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Manovra fiscale: il Regime dei Minimi passa al 5% ma è polemica

Arriva il nuovo regime agevolato con l’imposta sostitutiva al 5% per le nuove attività. Si tratta del nuovo Regime dei Minimi, il forfettone. Ma è polemica sui 5 anni di durata e sul taglio dei contribuenti minimi.
A cura di Antonio Barbato
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Decreto Tremonti

Per molti è la morte del cosiddetto forfettone (il regime dei minimi), per altri è l’introduzione di una nuova imposta sostitutiva ancora più agevolata per i giovani che iniziano un’attività d’impresa, un’arte o una professione. Il Governo nella Manovra Economica correttiva del 2011, il Decreto Legge n. 98/2011, ha introdotto un nuovo regime agevolato, o per meglio dire, sta per modificare l’imposta sostitutiva del regime dei contribuenti minimi e le condizioni per l’accesso e la permanenza nel regime agevolato. Quando sarà pronta la versione definitiva, si tratterà di un regime dedicato ai giovani. Il tutto a partire dall’anno di imposta 2012. Vediamo nel dettaglio.

Come cambia il regime dei minimi nel 2012

Con il Decreto Tremonti 98/2011 il regime dei minimi, il cosidetto forfettone, subirà le seguenti modifiche a partire dal 1 gennaio 2012:

  • L’imposta sostitutiva dell’Imposta sul reddito Irpef, delle addizionali regionali e comunali all’Irpef, dell’IVA e dell’Irap passa dal 20% al 5%;
  • L’agevolazione si applica per i primi 5 anni di attività, anche per coloro che svolgono già attività d’impresa purché avviata dal 1 gennaio 2008.

Inoltre ci sono i seguenti requisiti soggettivi ed oggettivi:

  • Il contribuente non deve aver esercitato, nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività, una attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  • La nuova attività non deve costituire una mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo (escluso i periodi di praticantato o pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o  professioni);
  • L’ammontare dei ricavi realizzati nel periodo d’imposta precedente a quello del riconoscimento del beneficio, non sia superiore a 30.000 euro.

Effetti sui contribuenti minimi

Alla luce di queste variazioni del  Regime dei Minimi attualmente in vigore, si evidenzia che il nuovo regime prevede sicuramente una notevole riduzione del carico fiscale per i contribuenti nuovi imprenditori dal 2012, che iniziano una  nuova attività con una l’imposta sostitutiva notevolmente ridotta rispetto al triennio passato, infatti c’è il passaggio dal 20 per cento al 5 per cento. Ma il Decreto rende il regime dei minimi a tempo determinato, infatti l’agevolazione si applica per i primi 5 anni di esercizio dell’attività, alla fine dei quali il contribuente non potrà rimanere nel regime dei minimi, nonostante ne abbia i requisiti, soprattutto il requisito del proprio reddito ancora inferiore ai 30.000 euro.

I requisiti soggettivi ed oggettivi, poi, pur non stabilendo un limite massimo d’età (si parlava di 35 anni), di fatto rendono il regime agevolato rivolto soprattutto ai giovani che non hanno ancora avviato un’attività. Inoltre il limite di 5 anni di attività, e l’aver circoscritto il nuovo regime ai soli contribuenti minimi dal 1 gennaio 2008, determina la perdita del regime agevolato per molti degli attuali contribuenti minimi. Ed è polemica.

Secondo le stime fatte a seguito della diffusione della notizia su questa manovra fiscale, i contribuenti minimi in Italia sono circa 500 mila e nel 2012 solo 50 mila di questi potranno accedere al Regime dei Minimi. Per tutti gli altri contribuenti sarà necessario il passaggio al regime ordinario con un incremento delle imposte, dovute all’applicazione dell’Irpef, degli addizionali regionali e comunali all’Irpef, dell’Iva ai propri clienti, dell’Irap e degli studi di settore, che va dal 6% al 9%. Una brutta notizia per tutti quei contribuenti italiani che, in una situazione di crisi economica, rientrano nel Regime dei Minimi soprattutto perché la propria attività non supera i 30.000 euro di reddito prodotto nell’anno.

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