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Bonus 80 euro 2018: ecco gli aumenti in buste paga

Il Governo ha introdotto nella Legge di Bilancio un aumento di 600 euro dei limiti di reddito per il diritto al Bonus di 80 euro di Renzi. Ma quali effetti ha sulla busta paga? Cosa cambia? Gli aumenti annuali nel cedolino paga vanno da 48 a 288 euro, per alcune categorie di lavoratori. Vediamo a chi spettano e come funziona in caso di contratto a tempo determinato, part-time o collaborazione cococo.
A cura di Antonio Barbato
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errori in busta paga

Con la pubblicazione della Legge di Bilancio 2018 è confermato l’aumento in busta paga del Bonus 80 euro di Renzi dal 2018 per alcune categorie di lavoratori e l’estensione della percezione del bonus anche a coloro che hanno un reddito superiore a 26.000 euro e fino a 26.600 euro.

Gli aumenti in busta paga, relativi al bonus di 80 euro, vanno da 48 a 288 euro e riguarderanno coloro che hanno un reddito superiore a 24 mila euro, con accesso al bonus anche per coloro che hanno un reddito da 26.000 a 26.600 euro, che prima erano esclusi.

Resta confermato il diritto al bonus, sempre nella misura massima di 960 euro annui in caso di rapporto di lavoro per tutto l’anno d’imposta, per coloro che hanno un reddito inferiore a 24 mila euro. E restano confermati i limiti reddituali per chi ha un contratto part-time o un tempo determinato.

Partendo da questa notizia base, vediamo quali sono le novità e come cambia la percezione del bonus Renzi in busta paga nel 2018.

Il Bonus 80 euro nella Legge di Bilancio 2018

 

Come già spiegato nel precedente articolo Bonus 80 euro di Renzi 2018: aumentano limiti di reddito e platea dei beneficiari, la Legge di Bilancio 2018 ha modificato le soglie di reddito per ottenere il bonus Irpef di 80 euro. Il limite di reddito per il Bonus Renzi passa da 24.000 a 24.600 euro per la misura piena del credito Irpef. E per la misura parziale il limite massimo passa da 26.000 euro a 26.600 euro.

La Legge di Bilancio 2018, in corso di approvazione, all’art. 18 stabilisce che: “Nel comma 1-bis dell’art. 13 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917, le parole 24.000 euro sono sostituite dalle seguenti 24.600 euro e le parole 26.000 euro, ovunque ricorrono, sono sostituite dalle seguenti 26.600 euro”.

Tale variazione può essere spiegata come l’intendo di incrementare i limiti reddituali utili al fine della determinazione del beneficio del bonus di cui all’art. 13, comma 1-bis del TUIR prevedendo la spettanza di un credito annuale pari a 960 euro, che vada rapportato al periodo di lavoro svolto nell’anno, per un reddito complessivo non eccedente dal 2018 i 24.600 euro (a fronte del precedente limite di 24.000 euro). Tale credito è decrescente fino ad annullarsi in presenza di un reddito complessivo pari o superiore a 26.600 euro in vigore dal 2018 (a fronte del precedente limite di 26.000 euro).

 

Come cambia il bonus 80 euro in busta paga nel 2018

Per rendere più concreto quanto detto finora si riportano gli effetti che la variazione alle soglie di reddito per il diritto al bonus provocheranno nelle buste paga dei lavoratori dipendenti.

Si considera un intervallo di redditi compreso tra 24.100 euro e 26.600 euro e si riportano gli importi del bonus fino al 2017, gli importi annuali che i lavoratori percepiranno in aggiunta al proprio reddito a seguito delle modifiche della Legge di Bilancio 2018 nonché l’incremento annuale di cui i lavoratori beneficeranno:

