Il Governo mette fine alle polemiche, scatenatesi dopo le recenti chiusure al pubblico del Colosseo e dei Fori Imperiali a Roma, e degli scavi a Pompei, varando il 18 settembre scorso in Consiglio dei Ministri il decreto legge “Colosseo”, con cui musei e siti archeologici diventano servizi pubblici essenziali. L’approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro esamina il nuovo quadro normativo e gli effetti sugli utenti.
Per capire concretamente cosa significa questo provvedimento – che modifica la legge n. 146 del 1990, che regolamenta l’astensione dal lavoro nei servizi pubblici essenziali – e quali conseguenze comporta per visitatori e lavoratori, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha redatto un approfondimento ad hoc, che esamina il quadro normativo, le comunicazioni da effettuare preventivamente per proclamare lo sciopero e gli evidenti vantaggi per l’utenza derivanti dalla nuova regolamentazione.
D’ora in avanti, dunque, i lavoratori dipendenti che prestano attività presso i Beni Culturali, pubblici e privati, prima di convocare un’assemblea o proclamare un’agitazione sindacale dovranno confrontarsi anche con la Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali, oltre a dare preavviso per iscritto ad imprese o amministrazioni che regolano il servizio. L'Authority, quindi, potrà anche decidere la sospensione o il differimento dell’astensione o addirittura precettare i lavoratori interessati nel caso di effettuazione dello sciopero. In caso di violazioni, sono previste sanzioni pecuniarie per sindacati ed imprese erogatrici del servizio e sanzioni disciplinari e pecuniarie per i lavoratori, che però escludono il licenziamento.
La Fondazione Studi nel proprio approfondimento risponde alla domanda: “Ma cosa significa concretamente e quali sono le conseguenze per i visitatori ed i lavoratori?”. Ecco la risposta.
Quadro normativo sulla libertà sindacale e di sciopero
La questione nasce dal diritto per i lavoratori di libertà sindacale e di sciopero. Si tratta di diritti fondamentali riconosciuti dalla costituzione. Lo sciopero non risulta compiutamente regolamentato con una specifica legge attuativa del principio costituzionale contenuto all’articolo 40, con conseguente rischio anche di improvvise chiusure di attività o luoghi di lavoro, a causa di lavoratori che decidono di esercitare tale diritto. Tuttavia, una legge del 1990 – allo scopo di contemperare l'esercizio del diritto di sciopero con il godimento di altri diritti fondamentali della persona – prevede precise regole e procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare comunque il funzionamento di alcuni servizi ritenuti essenziali. Ed è proprio sulla legge n.146/1990 che interviene l’Esecutivo inserendo anche i musei ed i siti archeologici tra i servizi ritenuti essenziali per la persona. Vediamo quali sono le conseguenze.
Diritto di sciopero: cosa cambia per i lavoratori
Per proclamare uno sciopero occorre preventivamente comunicarlo per iscritto sia alle imprese o amministrazioni che erogano il servizio. Il preavviso è fissato dai contratti collettivi per un periodo comunque non inferiore a 10 giorni. La comunicazione del preavviso deve contenere la durata, le modalità di attuazione e le motivazioni dell'astensione collettiva dal lavoro. Ma la comunicazione dovrà essere indirizzata anche alla ‘Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali' che si dovrà esprimere sulla legittimità dello stesso.
L'Authority può decidere anche la sospensione o il differimento dell’astensione o arrivare anche alla precettazione dei lavoratori interessati, nel caso di effettuazione dello sciopero.
Le sanzioni in caso di violazioni possono essere di natura pecuniaria per le associazioni sindacali e i responsabili delle imprese erogatrici. I lavoratori saranno invece esposti al rischio di sanzioni disciplinari anche pecuniarie ma comunque diverse dal licenziamento.
Cosa cambia per gli utenti
È evidente che questa modifica garantisce maggiormente i visitatori dei musi e dei siti archeologici, considerato che di fatto viene impedita l'improvvisa proclamazione dello sciopero. Infatti la comunicazione preventiva dell'intenzione di astenersi collettivamente dalla prestazione lavorativa ha anche la finalità di consentire alle imprese o amministrazioni erogatrici del servizio di adottare le misure idonee ed effettuare le comunicazioni all’utenza, evitando così i disservizi che si sono creati nei giorni scorsi.