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“Resto al Sud”: finanziamenti a fondo perduto e tasso zero agli under 35

Si chiama “Resto al Sud” ed è un finanziamento a fondo perduto e a tasso zero destinato ai giovani da 18 a 35 anni residenti nelle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), che avviano attività di artigianato, industria ed anche commercio con produzione in proprio. Possibile ottenere fino a 40 mila euro (200 mila euro in caso di società), di cui il 35% a fondo perduto e il 65% da restituire in 8 anni a rate senza interessi. Vediamo a chi spetta il finanziamento Resto al Sud, quali sono i requisiti e come presentare la domanda.
A cura di Antonio Barbato
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finanziamenti fondo perduto al sud

Il Decreto Legge 20 giugno 2017, n. 91 denominato “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” contiene al suo interno una misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata «Resto al Sud».

Si tratta di un finanziamento fino a 40 mila euro destinato ai giovani da 18 a 35 anni residenti nelle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Il finanziamento è al 35% a fondo perduto al 65% a tasso zero da restituire in 8 anni.

La misura è interessante in quanto sostiene le iniziative di autoimprenditorialità, anche di giovani delle regioni del Centro e Nord Italia, ma che intendono investire nel Sud Italia. Sono finanziate anche le iniziative imprenditoriali attraverso la costituzione di società tra i giovani.

Possibile ottenere 40 mila euro per ogni giovane fino ad un massimo di 200 mila euro, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato.

Vediamo tutto quel che c’è da sapere sul finanziamento a fondo perduto e tasso zero denominato “Resto al Sud”.

Cosa è Resto al Sud e come funziona

Si tratta di una misura approvata dal Governo, con il D. L. 91/2017, per favorire l’autoimprenditorialità giovanile nel Sud Italia. L’obiettivo del Governo è indicato nella legge: “promuovere la costituzione di nuove imprese nelle regioni del Sud Italia”.

I giovani di età compresa tra 18 e 35 anni, residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia (o comunque i giovani di altre regioni d’Italia ma pronti a trasferirsi nelle regioni del SUD) possono richiedere un finanziamento fino a 40.000 euro a testa (e nel caso di società è possibile richiedere 40 mila euro per ogni socio che rispecchia i requisiti e fino ad un massimo di 200.000 euro).

Tale finanziamento è:

  • al 35% a fondo perduto;
  • e al 65% a tasso zero, da restituire in 8 anni.

A chi spetta il finanziamento a fondo perduto e a tasso zero

L’art. 2 del Decreto Legge stabilisce che la misura “Resto al Sud”, ossia il finanziamento fino a 40.000 euro, di cui il 35% a fondo perduto e il 65% a tasso zero da restituire in 8 anni, è una misura “rivolta ai soggetti di etaàcompresa tra i 18 ed i 35 anni che presentino i seguenti requisiti:

a) siano residenti nelle regioni di cui al comma 1 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) al momento della presentazione della domanda o vi trasferiscano la residenza entro sessanta giorni dalla comunicazione del positivo esito dell'istruttoria;

b) non risultino gia' beneficiari, nell'ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell'autoimprenditorialita'.

Resto al Sud: importo del finanziamento

Il finanziamento Resto al Sud è una misura in favore dei giovani delle Regioni del SUD che può arrivare fino a 200 mila euro.

La normativa infatti prevede che “Ciascun richiedente riceve un finanziamento fino ad un massimo di 40 mila euro.

Nel caso in cui l'istanza sia presentata da più soggetti già costituiti o che intendano costituirsi in forma societaria, ivi incluse le società cooperative, l'importo massimo del finanziamento erogabile è pari a 40 mila euro per ciascun socio, che presenti i requisiti di cui al comma 2, fino ad un ammontare massimo complessivo di 200 mila euro, ai sensi e nei limiti del regolamento (UE) n. 1407/2013 sulla disciplina degli aiuti de minimis”.