  • Con 24.100 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 912 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 48 euro;
  • Con 24.200 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 864 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 96 euro;
  • Con 24.300 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 816 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 144 euro;
  • Con 24.400 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 768 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 192 euro;
  • Con 24.500 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 720 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 240 euro;
  • Con 24.600 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 672 euro nel 2017, mentre percepirà 960 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 24.700 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 624 euro nel 2017, mentre percepirà 912 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 24.800 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 576 euro nel 2017, mentre percepirà 864 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 24.900 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 528 euro nel 2017, mentre percepirà 816 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.000 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 480 euro nel 2017, mentre percepirà 768 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.100 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 432 euro nel 2017, mentre percepirà 720 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.200 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 384 euro nel 2017, mentre percepirà 672 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.300 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 336 euro nel 2017, mentre percepirà 624 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.400 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 288 euro nel 2017, mentre percepirà 576 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.500 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 240 euro nel 2017, mentre percepirà 528 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.600 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 192 euro nel 2017, mentre percepirà 480 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.700 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 144 euro nel 2017, mentre percepirà 432 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.800 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 96 euro nel 2017, mentre percepirà 384 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 25.900 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 48 euro nel 2017, mentre percepirà 336 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 26.000 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 288 euro nel 2018, con un incremento annuale di 288 euro;
  • Con 26.100 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 240 euro nel 2018, con un incremento annuale di 240 euro;
  • Con 26.200 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 192 euro nel 2018, con un incremento annuale di 192 euro;
  • Con 26.300 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 144 euro nel 2018, con un incremento annuale di 144 euro;
  • Con 26.400 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 96 euro nel 2018, con un incremento annuale di 96 euro;
  • Con 26.500 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 48 euro nel 2018, con un incremento annuale di 48 euro;
  • Con 26.600 euro di reddito complessivo, nel 2017 il contribuente riceveva 0 euro nel 2017, mentre percepirà 0 euro nel 2018.

Gli importi sopra descritti si riferiscono ad un rapporto di lavoro che dura per tutto l’anno 2018, quindi 365 giorni di lavoro.

Da tale studio si evince chiaramente che per i lavoratori che rientrano tra i 24.500 ed il 25.000 euro di reddito complessivo ci sarà un buon aumento annuale grazie alla variazione dei limiti minimi e massimi.

Inoltre, per i dipendenti che superano i 26.000 euro di reddito annui e che fino a quest’anno erano esclusi dal beneficio, potranno godere del bonus anche se in misura esigua fino al raggiungimento dei 26.600 euro di reddito annui. Si amplia cosi la platea dei beneficiari del bonus 80 euro Renzi.

Quando si parla di reddito complessivo si intende il reddito imponibile fiscale sul quale viene calcolata la tassazione Irpef e quindi la norma non fa riferimento solo al reddito da lavoro dipendente, ma anche alle altre tipologie di reddito.

Il reddito imponibile fiscale è diverso dalla RAL (Retribuzione annua lorda) o dall'imponibile previdenziale, in quanto quest'ultimo comprende anche la quota dei contributi Inps a carico del lavoratore dipendente.

Bonus 80 euro 2018: importi in busta paga mensile

Sempre per coloro che lavorano tutto l’anno e percepiscono un reddito che va da 8.174 euro a 24.600 euro, il bonus di 80 euro di Renzi verrà percepito nella misura piena di 960 euro, calcolati su base annuale. Siccome il calcolo del credito Irpef di cui all’art. 1 del D.L. 66/2014 (meglio conosciuto come Bonus Renzi), avviene in questo modo: 960 diviso 365 per il numero di giorni di detrazione per lavoro dipendente del mese, avremo la seguente situazione:

  • 81,53 euro nei mesi dell’anno di 31 giorni (gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre e dicembre);
  • 78,90 euro nei mesi dell’anno di 30 giorni (aprile, giugno, settembre, novembre)
  • 73,64 euro nel mese di febbraio che è di 28 giorni.

A beneficiare dell’aumento in busta paga saranno coloro che hanno un reddito complessivo nell’anno d’imposta 2018 che va 24.000 a 24.600 euro. Queste persone infatti percepiranno un aumento che va da 48 a 288 euro.

