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I contributi Inps 2012 per la gestione artigiani e commercianti

La riforma pensioni introdotta nella manovra Monti ha modificato le aliquote contributive di finanziamento dovute all’Inps per la gestione artigiani e commercianti. L’aumento partirà nel 2012 e sarà pari al 4% nel 2018. Vediamo tutti gli effetti sul calcolo dei contributi dovuti.
A cura di Antonio Barbato
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L’Inps nella propria organizzazione ha una gestione per artigiani e commercianti, con un sistema di contribuzione dedicato ai lavoratori autonomi che rientrano nella gestione. I contributi da versare, essendo lavoratori autonomi, sono a carico dell’assicurato e sono calcolati sulla base delle aliquote contributive di finanziamento e di computo previste dall’ente previdenziale. Vediamo uno degli effetti della riforma di governo sui lavoratori autonomi: i contributi per artigiani e commercianti.

Le modifiche della Manovra Monti: 4% di contributi in più. Per i lavoratori artigiani e commercianti è scattato a partire dal 2012 un aumento progressivo dei contributi da versare. E’ quanto previsto dal comma 22 del Decreto Legge n. 201 del 2011. L’aumento della percentuale di contribuzione è dell’1,3% nel 2012 e dello 0,45% per gli anni successivi, con le aliquote contributive di finanziamento e di computo che arriveranno nel 2018 al 24% per la prima fascia di reddito, quella fino a 44.204 euro (dal 2012, nel 2011 era 43.032 euro). Per coloro che hanno la fascia di reddito superiore, quella oltre 44.204 euro, l’aliquota arriverà nel 2018 al 25%. Per I coadiuvanti o coadiutori di età inferiore a 21 anni nel 2018 si arriverà al 21% per la prima fascia di reddito e al 22% per la seconda. Si tratta di un aumento contributivo del 4% per tutti gli artigiani e commercianti.

L’aumento dell’assegno di pensione. L’effetto immediato dell’aumento delle aliquote è un maggior onere economico per questi lavoratori autonomi che si vedranno aumentare i contributi da versare del 4% nel 2018, ma il rovescio positivo della medaglia è che il maggior numero di contributi versati comporterà un aumento futuro della pensione.

Le aliquote contributive dal 2012 e dal 2018

L’Inps con la circolare n. 14 del 3 febbraio 2012 ha fornito tutti i chiarimenti riguardo gli aumenti dell’aliquota contributiva di finanziamento, che è la percentuale da applicare al reddito d’impresa per calcolare la contribuzione da versare per finanziare la propria pensione.

L’aliquota di computo è invece la percentuale che viene applicata al reddito di ogni anno per determinare i contributi accumulati al fine di ottenere il montante contributivo individuale sul quale si calcola la propria rata di pensione. Questo per coloro che hanno optato per il metodo contributivo. Vediamo nel dettaglio quale è la tabella di marcia degli aumenti dei contributi, sia per gli artigiani che per i commercianti.

Le aliquote per gli artigiani sono le seguenti, anno dopo anno:

  • Nel 2011 l’aliquota era del 20%. Per l’artigiano minore di 21 anni era del 17%;
  • Nel 2012 l’aliquota sale al 21,3% (+1,3%). Per l’artigiano minore di 21 anni sale al 18,30% (+1,3%). Per chi ha un reddito superiore a 44.204 euro ci sarà l’aliquota aggiuntiva dell’1% (rispettivamente quindi 22,3% e 19,30%);
  • Nel 2013 l’aliquota sale al 21,75% (+0,45%). Per l’artigiano minore di 21 anni sale al 18,75% (+0,45%). Per chi ha un reddito superiore a 44.204 euro ci sarà l’aliquota aggiuntiva dell’1% (rispettivamente quindi 22,75% e 22,75%);
  • Nel 2014 l’aliquota sale al 22,20% (+0,45%). Per l’artigiano minore di 21 anni sale al 19,20% (+0,45%), nel 2015 saliranno rispettivamente al 22,65% e al 19,65%, nel 2016 saliranno rispettivamente al 23,10% e al 20,10%, nel 2017 saliranno rispettivamente al 23,55% e al 20,55%. A queste percentuali va aggiunto l’1% per chi supera 44.204 euro di reddito;
  • Dall’anno 2018 e per gli anni successivi le aliquote saranno del 24% (+4% rispetto al 2011) per l’artigiano con più di 21 anni e del 21% (sempre +4% rispetto al 2011) per l’artigiano minore di 21 anni. Le aliquote passano rispettivamente al 25% e al 22% per i possessori di un reddito superiore a 44.204 euro.

Le aliquote per i commercianti sono influenzate dal contributo aggiuntivo dello 0,09% che fino al 31 dicembre 2014 gli iscritti alla gestione commercianti pagano per il finanziamento dell’indennizzo cessione attività del Decreto Legge n. 185 del 2008. Sulla base degli aumenti della riforma Monti dell’1,3% per il 2012 e dello 0,45% per gli anni successivi e fino al 2018, avremo le seguenti aliquote contributive, anno dopo anno:

