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Sentenza pensioni, arriva il “bonus Poletti”: ecco quanto spetta ad ogni pensionato

Dopo la sentenza pensioni della Corte Costituzionale il Governo Renzi ha deciso erogare un “bonus Poletti” il 1 agosto 2015 a circa 3,7 milioni di pensionati. Gli importi del rimborso: una tantum di € 750, € 450 e € 278 ai pensionati con una pensione lorda da € 1.700 a € 2.700 (esclusi i circa 700 mila con una pensione lorda superiore a € 3.200). Si tratta però solo di un piccolo rimborso, una misura parziale a fronte del totale del credito vantato dai pensionati nei confronti dell’Inps e dello Stato. Ecco tutti i calcoli, ecco perché.
A cura di Antonio Barbato
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Il Governo Renzi nel Consiglio dei Ministri del 18 maggio ha deciso che ad agosto verrà erogato a circa 3,6 milioni di pensionati un rimborso per effetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della perequazione automatica delle pensioni, la rivalutazione per gli anni 2012-2015 delle pensioni superiori a 1.443 euro lordi. Verrà erogato un “bonus Poletti” da 278 a 750 euro il 1 agosto 2015 ai pensionati con una pensione lorda da 1.700 a 2.700. Ma si tratta solo di un piccolo rimborso a fronte del credito vantato dai pensionati calcolando la rivalutazione spettante negli anni 2012-2015.

Dal rimborso erogato ad agosto sono inoltre esclusi invece 700 mila pensionati con una pensione lorda superiore a 3.200 euro. E che sono anche coloro che vantano un credito più alto per effetto della rivalutazione che spetta dal 2012 al 2015.

Il rimborso bonus Poletti: da 278 a 750 euro

Vediamo quanto rimborsa il Governo Renzi con il “bonus Poletti” e quanti euro di crediti vantano ogni pensionato interessato dal rimborso. E pertanto a quanto ammonta il credito non restituito, che potrebbe spingere molti pensionati a presentare un ricorso giudiziario avverso la mancata applicazione della sentenza della Corte Costituzionale.

Il bonus poletti o rimborso ai pensionati sarà erogato il 1 agosto 2015 nelle seguenti misure:

  • 750 euro una tantum ai pensionati con una pensione da 1.700 euro lordi (poco più di 1.300 euro netti);
  • 450 euro una tantum ai pensionati con una pensione lorda da 2.200 euro lordi;
  • 278 euro una tantum ai pensionati con una pensione lorda da 2.700 euro lordi;
  • 0 euro ai pensionati con una pensione lorda superiore a 3.200 euro lordi.

Viene quindi introdotto un meccanismo di restituzione parziale di quanto maturato di credito sulle mancate perequazioni o rivalutazioni negli anni 2012-2015. Il meccanismo segue una sorta di principio di progressività e quindi chi ha una pensione più bassa (1.700 euro lordi) incassa il bonus poletti più alto (750 euro). Chi ha una pensione intorno a i 2.700 euro incassa solo 278 euro e chi ha una pensione superiore a 3.200 euro non percepirà proprio niente il 1 agosto.

Ecco quanti euro spettano ai pensionati

Chiarite le cifre di cui sopra, ora rispondiamo ad una domanda importante: quanti euro di credito ha il singolo pensionato per effetto della sentenza delle pensioni della Corte Costituzionale e quindi quanto il bonus Poletti restituisce rispetto alla cifra totale di rimborso che spetta ad ogni pensionato. Tornando ai pensionati di cui sopra, la rivalutazione totale spettante è la seguente (sento quanto elaborato dal Sole 24 ore):

  1. 1.480 euro lordi circa (1.051 euro netti circa) per i pensionati con una pensione da 1.700 euro lordi;
  2. 1.800 euro lordi circa (1.278 euro netti circa) per i pensionati con una pensione da 2.200 euro lordi;
  3. 1.850 euro lordi circa (1.110 euro netti circa) per i pensionati con una pensione da 2.700 euro lordi.

Dal confronto tra quanto è il credito maturato per effetto delle rivalutazioni per la perequazione automatica 2012-2015 (sentenza della Corte Costituzionale) e quanto rimborsa il Governo Renzi con il bonus Poletti è facile rilevare che:

  • Chi ha una pensione di 1.700 euro lordi riceverà 750 euro su 1.480 lordi (o 1.051 netti);
  • Chi ha una pensione di 2.200 euro lordi riceverà 450 euro su 1.800 lordi (o 1.278 netti);
  • Chi ha una pensione di 2.700 euro lordi riceverà 278 euro su 1.850 lordi (o 1.110 netti).

