A chi spetta l’assegno unico universale per i figli a carico
L'assegno unico universale per figli a carico spetta ai nuclei familiari con almeno un figlio minorenne a carico o con almeno un figlio maggiorenne under 21 a carico che si trovi in una delle condizioni previste dalla normativa, il Decreto Legislativo n. 230 del 2021.
Individuare a chi spetta l'assegno unico e universale per i figli a carico è piuttosto semplice, ma occorre comunque che siano rispettati sia la normativa sui beneficiari, contenuta nell'articolo 2 del D. Lgs. n. 230 del 2021, che sui requisiti soggettivi del richiedente, contenuti nell'articolo 3 dello stesso Decreto.
L'assegno unico e universale per figli a carico è una prestazione erogata mensilmente dall'Inps ed è erogata a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale in presenza di figli a prescindere dalla condizione lavorativa.
Quindi è una prestazione erogata alle famiglie, ma i richiedenti possono essere solo i genitori o chi ha la responsabilità genitoriale. E questo è importante perché l'assegno unico e universale spetta solo a richiedenti in possesso di determinati requisiti.
L'assegno unico ed universale per i figli a carico ha sostituito, ma solo nei casi previsti, l'assegno per il nucleo familiare (ANF) ma anche le detrazioni per figli a carico under 21, che erano erogate fino a febbraio 2022 in busta paga.
L'assegno unico non spetta a tutte le famiglie con figli a carico, ma è necessario il rispetto di determinate requisiti o condizioni, sia per il richiedente che per il nucleo familiare, in riferimento alla presenza nel nucleo di figli.
L'articolo 2, comma 1, lettera a) del Decreto Legislativo n. 230 del 2021 stabilisce che l'assegno unico e universale per i figli a carico è riconosciuto ai nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza.
La prima cosa da sapere quindi che l'assegno unico e universale per figli a carico spetta se nel nucleo familiare c'è almeno un figlio minorenne a carico.
Lo status di familiare a carico nel caso di figli con meno di 24 anni scatta se il figlio ha un reddito complessivo ai fini Irpef non superiore a 4.000 euro nell'anno d'imposta, che è l'anno solare dal 1 gennaio al 31 dicembre.
L'articolo 2, comma 1, lettera b) stabilisce che l'assegno unico è riconosciuto ai nuclei familiari per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni di età, per il quale ricorra una delle seguenti condizioni:
1) frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
2) svolga un tirocinio ovvero un'attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
3) sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l'impiego;
4) svolga il servizio civile universale;
c) per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
Anche in questo caso per capire a chi spetta l'assegno unico e universale, occorre guardare nel dettaglio al nucleo familiare.
Se ad esempio nel nucleo c'è un figlio minorenne e uno maggiorenne anche di età inferiore a 21 anni, non vi è dubbio che alla famiglia spetta l'assegno unico, perché il requisito sicuramente è posseduto per la presenza del figlio minorenne. Ma sempre se quel figlio minorenne è a carico fiscalmente (massimo 4 mila euro di reddito).
Cambiando esempio, nel caso di un nucleo familiare con uno o due figli maggiorenni ma che hanno un'età tra i 18 e i 21 anni, occorre non solo guardare al requisito anagrafico (e sussiste in quanto i figli sono under 21) ed al requisito reddituale (essere a carico con massimo 4 mila euro di reddito complessivo ai fini Irpef) ma anche alla presenza di uno delle condizioni di cui sopra. Ed analizzarle ad una ad una.
Quindi il figlio maggiorenne deve essere frequentare una scuola pubblica o privata di durata quinquennale.
In mancanza, per il diritto all'assegno deve svolgere un tirocinio formativo o avere un rapporto di lavoro di qualsiasi orario e possedere in questo caso un reddito inferiore a 8 mila euro (e non 4 mila euro).
In mancanza, il giovane deve essere disoccupato e in cerca di lavoro, ossia aver reso la DID al Centro per l'Impiego.
Di che si tratta? L'ex attestato di disoccupazione, è la dichiarazione di immediata disponibilità (DID) al lavoro. Questo requisito è sostanzialmente facile da ottenere, basta recarsi al CPI.
Chiaramente la legge prevede che hanno diritto all'assegno unico i nuclei con figli maggiorenni under 21 a carico, se svolgono un servizio civile universale.
Ed infine la legge prevede che nel caso il figlio sia disabile e a carico, spetta l'assegno unico e universale alla famiglia senza limiti di età del figlio.
Ma in presenza dei requisiti sopra descritti la risposta alla domanda "A chi spetta l'assegno unico e universale?" è completa. La risposta è no.
Possono capitare dei casi in cui il nucleo familiare del richiedente ha diritto all'assegno unico e universale per figli a carico, ma manchevole del requisito soggettivo è il richiedente.
Il Decreto Legislativo n. 230 del 2021 prevede all'articolo 3 dei requisiti soggettivi del richiedente.
Quindi la risposta alla domanda "A chi spetta l'assegno unico e universale per i figli a carico" è che spetta l'assegno unico e universale per figli a carico alle famiglie che rientrano tra i beneficiari, a patto che il richiedente sia in possesso dei requisiti soggettivi che ora vediamo.
Secondo l'articolo 3, l'assegno unico e universale per figli a carico è riconosciuto a condizione che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio il richiedente sia in possesso congiuntamente dei seguenti requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno:
a) sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell'Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero sia cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un'attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o sia titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
b) sia soggetto al pagamento dell'imposta sul reddito in Italia;
c) sia residente e domiciliato in Italia;
d) sia o sia stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero sia titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
I requisiti di cui sopra, lo ribadiamo, devono essere posseduti congiuntamente.
Dalla lettura della norma è facile pensare che la risposta è che l'assegno unico e universale per i figli a carico spetti agli italiani o agli stranieri che svolgono attività lavorativa in Italia.
Ma la norma anche per i cittadini italiani richiede, oltre che il domicilio e la residenza al momento della domanda, anche una residenza per almeno due anni in Italia e l'assoggettamento al pagamento dell'imposta sul reddito Irpef in Italia (ossia superare 183 giorni di permanenza in Italia nell'anno solare).
Oppure in alternativa alla requisito della residenza biennale in Italia, un contratto subordinato a tempo determinato di almeno 6 mesi o indeterminato.
L'assegno unico e universale per figli a carico, quindi, spetta ai nuclei familiari che hanno i requisiti riguardo ai destinatari della misura e riguardo al soggetto residente.
In mancanza, il nucleo familiare deve valutare il possesso dei requisiti per la richiesta dell'altra prestazione, ossia l'assegno per il nucleo familiare (ANF), che è la storica prestazione, che resta in vigore anche nel 2022 e da marzo 2022 in poi, ma che è riservata appunto alle famiglie non beneficiarie dell'assegno unico e universale per i figli a carico.