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Disoccupazione e beni primari costringono a casa. Secondo Istat, altro che bamboccioni

Aumenta il numero dei giovani costretti a casa con i genitori. Eppure cresce anche il numero di quelli che vorrebbero abbandonare il tetto paterno. Bamboccioni? No, semplicemente senza impiego, né casa.
A cura di Danilo Massa
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Disoccupazione giovanile: fuori casa con questa alternativa?

Il numero dei giovani inattivi cresce ed il sospetto che l'Italia sia composta da bamboccioni sembra essere fugato dai dati dell'Istat e dallo stretto rapporto che questi hanno con le conseguenze della crisi economica. Il 65,8% dei giovani con età compresa trai 18 e i 29 anni rientra nell'inattività dei Neet, i "Non in education, employment or training", coloro che cioè non studiano e non lavorano.

Se nel 2008 la possibilità di entrare a far parte dei Neet era del 68,6%, nel primo trimestre del 2009 – dopo e durante la crisi che accresce il numero dei disoccupati – è salita al 73,3%. Il tutto in quadro morale in cui la gioventù accresce il proprio desiderio di uscire di casa: nel 2003 era il 45,1% dei giovani a voler trovare la propria strada fuori dalla famiglia nel giro di massimo tre anni.

In particolare, la percentuale di giovani che dichiara di voler uscire dalla famiglia di origine nei prossimi tre anni cresce dal 45,1% del 2003 al 51,9% del 2009. Un segnale importante che indica il peso della situazione economica sulle scelte di una generazione gravata da disoccupazione e inflazione dei beni primari. Non è un caso se tra le ragioni che costringono nella famiglia di origine vengono indicate cause economiche (40,2%), seguite a discreta distanza da motivi di studio (31,4%).

Di chi individua nel costo della vita la scelta (non libera) di restare a casa, il 26,5% esprime la difficoltà di trovare casa, mentre il 21% quella di trovare lavoro. Assenza del bene primario costituito dalla casa e disoccupazione, dunque.

I giovani con un'età compresa tra i 25 ed i 29 anni hanno visto aumentare il periodo di convivenza con i propri genitori dal 1983, passando dal 34,5% al 59,2%. Similmente per le persone tra i 30 e i 34 anni, delle quali il 28,9% resta a casa secondo i dati del 2009, contro l'11,8% del 1983.

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