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Legge Fornero anticostituzionale: ecco quanti euro spettano ad ogni pensionato

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma contenuta nella Legge Fornero che ha bloccato le perequazioni delle pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo (superiori a 1.443 euro) per gli anni 2012 e 2013. Ecco quanti euro deve restituire lo Stato ad ogni singolo pensionato. Ecco i primi esempi di calcolo degli arretrati spettanti dall’Inps.
A cura di Antonio Barbato
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La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma contenuta nella Legge Fornero che blocca la perequazione delle pensioni  (aumento annuale della pensione legato al costo della vita) dal 2012 ai pensionati che hanno una pensione superiore a 3 volte il trattamento minimo, ossia superiore a 1.405 euro lordi mensili. La conseguenza di tale sentenza è che lo stato dovrà “restituire” ai pensionati 1,8 miliardi di euro nel 2012 e 3 miliardi di euro nel 2013.

Ma quanti euro saranno restituiti ad ogni pensionato?

Interessati i pensionati con una pensione lorda mensile superiore a 1.443 euro (1.405 rivalutate). Gli effetti di questa sentenza sono chiari: ai pensionati spettava l’adeguamento in aumento della pensione ogni anno e quindi la norma che lo vietava è illegittima. Quindi tutte le pensioni erogate dall’Inps superiori a 3 volte il trattamento minimo, ossia superiori 1405 euro mensili lorde, dovranno essere ricalcolate ed ai pensionati spetta un adeguamento della pensione con tanto di pagamento degli arretrati da parte dell’Inps.

Ecco quanti euro dovrà restituire l’Inps ad ogni pensionato

La percentuale di perequazione per l’anno 2012 è pari al 2,7% mentre per l’anno 2013 al 3%. Questa è la percentuale dell’aumento mensile della pensione negato ai pensionati per il blocco della perequazione deciso dalla Riforma Fornero. Gli adeguamenti e quindi gli arretrati di pensione dovranno essere erogati dall’Inps a chi ha avuto nel 2012 una pensione superiore a 1.443 euro lordi al mese. Forniamo alcuni esempi di calcolo degli arretrati.

Pensionato con una pensione lorda di 1.600 euro. Si tratta di un assegno pensionistico che è tra 3 e 4 volte il trattamento minimo. A questo pensionato sono state erogate 1.600 euro al mese nel 2012 e nel 2013 (nessun aumento). Per effetto della sentenza gli andranno restituiti 42 euro circa al mese per tutto l’anno 2012 e 91 euro circa al mese per tutto l’anno 2013. Non solo, un ulteriore norma contenuta nella legge 147 del 2013 ha ridotto l’indice di perequazione per chi ha una pensione superiore a 4 volte il trattamento minimo. Anche per l’anno 2014 il pensionato dovrà ricevere in restituzione 93 euro circa mensili.

Pensionato con una pensione lorda di 2.100 euro. Si tratta di un assegno pensionistico che tra 4 e 5 volte il trattamento minimo. A questo pensionato sono state erogate 2.100 euro al mese nel 2012 e nel 2013 (nessun aumento). Per effetto della sentenza gli andranno restituiti 54 euro circa al mese per tutto l’anno 2012 e 117 euro circa al mese per tutto l’anno 2013. Non solo, un ulteriore norma contenuta nella legge 147 del 2013 ha ridotto l’indice di perequazione per chi ha una pensione superiore a 4 volte il trattamento minimo. Anche per l’anno 2014 il pensionato dovrà ricevere in restituzione 123 euro circa mensili.

Pensionato con una pensione lorda di 3.100 euro. Si tratta di un assegno pensionistico 6 volte il trattamento minimo. A questo pensionato sono state erogate 3.100 euro al mese nel 2012 e nel 2013 (nessun aumento). Per effetto della sentenza gli andranno restituiti 76 euro circa al mese per tutto l’anno 2012 e 162 euro circa al mese per tutto l’anno 2013. Non solo, un ulteriore norma contenuta nella legge 147 del 2013 ha ridotto l’indice di perequazione per chi ha una pensione superiore a 4 volte il trattamento minimo. Anche per l’anno 2014 il pensionato dovrà ricevere in restituzione 182 euro circa mensili.

Le cifre sopra indicate sono al lordo, quindi sugli arretrati l'Inps applicherà la tassazione Irpef.

Ecco spiegato perché l’Inps dovrà erogare complessivamente 5 miliardi di euro di arretrati per effetto della sentenza della Corte Costituzionale. Si attendono quindi gli effetti della sentenza. Che come abbiamo visto non riguardano solo il 2012 e 2013, ma anche gli anni successivi 2014 e anche 2015.

La norma ritenuta anticostituzionale è il comma 25 dell’art. 24 del D. L. 201 del 2011 (Riforma Fornero). La Consulta ha ritenuto che la norma, “se vagliata sotto i profili della proporzionalità e adeguatezza del trattamento pensionistico” ha valicato i “limiti di ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere di acquisto del trattamento stesso e con irrimediabile vanificazione delle aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il tempo successivo alla cessazione della propria attività". La Consulta chiarisce, infine, che con il blocco della riforma Fornero si produce ai pensionati un danno a lungo termine considerato che “le successive rivalutazioni saranno, infatti, calcolate non sul valore reale originario, bensì sull’ultimo importo nominale, che dal mancato adeguamento è già stato intaccato".

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