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Chiusura della partita Iva inattiva: arriva la sanatoria con l’F24

Ai contribuenti titolari di partita IVA inattiva da 3 anni, il Fisco concede la chiusura con sanatoria. Si tratta di una sanzione ridotta di 129 euro da pagare entro il 4 ottobre per evitare la revoca d’Ufficio. Vediamo le istruzioni.
A cura di Antonio Barbato
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partite iva inattive

Le partite iva inattive da oltre 3 anni possono essere chiuse con il versamento di una sanzione ridotta di 129 euro da versare tramite il modello F24 entro il prossimo 4 ottobre (90 giorni). Dopo tale data verranno attivate le procedure di chiusura d’ufficio con applicazione della sanzione piena. E’ quanto previsto dalla Manovra Correttiva voluta dal Governo con il Decreto Legge n. 98 del 2011.

Si tratta di una sanatoria che il Fisco concede ai contribuenti titolari di partita IVA che non hanno presentato tempestivamente la dichiarazione di cessazione dell’attività, che per tre anni consecutivi non hanno esercitato attività d’impresa o di arti e professioni e che non hanno presentato la dichiarazione annuale Iva, anche se obbligati.

Agevolazione per evitare la chiusura con sanzione piena da 516 a 2.065 euro. Il Fisco concede questa chiusura agevolata e volontaria ai contribuenti prima di applicare  la normativa sulla violazione dell’obbligo di presentare tempestivamente la dichiarazione di cessazione dell’attività (art. 35 del D.P.R. 633/72), che ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. n. 471/97 prevede una sanzione piena da 516 a 2.065 euro.

2 milioni di partite IVA inattive chiuse d’ufficio. Il Decreto Legge n. 98/2011 prevede infatti che l’Anagrafe tributaria deve essere ripulita dalle 2 milioni di partite IVA inattive e quindi, alla scadenza del termine del 4 ottobre per i contribuenti che non hanno pagato la sanzione ridotta (129 euro appunti) ad un quarto della sanzione minima (516 euro), è prevista la revoca della partita IVA con una comunicazione dell’Ufficio ai contribuenti, con tanto di applicazione della sanzione piena.

Tale provvedimento sarà notificato nei modi e nei termini di legge ed è impugnabile davanti alle commissioni tributarie. Fino ad oggi la chiusura della partita iva inattiva avveniva solo su richiesta del contribuente e mai su iniziativa dell’Ufficio. E le partite IVA in Italia per questo motivo sono 7 milioni, un numero notevolmente più elevato rispetto agli altri Stati UE.

Istruzioni per il versamento con il modello F24

Il contribuenti titolare di una partita iva dormiente può mettersi in regola con una operazione molto semplice: pagare la cifra di 129 euro con il modello “F24 Versamenti con elementi identificativi”. La scadenza per il versamento è il 4 ottobre 2011, ossia 90 giorni dalla pubblicazione del Decreto Legge. Pagato l’importo, non è più necessaria la dichiarazione di cessazione dell’attività attraverso il modello AA7 (per i soggetti diversi dalle persone fisiche) o AA9 (per le imprese individuali e i lavoratori autonomi).

I dati da indicare sono i seguenti:

  • Va utilizzato il codice tributo 8110 (istituito con la Risoluzione n. 72/E dell’Agenzia delle Entrate);
  • Va riportato nel modello F24 il numero della partita IVA da chiudere e l’anno di cessazione dell’attività.

E più precisamente la compilazione del modello F24 con elementi identificativi è la seguente:

  • Nella sezione “contribuente”, vanno indicati i dati anagrafici ed il codice fiscale del contribuente che versa;
  • Nella sezione “erario ed altro”, va indicata la lettera R nel capo “tipo”;
  • Nel campo “elementi identificativi” va indicata la partita IVA da cessare;
  • Nel campo “codice” va indicato il codice tributo 8110;
  • Nel campo “anno di riferimento” va indicato l’anno di cessazione dell’attività.

Niente compensazione. La partita IVA verrà poi chiusa sulla base dei dati indicati nel modello F24 pagato. L’importo di 129 euro non può essere compensato con eventuali crediti spettanti al contribuente interessato. Il versamento è necessario pena la perdita della chiusura della partita Iva con la sanzione ridotta e agevolata.

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