Calcolo acconto TASI 2015
Entro il 16 giugno 2015 i contribuenti obbligati al versamento devono effettuare il pagamento della TASI in acconto nella misura del 50% del totale dovuto. Il calcolo della tassa sui servizi indivisibili è effettuato attraverso due dati fondamentali: la rendita catastale e le aliquote stabilite nella delibera comunale reperibile sul sito del Ministero delle Finanze.
Il calcolo dell'acconto TASI per il versamento entro il 16/6/2015 va effettuato, nei comuni nei quali non è stata approvata una delibera specifica nell’anno 2015, con le stesse modalità con le quali è stato determinato l’acconto e il saldo della TASI per l’anno 2014.
L’acconto della TASI 2015 per coloro che hanno già pagato l’acconto è pari infatti al 50% dell’imposta dovuta. Vediamo come si calcola la TASI, ecco quanto si paga.
Prima di procedere al calcolo della TASI il contribuente deve reperire la delibera comunale sul sito del Dipartimento delle Finanze. La delibera indica quale è l’aliquota da applicare e le eventuali detrazioni spettanti per figli o abitazione principale. Una volta visualizzata la delibera del Comune nel quale è sito l’immobile, bisogna procedere al calcolo. Se nell’anno 2015 non risulta alcuna delibera, bisogna calcolare la TASI secondo la delibera dell’anno 2014.
Il contribuente può optare per pagare la TASI sulla base di quanto pagato nell’anno precedente, ma ci sono alcuni casi in cui l’operazione di calcolo della TASI 2015 va effettuata. Quindi entro il 16 giugno 2015 va pagato l’acconto TASI, ma anche l’acconto IMU quando dovuto, applicando le aliquote e detrazioni dell’anno precedente e considerando la metà di quanto versato l’anno precedente. Ma in alcuni casi i conti sono diversi e quindi bisogna rifare il calcolo. Ad esempio quando è cambiata la destinazione d’uso dell’immobile oppure c’è stato un acquisto o vendita del fabbricato in corso d’anno o se c’è stata l’attribuzione di una nuova rendita catastale. Vediamo quindi come calcolare l’acconto TASI 2015.
La base imponibile sulla quale si calcola la TASI è la stessa dell’IMU, ossia la rendita catastale. Il proprietario deve reperire il dato da una visura catastale, mentre l’inquilino deve farsi comunicare la rendita catastale dal proprio locatore. La rendita catastale ricavata deve essere rivalutata del 5%. Sull’importo ottenuto moltiplicando la rendita catastale per 1,05 va moltiplicato per un coefficiente che varia in base al tipo di immobile. Per le abitazioni il coefficiente è 160. L’importo ottenuto è la base sulla quale applicare le aliquote comunali e le detrazioni. Riepilogando: La rendita catastale, rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente, è l’importo sul quale applicare l’aliquota stabilita dal Comune.
Per ampiezza espositiva, ecco tutti i coefficienti da utilizzare e da moltiplicare sulla rendita catastale rivalutata del 5%:
- 160 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7,con esclusione della categoria catastale A/10;
- 140 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5;
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale D/5;
- 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale A/10;
- 65 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale D, ad eccezione dei fabbricati classificati nella categoria catastale D/5;
- 55 per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1).
Una volta ottenuta la base imponibile, a questo punto, come abbiamo detto, va consultata la delibera comunale nella quale c’è l’aliquota da calcolare. La delibera comunale contiene anche le eventuali detrazioni spettanti. Nella delibera c’è l’aliquota TASI per la prima casa e quella per la seconda casa, nonché le detrazioni spettanti per l’abitazione principale. Per legge il Comune può deliberare un aliquota massima del 2,5 per mille. Può altresì deliberare fino al 3,3 per mille di aliquota ma solo se nella delibera sono inserite delle detrazioni. Per gli immobili non abitazione principale (le seconde case) la delibera può fissare un’aliquota fino ad un massimo dell’11,4 per mille. In ogni caso tra IMU e TASI il massimo è 10,6 per mille.
Aliquota per l’inquilino e per i locatore. Non è prevista un’aliquota diversa per l’inquilino, ma quest’ultimo deve una percentuale della TASI calcolata secondo i parametri di cui sopra compresa tra il 10% ed il 30%. Nei comuni che non hanno deliberato, la percentuale che deve pagare l’inquilino è del 10% della TASI calcolata.
Il proprietario dell’immobile locato pertanto, in base alla percentuale stabilita dal Comune come a carico dell’inquilino, deve una percentuale dal 70% al 90% della TASI calcolata. Quindi l’inquilino deve effettuare lo stesso calcolo della TASI del proprietario (che sarà basato sull’aliquota stabilita per le seconde case), e consultare la delibera comunale per verificare in che percentuale tale importo della TASI è a suo carico (percentuale tra il 10% e il 30% come detto). Bisogna sempre tener conto che se l’importo a carico dell’inquilino non supera i 12 euro, non è dovuta alcuna imposta. Sempre che il Comune non abbia deciso diversamente nella delibera comunale TASI.
Acconto e saldo TASI: modalità di pagamento. Per quanto riguarda l’acconto e saldo TASI dove e quando si paga, il pagamento del tributo va effettuato tramite modello F24 e con gli appositi codici tributo. Per maggiori informazioni sulla compilazione del modello F24 con tutti i codici tributo vediamo il pagamento della TASI.