Sempre la normativa precisa che “I finanziamenti sono cosi' articolati:

a) 35 per cento come contributo a fondo perduto erogato dal soggetto gestore della misura;

b) 65 per cento sotto forma di prestito a tasso zero, concesso da istituti di credito in base alle modalità definite da un apposita convenzione.

Il prestito è rimborsato entro otto anni complessivi dalla concessione del finanziamento, di cui i primi due anni di pre-ammortamento, e usufruisce del contributo in conto interessi e della garanzia di cui al comma 9.

Il prestito del 65% che va restituito a tasso zero, secondo la normativa, beneficia:

a) di un contributo in conto interessi per la durata del prestito, corrisposto dal soggetto gestore della misura agli istituti di credito che hanno concesso il finanziamento;

b) di una garanzia nella misura stabilita da un apposito decreto per la restituzione dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito da parte del soggetto gestore. A tal fine, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, à istituita una sezione specializzata presso il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese (PMI), di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, alla quale e' trasferita quota parte delle risorse di cui al comma 16. Il decreto di cui al periodo precedente definisce altresi' i criteri e le modalita' di accesso alla Sezione specializzata, istituita presso il Fondo centrale di garanzia per le PMI.

Quali attività sono finanziate con Resto al Sud

Non tutte le idee imprenditoriali dei giovani sono oggetto del finanziamento “Resto al Sud”.

Sono finanziate le attività imprenditoriali relative a produzione di beni nei settori dell'artigianato e dell'industria, ovvero relativi alla fornitura di servizi.

Sono escluse dal finanziamento le attività libero professionali e del commercio ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell'attività di impresa.

 Quindi in altre parole il finanziamento non può riguardare giovani professionisti, né attività nel settore commercio, a meno che il giovane non intenda produrre dei beni in proprio da vendere. Nei settori dell’artigianato e dell’industria è consentito il finanziamento.

Quali spese sono finanziate

Un altro aspetto importante è relativo a quali spese sono oggetto del finanziamento “Resto al Sud”.

La normativa approvata con Decreto Legge n. 91 del 2017 stabilisce in maniera chiara che i finanziamenti a fondo perduto del 35% e a tasso zero del 65% fino a 40 mila euro “non possono essere utilizzati per spese relative alla progettazione, alle consulenze e all'erogazione degli emolumenti ai dipendenti delle imprese individuali e delle società, nonché agli organi di gestione e di controllo delle società stesse. Le imprese e le società possono aderire al programma Garanzia Giovani per il reclutamento del personale dipendente”.

Chiaramente in un Decreto saranno definiti i dettagli delle spese ammesse al finanziamento.

Domanda ad Invitalia

I giovani che hanno i requisiti “possono presentare istanza di accesso alla misura, corredata da tutta la documentazione relativa al progetto imprenditoriale, attraverso una piattaforma dedicata sul sito istituzionale dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A. – Invitalia, che opera come soggetto gestore della misura, per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri, amministrazione titolare della misura, con le modalita' stabilite da apposita convenzione”.

Le istanze possono essere presentate, fino ad esaurimento delle risorse, dai soggetti che siano gia' costituiti al momento della presentazione o si costituiscano, entro sessanta giorni dalla data di comunicazione del positivo esito dell'istruttoria nelle seguenti forme giuridiche:

a) impresa individuale;

b) società, ivi incluse le società cooperative.

I soggetti beneficiari della misura devono mantenere la residenza nelle regioni del Sud per tutta la durata del finanziamento e le imprese e le società devono avere, per tutta la durata del finanziamento, sede legale e operativa in una delle regioni del Sud.

L’Invitalia provvede alla relativa istruttoria, valutando anche la sostenibilità tecnico-economica del progetto, entro sessanta giorni dalla presentazione dell'istanza, ad esclusione dei periodi di tempo necessari alle eventuali integrazioni documentali che possono essere richieste ai proponenti, una sola volta.

