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Un giovane su 4 non lavora né studia? Per assumere i Neet ci sono ben 62 milioni di euro

Italia maglia nera in Europa: un giovane su 4 non lavora, né studia, lo certifica l’Eurostat. Per il Ministro del Lavoro Di Maio è “una emergenza nazionale”. Ma per assumere i Neet ci sono 62 milioni di euro disponibili sui 100 milioni stanziati per l’anno 2018. E nel 2017 dei 200 milioni stanziati sono rimasti inutilizzati 52 milioni di euro. Si tratta dei soldi europei del programma Garanzia giovani. Ecco perché i problemi dell’occupazione giovanile in Italia sono una comunicazione carente delle misure, una mentalità imprenditoriale arcaica, ma anche e soprattutto una eccessiva burocrazia.
A cura di Antonio Barbato
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L’Italia è maglia nera in Europa come occupazione giovanile. L’Eurostat condanna il Belpaese certificando che in Italia un giovane su quattro non lavora, non studia e non cerca neanche un lavoro. Si tratta dei giovani NEET e di una situazione critica che hanno indotto il neo Ministro del Lavoro Di Maio a dichiarare la crisi dell’occupazione giovanile una vera e propria emergenza nazionale.

Dati che sono pesanti, ma ancor più pesante e paradossale è la circostanza che in Italia, ad oggi, vi sono ben 62 milioni di euro disponibili per l’assunzione con incentivo di questi giovani. Non solo, lo scorso anno su 200 milioni di euro, sono rimasti 52 milioni di euro inutilizzati.

Sono i soldi europei del programma Garanzia Giovani. Sono i milioni di euro stanziati ogni anno dall’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), con l’emanazione di un apposito decreto, per l’incentivo occupazione giovani, lo scorso anno, e l’incentivo occupazione NEET quest’anno.

Il motivo di tale flop da ricercare nella comunicazione carente sulle misure di Garanzia Giovani, nell’uso distorto del programma per una mentalità imprenditoriale arcaica (non a caso del programma esplode l’uso distorto dei tirocini formativi), ma anche e soprattutto per la cronica disorganizzazione italiana con il flagello dell’eccessiva burocrazia, con i Centri per l’Impiego che in alcuni casi sono particolarmente operativi, ma in altri casi decisamente un freno all’occupazione giovanile.

Quale è l’incentivo di Garanzia giovani

In cosa consiste questo incentivo dove vi sono ancora 62 milioni di euro disponibili? In un esonero dal versamento dei contributi previdenziali del 100% fino a 8.060 euro a giovane e per 12 mesi. E’ lo stesso incentivo del Jobs Act che provocò 1,5 milioni di assunzioni nel 2015, anche se quello era triennale. Solo che quell’incentivo fu lanciato da una fortissima campagna mediatica voluta dal premier Renzi.

 

 

 

 

In sostanza come funziona l’incentivo occupazione NEET? chi assume giovani NEET iscritti al programma Garanzia giovani con un contratto di apprendistato professionalizzante o con un contratto a tempo indeterminato non paga i contributi previdenziali a carico aziendale per il primo anno. E nel caso dell’apprendistato professionalizzante vi è anche un’aliquota contributiva strutturale ridotta per ulteriori due anni, che diventano tre anni in caso di conferma del giovane a tempo indeterminato dopo il triennio di apprendistato con obbligo formativo.

Dai NEET esclusi gli universitari

Il giovane per essere considerato NEET, che significa "not (engaged) in education, employment or training", ed è un acronimo che indica le persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione, deve avere un’età inferiore a 30 anni ed iscriversi al programma Garanzia giovani. E magari pubblicare un proprio curriculum sui vari portali nazionali e regionali del programma.

Garanzia giovani e l’esclusione degli studenti universitari. Uno dei grandi limiti del programma europeo sta proprio nel fatto che gli studenti universitari, anche quelli abbondantemente fermi nel fare gli esami e quindi virtualmente NEET o non studenti effettivi, sono esclusi dal programma perché non considerati NEET. E la situazione è paradossale perché occorre la rinuncia agli studi per poter accedere al programma e quindi essere beneficiario di una delle misure previste dal programma. Il Ministro Di Maio probabilmente farebbe bene a considerare gli studenti universitari, magari con un percorso di esami interrotto, come destinatari della misura, anche per garantire loro una possibilità di abbandonare gli studi, optando per un percorso lavorativo.