  • Nel 2011 l’aliquota era del 20,09%. Per il commerciante minore di 21 anni era del 17,09%;
  • Nel 2012 l’aliquota sale al 21,39% (+1,3%). Per il commerciante minore di 21 anni sale al 18,39% (+1,3%). Per chi ha un reddito superiore a 44.204 euro ci sarà l’aliquota aggiuntiva dell’1% (rispettivamente quindi 22,39% e 19,39%);
  • Nel 2013 l’aliquota sale al 21,84% (+0,45%). Per il commerciante minore di 21 anni sale al 18,84% (+0,45%). Per chi ha un reddito superiore a 44.204 euro ci sarà l’aliquota aggiuntiva dell’1% (rispettivamente quindi 22,84% e 22,84%);
  • Nel 2014 l’aliquota sale al 22,38% (+0,45%). Per l’artigiano minore di 21 anni sale al 19,38% (+0,45%). Per chi ha un reddito superiore a 44.204 euro ci sarà l’aliquota aggiuntiva dell’1% (rispettivamente quindi 23,38% e 20,38%);
  • Nel 2015 ci sarà l’allineamento con le aliquote previste per gli artigiani (con la cancellazione dello 0,095) e le aliquote saliranno rispettivamente al 22,65% e al 19,65%, nel 2016, come per gli artigiani, saliranno rispettivamente al 23,10% e al 20,10%, nel 2017 saliranno rispettivamente al 23,55% e al 20,55%. A queste percentuali va aggiunto l’1% per chi supera 44.204 euro di reddito;
  • Dall’anno 2018 e per gli anni successivi, analogamente a quanto previsto per gli artigiani, le aliquote saranno del 24% (+4% rispetto al 2011) per l’artigiano con più di 21 anni e del 21% (sempre +4% rispetto al 2011) per l’artigiano minore di 21 anni. Le aliquote passano rispettivamente al 25% e al 22% per i possessori di un reddito superiore a 44.204 euro della prima fascia.

Il calcolo dei contributi sul reddito d’impresa e il minimale contributivo

Una volta chiariti gli aumenti, anche consistenti, delle aliquote nei prossimi anni per effetto degli innalzamenti voluti dalla Manovra Monti sulle pensioni, è da chiarire su quale reddito di applica l’aliquota di finanziamento della gestione Inps artigiani e commercianti.

Il reddito utile per il calcolo. Per queste categorie di lavoratori la contribuzione si calcola sulla base del reddito d’impresa dichiarato ai fini delle imposte sui redditi (come l’Irpef), cioè quanto dichiarato in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi nel modello Unico. Il reddito è quello relativo all’anno di riferimento, determinato sommando i redditi di ogni categoria e sottraendo allo stesso le perdite derivanti dall’esercizio di imprese commerciali ammesse al regime di contabilità semplificata.

Il minimale contributivo di 14.930 euro. I contributi da versare per gli artigiani e commercianti si calcolano in due fasi: una quota va calcolata sul minimale di reddito stabilito dall’ente previdenziale e poi la seconda quota calcolata sulla parte di reddito dell’artigiano o commerciante che supera il minimale, e su quest’ultima quota si calcolano le percentuali entro il limite del massimale di reddito, che varia sulla base dell’anzianità contributiva. Il minimale contributivo per l’anno 2012 è di 14.930 euro.

Il massimale di reddito di 71.737 euro. Se gli artigiani e i commercianti si sono iscritti alle rispettive gestioni prima del 1 gennaio 1996 o possono far valere un’anzianità contributiva a tale data, la quota di reddito eccedente il reddito della prima fascia (44.204 euro) viene presa in considerazione per il calcolo dei contributi fino a concorrenza del due terzi del limite stesso. Quindi ai 44.204 più 29.469, il massimale di reddito per questi lavoratori autonomi è di 73.763 euro, oltre il quale non sono dovuti contributi.

Il massimale di reddito di 96.149 euro. Se invece gli artigiani o commercianti sono privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, il massimale per loro previsto dal 1996 in poi è quello previsto anche per i lavoratori dipendenti, cioè di 96.149 euro. E questo massimale non è frazionabile in ragione mensile. Sia il minimale che il massimale di reddito sono limiti individuali, cioè riferiti ad ogni singolo soggetto operante nell’impresa e non sono massimali o minimali globali da riferire all’impresa nella sua globalità.

7,44 euro mensili per la maternità. Per tutti le tipologie di artigiani e commercianti, sia di età inferiore o superiore a 21 anni, sia con un reddito eccedente o meno i 44.204 euro della prima fascia, è dovuta una contribuzione aggiuntiva di 7,44 euro come finanziamento della maternità.

Esempio di calcolo per il 2012. Un artigiano di età superiore a 21 anni versa il 21,30% nel 2012. Siccome c’è il minimale di reddito pari a 14.930 euro il contributo dovuto sarà pari al 21,30% di questo importo, cioè 3.180,09 euro. Questa è la contribuzione dovuta per il 2012 per l’iscrizione alla gestione artigiani e commercianti, se il reddito personale è al di sotto del minimale. A questa cifra va aggiunta la cifra di 7,44 euro per la maternità. Se il reddito è di 30.000 euro ad esempio, sulla quota di 15.070 euro (eccedente 14.930) si applicherà sempre il 21,30% per una contribuzione totale di 6.390 euro. Se il reddito supera la soglia della prima fascia, cioè 44.204 euro, quindi ad esempio è 50.000 euro avremo il 21,30% calcolato sul reddito fino a 44.204 ed il 22,30%, con aumento dell’1% per l’aliquota aggiuntiva, calcolato sulla differenza rispetto a 50.000 euro. Avremo quindi 9.415,45 euro a cui si aggiungono 1.292,51 euro per un totale di contributi dovuti per 50.000 euro di reddito pari a 10.707,95.

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