L'erogazione dei finanziamenti è condizionata alla costituzione nelle forme e nei termini di cui al comma 6 (60 giorni dall’esito positivo) e al conferimento in garanzia dei beni aziendali oggetto dell'investimento, ovvero alla prestazione di altra idonea garanzia, al soggetto che eroga il finanziamento. I soggetti beneficiari della misura sono tenuti ad impiegare il contributo a fondo perduto esclusivamente ai fini dell'attività di impresa. In caso di società, le quote versate e le azioni sottoscritte dai beneficiari della misuranon sono riscattabili se non dopo la completa restituzione del finanziamento e, in ogni caso, non prima di 5 anni da quando versate e sottoscritte.

Quando presentare la domanda? In arrivo un Decreto

La normativa prevede che l’attuazione del finanziamento sia legata ad un Decreto: “Con decreto del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono individuati i criteri di dettaglio per l'ammissibilita' alla misura, le modalita' di attuazione della stessa nonche' le modalita' di accreditamento dei soggetti di cui al comma 4 (sarebbero le Pubbliche Amministrazioni, le Università, le associazioni e gli enti del terzo settore che possono fornire, a titolo gratuito servizi di consulenza e assistenza nelle varie fasi di sviluppo del progetto imprenditoriale) e le modalita' di controllo e monitoraggio della misura incentivante, prevedendo altresi' i casi di revoca del beneficio e di recupero delle somme”.

Possibili società anche con soci over 35 anni

Uno degli aspetti che chiarisce la legge riguarda la composizione societaria nel caso in cui dei giovani in possesso dei requisiti avessero intenzione di candidarsi al finanziamento attraverso una società.

Nel ribadire che possono partecipare anche le società, ivi incluse le società cooperative. E che i soggetti beneficiari della misura devono mantenere la residenza nelle regioni del Sud per tutta la durata del finanziamento.

Nel ribadire che le imprese e le società di cui devono avere, per tutta la durata del finanziamento, sede legale e operativa in una delle regioni del Sud, la legge prevede anche il caso di una società dove solo alcuni soci hanno i requisiti.

Tali società o cooperative possono essere costituite anche da soci che non abbiano i requisiti anagrafici (età da 18 a 35 anni), a condizione che la presenza di tali soggetti nella compagine societaria non sia superiore ad un terzo dei componenti e non abbiano rapporti di parentela fino al quarto grado con alcuno degli altri soci. I soci di cui al periodo precedente non possono accedere ai finanziamenti.

In altre parole, se in una società dove ci sono due under 35 del Sud in possesso dei requisiti c’è anche un socio over 35 anni o comunque residente in una delle regioni del centro e nord Italia non rientranti nell’agevolazione, il finanziamento può essere richiesto e solo per i soci con i requisiti. Nel caso in questione è possibile richiedere fino a 80 mila euro, in quanto c’è la presenza di due soci su tre con i requisiti (requisito dei 2/3 rispettato).

Fondi disponibili

All’attuazione dei finanziamento Resto al Sud saranno destinate le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione – programmazione 2014-2020, di cui all'articolo 1, comma 6, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e successive modificazioni, per un importo complessivo fino a 1.250 milioni di euro, previa rimodulazione delle assegnazioni già disposte con apposita delibera del CIPE, nonche' eventuale riprogrammazione delle annualità del Fondo per lo sviluppo e la coesione ai sensi dell'articolo 23, comma 3, lettera b) della legge 31 dicembre 2009, n. 196, da ripartire in importi annuali massimi fino a:

  • 36 milioni di euro per l'anno 2017;
  • 280 milioni di euro per l'anno 2018;
  • 462 milioni di euro per l'anno 2019;
  • 308,5 milioni di euro per l'anno 2020;
  • 92 milioni di euro per l'anno 2021;
  • 22,5 milioni di euro per l'anno 2022;
  • 18 milioni di euro per l'anno 2023;
  • 14 milioni di euro per l'anno 2024;
  • 17 milioni di euro per l'anno 2025.

La normativa stabilisce che “Il CIPE individua la ripartizione in annualità  e gli importi da assegnare distintamente al contributo a fondo perduto, al contributo in conto interessi e al finanziamento della sezione specializzata del Fondo centrale di garanzia”.

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