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Il Ministero conferma: nessuna sanzione per i professionisti che non hanno il POS in studio

Nessuna sanzione è prevista per i professionisti che non installano il POS in studio, nonostante l’obbligo di accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito per importi superiori a 30 euro. A confermarlo è il Ministero dell’Economia in risposta ad un interrogazione parlamentare. Confermato l’orientamento del Consiglio nazionale forense. Ma il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi dice: “Pagamenti elettronici in Italia troppo ridotti. Tavoli di confronto con le banche per ridurre i costi legati alla disponibilità e l’utilizzo del POS”.
A cura di Antonio Barbato
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Il Ministero dell’Economia ha risposto ad un interrogazione parlamentare del 11 giugno 2014 confermando che per i professionisti che non predispongono la necessaria strumentazione per accettare i pagamenti con moneta elettronica (ossia il POS in studio) non risulta associata nessuna sanzione. Viene quindi confermato l’orientamento del Consiglio Nazionale forense in merito.

L’interrogazione parlamentare, promossa dall’onorevole Causi, riguardava le “problematiche relative all'obbligo per i soggetti che esercitano attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito” e fornisce alcuni importanti spunti.

La parte della risposta del Ministero dell’Economia che conferma la mancanza di sanzioni e, di fatto,  l’orientamento dell’Ordine degli Avvocati, è la seguente: “Per quanto riguarda la circolare interpretativa del Consiglio nazionale forense, ugualmente citata nell'interrogazione, essa interpreterebbe la normativa nel senso di introdurre un onere, piuttosto che un obbligo giuridico, il cui campo di applicazione sarebbe limitato ai casi nei quali sarebbero i clienti a richiedere al professionista la forma di pagamento tramite carta di debito.

In tal senso, sembra in effetti deporre il fatto che non risulta associata alcuna sanzione a carico dei professionisti che non dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia dei pagamenti effettuabili con moneta elettronica”.

L’obbligo di dotarsi del POS, tanto discusso, nasce dall’art. 15 del D. L. n. 179 del 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 221 del 2012, che ha stabilito che “a decorrere dal 1 gennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito”. E per i pagamenti superiori a 30 euro.

Con il comma 5 si rimandava la regolamentazione della disciplina ad uno o più decreti del Ministero dello sviluppo economico, con tanto di allargamento dell’obbligo a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili. Decreto che è giunto il 24 gennaio 2014. In successiva fase, per dare attuazione alla normativa, è stato previsto un regime transitorio che prevede l’obbligo solo per chi ha un fatturato di oltre 200 mila euro. Ma dal 30 giugno 2014 l’obbligo di accettare pagamenti mediante carte di credito (con il conseguente obbligo di installare il POS in studio) scatta per tutti. Professionisti e attività commerciali.

All’obbligo di accettare strumenti di pagamento elettronici hanno risposto prima il Consiglio nazionale degli Architetti con un’istanza cautelare respinta dal TAR perché “il Decreto impugnato sembra rispettare i limiti contenutistici ed i criteri direttivi fissati dalla richiamata fonte legislativa”, poi il Consiglio nazionale Forense con la circolare interpretativa, poi risultata avallata dal Ministero.

E’ ormai certo che l’obbligo entra in vigore, ma senza sanzione. E che la portata innovativa della legge, fatta male e applicata peggio, non porterà a nessuna installazione del POS e quindi accettazione dei pagamenti con strumenti elettronici negli studi professionali italiani.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi in uno dei recenti interventi: “E` un provvedimento che ho ereditato. Tuttavia, nel valutarlo, occorre partire da un dato di fatto: l`incidenza dei pagamenti elettronici in Italia è decisamente troppo ridotta rispetto alla media degli altri Paesi europei. Non possiamo aspettare ancora, il costo legato al massiccio uso del contante è ormai eccessivo per il nostro sistema e per voi imprenditori. Tuttavia, comprendo le vostre richieste e le vostre preoccupazioni: dobbiamo evitare di imporvi un ulteriore onere legato all`esercizio della vostra attività”.

Il Ministero nella risposta all’interrogazione conferma la “necessità di promuovere la diffusione e l'uso dei pagamenti con carte di debito e credito su vasta scala” e ritiene opportuno che ”al fine di massimizzare i vantaggi connessi all'implementazione della tecnologia nei sistemi di pagamento e, nel contempo, minimizzare l'incidenza degli oneri a carico delle imprese, commercianti e professionisti, vengano attivati una serie di tavoli di confronto con le banche e con gli altri operatori di mercato per ridurre i costi legati alla disponibilità e all'utilizzo dei POS, e sfruttare a vantaggio del sistema i margini di efficienza esistenti, ottenendo così una significativa compressione dei costi ed una soluzione che consenta di superare le difficoltà insite nel cambiamento prospettato”.

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