Garanzia giovani flop per colpa dei tirocini

Garanzia giovani è un programma nazionale ed Europeo, la cui misura principale è l’incentivo occupazionale fino a 8.060 euro, ma vi sono fondi stanziati anche per l’autoimprenditorialità (fino a 50 mila euro) e soprattutto fondi stanziati per un tirocinio formativo presso le aziende, con una indennità di partecipazione in parte pagata dalla Regione di appartenenza con i fondi del programma stesso.

Nel paese italiano il tirocinio formativo, che sarebbe un ottimo strumento di inserimento nel mondo del lavoro di un giovane privo di esperienza lavorativa, viene usato come uno stage che copra il lavoro subordinato. In altre parole, soprattutto per le mansioni più semplici, avviene un uso distorto dei tirocini formativi, con i giovani impiegati tramite stage in mansioni ripetitive, senza contenuto formativo, e con una indennità di partecipazione (intorno ai 400-500 euro) che a fronte delle ore di lavoro effettuate è uno sfruttamento. Ciò ha obbligato l’Ispettorato nazionale del lavoro a pronunciarsi con una circolare del 18 aprile 2018 dove viene praticamente annunciata la conversione del tirocinio, in caso di mansioni elementari e ripetitive, in un rapporto di natura subordinata con tanto di applicazione di sanzioni.

Questo perché in Italia per molti datori di lavoro il tirocinio, che non è un rapporto di lavoro ma che è un periodo formativo del giovane con la principale funzione di abituare il tirocinante al mondo del lavoro, alla realtà aziendale e alla prospettiva di iniziare un percorso lavorativo nell’azienda, viene considerato solo uno strumento di elusione della normativa italiana, come alternativa al lavoro nero.

 

Il programma Garanzia giovani aggiunge per questi datori di lavoro la possibilità di inserire nelle proprie realtà aziendali addirittura giovani tirocinanti con una indennità di partecipazione pagata dalla Regione e dal programma Garanzia giovani in maniera parziale o addirittura totale.

La logica conseguenza è stato un uso distorto del programma, con la presenza sui portali di annunci di stage dal contenuto del tutto condannabile. Da lì sono partiti sempre più casi o denunce dei giovani ed i fari dell’Europa sull’uso negativo del programma da parte del sistema paese italiano.

La convenienza dell’incentivo occupazionale di Garanzia giovani

In contro tendenza all’uso distorto del programma, oltre che potenziare oltre che i controlli sui beneficiari del programma, oltre che cambiare la destinazione delle risorse di ogni singola regione sul programma verso altre misure diverse e più in target, occorreva ed occorre ancora potenziare una comunicazione positiva sulle misure del programma, in primis riguardo alla diffusione mediatica sulla principale misura: gli incentivi occupazionali previsti dall’Anpal, che nel 2018 è appunto l’incentivo occupazione NEET.

Perché i giovani NEET e Garanzia giovani non deve significare dare uno stage mal retribuito ai giovani, ma dare alle imprese ed ai giovani uno strumento per concretizzare un rapporto di lavoro subordinato, che sia apprendistato professionalizzante o contratto a tempo indeterminato, con una convenienza in termini di risparmio contributivo totale per il primo anno di rapporto.

A quel punto la differenza tra stage e assunzione con contratto subordinato è drasticamente ridotta, per i 12 mesi previsti dal tirocinio, in termini di cuneo fiscale, ossia quanto costa il giovane rispetto allo stipendio netto accordatogli. E bisognerà solo incentivare le imprese a credere nell’assunzione piuttosto che nello stage, anche se in termini di retribuzione al giovane, anche se l’assunzione rispetto allo stage, comporta uno stipendio erogato che è superiore all’indennità di partecipazione.

Ma proprio la stretta sui tirocini dell’Ispettorato nazionale del lavoro deve convincere i datori di lavoro che impiegano i giovani per mansioni semplici e ripetitive (può essere considerato come tale anche il ruolo di cassiera o di barista, ad esempio) ad evitare di esporsi a sanzioni per l’uso distorto dello strumento del tirocinio.

Garanzia giovani: la burocrazia che frena le aziende virtuose

Non tutte le aziende fanno o hanno fatto un uso distorto del programma Garanzia giovani, dei tirocini e delle misure previste dal programma.

