercialista o dal professionista abilitato al quale il contribuente si è rivolto. In un quesito il Fisco ha sostanzialmente detto che è il contribuente che viene sottoposto a controllo per un 730 con errore ed è quindi il contribuente che può subire le sanzioni per dichiarazione infedele previste dalla normativa fiscale. Ed è quindi il contribuente a pagare le sanzioni (dal 100% al 200%), salvo poi avere la possibilità di rivalersi sul CAF o il professionista che ha inviato la dichiarazione dei redditi.

Vediamo il quesito nel dettaglio. L’Agenzia delle Entrate ha risposto ad un quesito in materia di “Difformità tra la dichiarazione trasmessa e quella autocompilata”. Il quesito è il seguente: “Un contribuente consegna a un intermediario un modello 730 cartaceo compilato in ogni sua parte, compresi i documenti giustificativi, per la trasmissione alle Entrate. L’intermediario, per errore materiale nella digitazione dei dati nel computer, omette di inserire un reddito nella dichiarazione. Chi risponderà dell’errore?

La risposta del Fisco: 

“Il rilascio del visto di conformità (da parte del CAF) non implica il riscontro della correttezza degli elementi reddituali indicati dal contribuente (ad esempio, l'ammontare dei redditi fondiari, dei redditi diversi e delle relative spese di produzione), salvo l'ammontare dei redditi da lavoro dichiarati nel modello 730 che deve corrispondere a quello esposto nelle Certificazioni Uniche (sarebbero gli ex CUD).

Il contribuente è tenuto ad effettuare il controllo sui dati che ha indicato in dichiarazione, mentre il Caf/professionista è tenuto al controllo della documentazione rilevante ai fini del visto di conformità e al calcolo corretto delle imposte sulla base dei dati dichiarati.

Successivamente il soggetto che presta l’assistenza consegna all’assistito la dichiarazione elaborata.

Pertanto, il contribuente ha l’obbligo di integrare la dichiarazione nel caso in cui un reddito correttamente indicato nella dichiarazione autocompilata non è stato poi riportato nella dichiarazione elaborata dal Caf/professionista.

In caso contrario, il contribuente sarà soggetto al controllo da parte dell’Agenzia delle entrate per dichiarazione infedele, ma potrà rivalersi sul Caf/professionista per le sanzioni nel caso in cui ritenga che la responsabilità possa essere attribuita al soggetto che ha prestato l’assistenza”.

In sostanza l’Agenzia delle Entrate comunica al contribuente un importante concetto: aldilà dell’errore materiale dell’intermediario, il titolare dell’obbligazione tributaria è sempre il contribuente, che è quindi tenuto a controllare egli stesso l’operato del CAF ed eventualmente provvedere a sanare gli errori (presentando il 730 integrativo o il modello Unico), nonostante gli errori siano commessi dall’intermediario.

Le sanzioni per dichiarazione infedele. Vediamo quali sarebbero le conseguenze, le sanzioni amministrative e penali in caso di dichiarazione infedele, che sarebbe “il mancato riporto di elementi attivi (o l’indicazione di elementi passivi fittizi) di ammontare particolarmente rilevante”.

In materia di imposte dirette (quale è l’Irpef che è oggetto della presentazione della dichiarazione dei redditi e quindi del 730 precompilato), la dichiarazione infedele è punita con la sanzione amministrativa dal 100% al 200% della maggiore imposta o della differenza di credito (la sanzione si applica anche se nella dichiarazione sono esposte indebite detrazioni o deduzioni). In presenza di redditi prodotti all’estero, le relative sanzioni sono aumentate di un terzo.

La dichiarazione infedele può portare anche ad un reato punito con la sanzione penale della reclusione da 1 a 3 anni. Ma ciò avviene solo se il contribuente “sbaglia” le imposte per oltre 50 mila euro nel proprio 730.

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