L’aumento si concretizza poi per coloro che lavorano tutto l’anno e percepiscono un reddito da 24.700 a 26.000 euro. Queste categorie di lavoratori percepiscono una misura del bonus che è inferiore a 960 euro, quindi occorre effettuare un doppio calcolo: prima l’entità annuale del bonus e poi la ripartizione dello stesso nelle varie mensilità, sempre col sistema di calcolo sopra descritto.

Per fare un esempio, un lavoratore con un reddito di 25.500 euro, come abbiamo visto sopra percepirà un aumento annuale effettivo di 240 euro in quanto incasserà nel 2018, in tutte le buste paga, un totale di 528 euro, mentre nell’anno 2017 avrà percepito a parità di reddito 288 euro in meno, ossia 240 euro di Bonus Renzi.

Come si calcolano i 528 euro annuali? Bisogna calcolare 960 euro moltiplicato (26.600-25.500)/2000. In sostanza percepisce il 55% del totale di 960 euro, ossia 528 euro.

Come viene ripartito nei mesi? Con lo stesso calcolo di cui sopra, ossia 528 diviso 365 giorni per il numero di giorni del mese della detrazione per lavoro dipendente, quindi in questo specifico caso il lavoratore contribuente con 25.500 euro di reddito percepirà la cifra di:

  • 528/365*31 = 44,84 euro nei mesi dell’anno di 31 giorni (gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, ottobre e dicembre);
  • 528/365*30 = 43,40 euro nei mesi dell’anno di 30 giorni (aprile, giugno, settembre, novembre);
  • 528/365*28 = 40,50 euro nel mese di febbraio che è di 28 giorni.

Per coloro che hanno un reddito da 26.000 a 26.600 euro, se nel 2017 non vi era più diritto al bonus di 80 euro di Renzi, dal 2018 spetterà un importo a titolo do Bonus Renzi. Come abbiamo visto, sopra percepiranno una cifra che va dai 240 euro per chi ha un reddito da 26.100 euro fino ai 48 euro per chi ha un reddito da 26.500 euro. Anche in questi casi l’effettivo bonus percepito nelle singole buste paga andrà calcolato in base ai giorni di detrazione per lavoro dipendente spettanti nel mese.

L'attuale normativa sul Bonus 80 euro 2017

Fino all'anno d'imposta 2017 per la spettanza del Bonus 80 euro di Renzi si è fatto riferimento a quanto previsto dal comma 1-ter dell’art. 13 del TUIR il quale recita: “Qualora l’imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi del comma 1, compete un credito rapportato al periodo di lavoro nell’anno che non concorre alla formazione del reddito di importo pari a:

  • 960 euro, se il reddito complessivo non è superiore a 24.000 euro;
  • 960 euro, se il reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro. Il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.”.

Quindi, superata la soglia dei 26.000 euro di reddito il lavoratore non ha più diritto alla corresponsione del bonus. Questo fino all’anno d’imposta 2017.

Tuttavia con la Legge di Bilancio 2018 le cose sono cambiate e l’aumento di 600 euro delle soglie di reddito previste come limite minimo e massimo, porterà un incremento della platea dei soggetti beneficiari del bonus.

La nuova normativa sul bonus 80 euro 2018

Per effetto della Legge di Bilancio 2018 il dettato normativo che regola la corresponsione del bonus 80 euro Renzi subirà una modifica, in quanto come già detto in precedenza le soglie stabilite come limite minimo e massimo di reddito aumenteranno di 600 euro passando da 24.000 a 24.600 e da 26.000 a 26.600. Questo per l’anno d’imposta 2018.

Il comma 1-ter dell’art. 13 del TUIR: “Qualora l’imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi del comma 1, compete un credito rapportato al periodo di lavoro nell’anno che non concorre alla formazione del reddito di importo pari a:

  • 960 euro, se il reddito complessivo non è superiore a 24.600 euro;
  • 960 euro, se il reddito complessivo è superiore a 24.600 euro ma non a 26.600 euro. Il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.600 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.”.

Come abbiamo visto con esempi concreti, la variazione dei limiti consentirà a chi già beneficiava del bonus di 80 euro di vedersi corrisposte somme maggiori in busta paga e a chi, fino al 2017, non aveva diritto al bonus la corresponsione dello stesso anche se in misura esigua in quanto calcolato in relazione al proprio reddito annuale.