Vi sono numerosi esempi in Italia di utilizzo molto virtuoso del programma con giovani che hanno trovato un futuro lavorativo attraverso un percorso di tirocinio e/o di apprendistato professionalizzante o tempo indeterminato. La Campania ad esempio è seconda in Italia come numero di assunzioni.

Ma proprio sui tirocini formativi, la burocrazia regionale ha portato il percorso di approvazione del tirocinio finanziato da parte della Regione a diversi mesi di attesa. E si sa che le aziende serie, che sono interessate ad inserire un giovane nel loro contesto aziendale, non aspettano un lasso di tempo così elevato. Quindi per i tirocini di Garanzia giovani occorre velocità e burocrazia zero.

Imbarazzanti in alcuni regioni i tempi di attesa e di gestione del programma anche per la semplice iscrizione del giovane al programma Garanzia giovani, propedeutica al matching tra impresa e giovane ai fini della piena fruizione dei benefici del programma, quale appunto l’incentivo occupazione NEET.

Nel Lazio, per fare un solo esempio, vi sono giovani che per completare l’iscrizione al programma, dopo un primo format compilato online, sono costretti ad attendere in alcuni casi quasi 2 mesi per l’inefficienza dei Centri per l’Impiego che tardano a convocare il giovane, non capendo l’importanza della misura ai fini della garanzia di un vantaggio competitivo del giovane stesso nelle selezioni del personale delle aziende. Con la logica conseguenza che il giovane perde l’occasione di essere selezionato dall’azienda, proprio perché la sua assunzione sarebbe incentivata con un esonero contributivo totale per dodici mesi.

In contro tendenza, vi sono diversi Centri per l’Impiego che hanno messo a disposizione dei giovani e delle aziende delle proprie risorse dedicate al fine di favorire nel più breve tempo possibile la collocazione dei giovani iscritti al programma. E vi sono regioni, come la Campania, dove il giovane può formalizzare la propria iscrizione al programma direttamente online sul portale regionale, salvo poi effettuare la presa in carico presso il Centro per Impiego. Operazione che può essere fatta anche in occasione dell'arrivo di una opportunità occupazionale.

Giovani NEET, cosa fare per farsi assumere

C’è da segnalare, infine, che i NEET sono i giovani che hanno concluso un percorso formativo, che non lavorano e che quindi sono privi di una qualsiasi attività formativa o lavorativa. In molti casi si tratta di giovani disorientati, sfiduciati e, in qualche caso, non ancora pronti ad affrontare il mercato del lavoro.

Fioccano casi di giovani che, pur essendo pienamente destinatari del programma, non hanno formalizzato la propria iscrizione a Garanzia giovani, ma soprattutto non hanno reso la propria Dichiarazione immediata disponibilità al Centro per l’Impiego (ossia non sono di fatto iscritti al vecchio Collocamento). A quel punto non sono considerati neanche in stato di disoccupazione o inoccupati.

Ai giovani occorre consigliare di recarsi al proprio Centro per l’Impiego di competenza per:

  • rendere la propria DID (Dichiarazione di immediata disponibilità);
  • iscriversi al programma Garanzia giovani;
  • preparare il proprio curriculum aggiornando la scheda anagrafica professionale (SAP) presso il Centro per Impiego;
  • e, nel caso di precedenti esperienze lavorative, procurarsi anche il certificato C2 storico sempre al Centro per Impiego.

Tutta questa documentazione è proprio ciò che l’ipotetico datore di lavoro che li sta selezionando chiederà come documentazione propedeutica all’assunzione.

Anzi, se proprio il giovane vuol fare colpo ed essere incisivo, probabilmente deve accompagnare una propria candidatura, ad una offerta di lavoro di un’azienda, con una lettera di presentazione nella quale si segnala il possesso dei requisiti per l’incentivo nazionale di Garanzia giovani, allegando anche i certificati resi dal Centro per Impiego di cui sopra. Così potrà facilitare il percorso di scelta della sua candidatura quanto meno per un colloquio. Insomma, presentarsi in questo modo ad un'azienda è proprio come porre innanzi al naso di un datore di lavoro un assunzione con un risparmio fino a 8.060 euro in un anno. E se il curriculum è anche interessante, quantomeno il colloquio è assicurato.

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Giornalista dal 2016 e consulente del lavoro, sono caposervizio dell'area Job. Scrivo di lavoro, fisco e previdenza.
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