La CGIA di Mestre ha però quantificato la perdita netta in 2.850 euro nel periodo 2012-2015 per coloro che hanno una pensione fino a 1700 euro (riceveranno 750 euro di bonus poletti), in 3.161 euro per coloro che hanno una pensione fino a 2.250 euro mensili (riceveranno 450 euro), in 3.791 euro per coloro che hanno una pensione fino a 3.000 euro mensili (riceveranno 278 euro).

C’è un nodo di natura fiscale da capire: il bonus Poletti è netto o lordo? Le cifre indicate vengono chiamate bonus e quindi tutto lascia pensare che i 750 euro, 450 euro e 278 euro che arriveranno ai pensionati sono cifre nette. Anche se volendo considerare tale esborso di Governo un anticipazione o acconto delle rivalutazioni spettanti ai pensionati bisognerebbe considerarli come cifra lorda da assoggettare a tassazione separata, vista la loro natura di arretrati di pensione.

Ma torniamo a fare i conti per i pensionati. Occupiamoci degli esclusi dal rimborso bonus Poletti.

Coloro che hanno una pensione superiore a 3.200 euro e che non riceveranno alcun euro ad agosto come bonus Poletti sono proprio i pensionati che hanno un credito superiore nei confronti dell’Inps/Stato per effetto della sentenza della Corte Costituzionale. Questi soggetti riceveranno 0 euro ad agosto ma vantano da 5.000 euro a salire di credito per effetto della mancata perequazione automatica delle loro pensioni dal 2012 a 2015.

Restituiti solo 2 miliardi su 18. E gli esclusi sono 700 mila

Il meccanismo previsto dal Governo Renzi con il bonus Poletti è quindi un meccanismo di rimborso parziale che decresce al crescere della pensione (e anche del credito maturato dal pensionato). La platea degli interessati è di 3,7 milioni di persone.

E’ chiaro l’intento del Governo: più è alta la pensione lorda, maggiori sono i crediti vantati verso l’Inps/Stato per le mancate rivalutazioni (sentenza Corte Costituzionale) e minore è la restituzione che il Governo effettua ad agosto (bonus Poletti). Il Governo Renzi restituisce circa il 70% del credito a coloro che hanno una pensione da 1.700 euro lordi (1.300 euro netti), per poi restituire agli altri il 25-35% del credito maturato.

La manovra di Governo restituisce infatti solo 2 miliardi dei 18 miliardi di crediti dei pensionati. Per esigenze di bilancio quindi questo rimborso battezzato con chiare finalità politiche “bonus Poletti” non è altro che una prima tranche di restituzione delle somme, molto esigua, che non elimina il grave problema di bilancio che la mancata applicazione della sentenza crea al Governo italiano.

La sentenza della Corte Costituzionale è immediatamente esecutiva e costituisce per il pensionato un’ottima arma per agire con un ricorso giudiziario. A questo punto sono attesi moltissimi ricorsi giudiziari nei prossimi anni, soprattutto da parte della platea di pensionati (circa 700 mila) che al primo agosto non riceveranno nulla e che vantano crediti di cifre superiori a 5.000 euro a salire.

Una tantum pagamento automatico dell’Inps: non sarà necessaria una domanda. Il bonus Poletti è una tantum, quindi viene erogato in una unica trance il 1 agosto 2015. Il Consiglio dei Ministri del 18 maggio che ha stabilito questo rimborso spettante ai pensionati di cui sopra dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore. A calcola la cifra erogata nella rata di pensione di agosto sarà l’Inps, la quale eseguirà l’accredito del bonus Poletti sulla pensione del pensionato senza necessità, da parte del pensionato, di presentare una domanda.

Dal 2016 una indicizzazione più favorevole. Il problema della mancata rivalutazione negli anni 2012-2015 si ripercuote sul meccanismo di perequazione che entrerà in vigore nel 2016. Il Governo ha stabilito che verrà introdotto un nuovo meccanismo più favorevole ai pensionati dal prossimo anno. Ciò porterà le pensioni ad aumentare di 180 euro annui per chi ha una pensione di 1.700 euro lordi, di 100 euro annui per chi ha una pensione di 2.200 euro lordi e 60 euro annui per chi ha una pensione di 2.700 euro lordi.

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Giornalista dal 2016 e consulente del lavoro, sono caposervizio dell'area Job. Scrivo di lavoro, fisco e previdenza.
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