Bonus 80 euro per chi non lavora tutto l’anno

Finora abbiamo trattato tutti quei casi in cui i lavoratori percepiscono un reddito da 24 mila, 26 mila euro e abbiamo detto che oltre 8.174 euro spetta il Bonus di 80 euro di Renzi, in misura piena pari a 960 euro per coloro che percepiscono un reddito da 8.174 euro a 24.600 euro. Ma il riferimento è a coloro che percepiscono un reddito per l’intero anno.

Ovviamente esistono una vasta platea di lavoratori che hanno la possibilità di lavorare un numero di mesi nell’anno inferiori a dodici. Si pensi ai contratti a tempo determinato, ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, ma anche ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato ma che iniziano il rapporto durante l’anno, oppure perdono il posto di lavoro durante l’anno e percepiscono poi la Naspi (che tra l’altro dà diritto al bonus di 80 euro).

Ebbene in tutti questi casi va considerata la regola generale che il Bonus di 80 euro spetta laddove l’imposta lorda superi la detrazione per lavoro dipendente.

Ciò vuol dire che il bonus, nella misura di 960 euro annui ma che si concretizza in 2,63 euro per ogni giorno lavorato può spettare solo se si realizza il requisito, ossia se nel calcolo del reddito relativo al rapporto di lavoro, anche inferiore all’anno, vi sia un’imposta lorda (ossia l’Irpef lorda che calcolata moltiplicando il reddito per le aliquote Irpef del 23% fino a 15.000 euro e del 27% oltre 15.000 euro) che supera la detrazione per lavoro dipendente, sempre calcolata in base ai giorni di lavoro.

Ne consegue che può spettare il bonus di 80 euro anche per un rapporto di lavoro di un mese. E non è da considerarsi 8.174 euro il reddito minimo per il diritto al Bonus di 80 euro. Approfondiamo meglio questo aspetto che risulta decisivo per tanti lavoratori precari.

 

Quando il bonus di 80 euro spetta con reddito inferiore a 8.000 euro

Quando un lavoratore matura un reddito che comporta un’imposta lorda superiore alla detrazione per lavoro dipendente, senza considerare le detrazioni per carichi di famiglia, ossia quando un lavoratore non è incapiente perché paga un’imposta Irpef netta, scatta il diritto al bonus di 80 euro di Renzi.

Il limite minimo di 8.174 euro si riferisce ad un lavoratore che lavora tutto l’anno e solo percependo un reddito superiore a tale limite l’imposta lorda supera la detrazione per lavoro dipendente.

Se il lavoratore lavora con un contratto a tempo determinato di sei mesi ad esempio, può aver diritto al bonus di 80 euro di Renzi. Occorre però osservare che nel TUIR vi è una detrazione minima in caso di contratto a tempo determinato di 1.380 euro, quindi più alta rispetto ai 690 euro previsti per i rapporti di lavoro che non sono a tempo determinato. Quindi occorre che il reddito da lavoro dipendente superi circa 6.000 euro di reddito in caso di contratto a tempo determinato ma anche collaborazione coordinata e continuativa.

 

Bonus 80 euro in caso di part-time

Anche per il contratto a tempo parziale a tempo indeterminato, o che comunque dura per tutto l’anno d’imposta, valgono le considerazioni di cui sopra, con la conseguenza che un part-time al 50%, per il diritto al bonus di Renzi, deve superare gli 8.174 euro di reddito da lavoro dipendente, se trattasi di un rapporto di lavoro a tempo parziale che dura tutto l’anno.

In caso di part-time a tempo determinato, vale la considerazione di cui sopra, ossia che essendo presente nel TUIR una detrazione minima di 1.380 euro in caso di rapporto a tempo determinato, è necessario che il part-time a tempo determinato comporti al contribuente un reddito da lavoro dipendente dal punto di vista fiscale, o comunque un reddito complessivo, superiore a circa 6.000 euro. Indipendentemente dalla durata del part-time.

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