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Aumento pensioni da gennaio 2020 al 31 dicembre 2022

Aumento pensioni da gennaio 2020 nella misura dallo 0,16% allo 0,40% della rata di pensione mensile, secondo la circolare Inps n. 147/2019. Modifiche in aumento alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici per gli anni 2020, 2021 e dal 2022 previste dalla Legge di Bilancio 2020, con relativi conguagli. Indice di rivalutazione che scende dall’1,1% del 2019 allo 0,40% del 2020. Ecco tutti gli aumenti della pensione da gennaio 2020, dal 2021 e dal 2022 per effetto della normativa sul rinnovo delle pensioni. Ed il calcolo degli importi nella rata di pensione tenuto conto della tassazione Irpef e addizionali.
A cura di Antonio Barbato
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aumento pensione 2020, 2021 e 2022

I pensionati ed i titolari di prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps hanno diritto ad un aumento pensioni da gennaio 2020 e dal 2022. La circolare n. 147 dell’Inps dell’11 dicembre 2019 ha comunicato l’aumento delle pensioni da gennaio 2020, secondo l’indice di rivalutazione provvisorio per l’anno 2020, e tale aumento va dallo 0,16% allo 0,40% in base alla pensione mensile percepita in riferimento al trattamento minimo. Nel 2019, lo stesso indice era dell'1,1%.

La Legge di Bilancio 2020 ha inoltre modificato in leggero aumento per alcuni pensionati gli indici di rivalutazione, conseguente diritto ad un leggero conguaglio positivo per alcuni pensionati nella pensione erogata nel 2021. Nell'anno 2021, gli aumenti della pensione saranno gli stessi ma legati all'indice di rivalutazione provvisorio che sarà stabilito a fine 2020.

La Legge di Bilancio 2020 ha soprattutto aumentato la percentuale di perequazione dal 2022 in poi, quindi la percentuale di aumento delle pensioni, per chi ha una pensione superiore a 4 volte il trattamento minimo. Ciò porterà i pensionati con pensioni più alte ad avere un rinnovo delle pensioni leggermente più consistente.

Di contro, il Decreto 15 novembre 2019, emanato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, ripreso dall'Inps nella circolare 147/2019, ha ridotto la percentuale di aumento di perequazione delle pensioni dall'1,1%, spettante nel 2019, allo 0,40%, spettante per il 2020. E per tale motivo, nonostante le migliorie nel calcolo del rinnovo delle pensioni, previsto dalla Legge di Bilancio 2020, l'aumento delle pensioni sarà comunque più contenuto per tutti i pensionati.

Aumento pensioni 2020: tutte le novità

Nella sostanza, le pensioni da gennaio 2020 aumentano dallo 0,16% allo 0,40%. E l’aumento dipende da quanto è alto l’importo mensile della pensione lorda rispetto al trattamento minimo di pensione (513,01 euro nel 2019).

Non si tratta di aumenti consistenti in quanto la percentuale di perequazione, che è a base di calcolo dell’aumento della pensione, e che è legata al costo della vita, è scesa dal 2019 al 2020 dall’1,1% allo 0,40%. Uno scarto differenziale che riduce di più della metà l'impatto positivo dell'aumento della pensione.

Una pensione lorda di 700 euro aumenterà di poco meno di 3 euro. Una pensione lorda di circa 1.000 euro aumenta da gennaio 2020 di circa 4 euro mensili, una pensione di circa 1.500 euro lordi aumenta di circa 6 euro lordi. Gli aumenti supereranno difficilmente i 10 euro lordi.

L’aumento della pensione da gennaio 2020 è, tra l’altro, un aumento lordo mensile, pertanto per l’importo netto occorre considerare la tassazione Irpef e le addizionali regionali e comunali che saranno addebitate dall’Inps nella rata di pensione, comportando per alcuni un netto percepito inferiore ai mesi precedenti nonostante l'aumento del lordo mensile scattato da gennaio 2020.

Le pensioni del 2021 dovrebbero attestarsi su analogo aumento (dipende dal Decreto emesso entro fine 2020 se confermerà lo 0,40% come indice di rivalutazione definitivo per l’anno 2020).

Le pensioni da gennaio 2022, fermo restante la percentuale di perequazione potenzialmente dello 0,40% (potrebbe aumentare o diminuire per Decreto da emanarsi entro il 2021), aumenteranno in maniera superiore rispetto agli anni 2020 e 2021, questo perché, dopo le modifiche normative della Legge di Bilancio 2020, l’aumento della pensione sarà legato ad una percentuale che va dal 75% al 100% della percentuale di perequazione (lo 0,40% stesso o altra percentuale), mentre per le pensioni del 2020 e del 2021 l’aumento è dello 0,40%, ma come abbiamo accennato può scendere fino allo 0,16% perché il sistema di rivalutazione dei trattamenti pensionistici attribuisce ai pensionati, in base all’importo di pensione mensile, un aumento che va dal 40% al 100% della percentuale di perequazione dello 0,40%. Nel 2022, quindi, se la percentuale di perequazione rimanesse lo 0,4% gli aumenti di pensione sarebbero dallo 0,30% allo 0,40%. In ogni caso più consistenti per chi supera i 2.000 euro lordi di pensione.

Vediamo ora tutto il sistema di rinnovo delle pensioni, della rivalutazione provvisoria e definitiva dei trattamenti previdenziali e come cambierà l’importo della pensione negli anni 2020, 2021 e dal 2022.

Come funziona il rinnovo delle pensioni

Orientarsi tra le operazioni di perequazione automatica delle pensioni, ossia l’aumento delle pensioni in base all’indice di rivalutazione provvisorio e poi definitivo, comunicato dall’Inps di anno in anno, non è semplice.

E’ ancor più complicato capire il sistema dei conguagli delle pensioni quando poi intervengono delle modifiche al rinnovo delle pensioni, delle prestazioni assistenziali e delle prestazioni di accompagnamento alla pensione, sulla base di quanto decide il Governo nelle varie Leggi di Bilancio.

Per capire meglio occorre sapere che l’aumento della pensione del 2020 è già comunicata dall’Inps, sulla base del Decreto 15 novembre 2019, il Decreto che ogni anno il Ministero delle Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, comunica quale è:

  • il valore definitivo dell’aumento di perequazione anno 2019 (sul quale l’Inps poi calcola i conguagli positivi o negativi dalla rata di pensione di gennaio 2020);
  • e quale è la percentuale di rivalutazione dei trattamenti previdenziali per l’anno 2020, quindi i nuovi importi delle pensioni da gennaio 2020 a dicembre 2020, salvo ulteriori conguagli.

Come aumenta la pensione da gennaio 2020

Con la circolare Inps n. 147 del 11 dicembre 2019 è stato comunicato che per le pensioni erogate nel 2019 la percentuale di variazione definitiva delle pensioni è pari all’1,1%. Siccome l’indice provvisorio stabilito a fine 2018 è lo stesso, nessun conguaglio negativo è dovuto dai pensionati o titolari di prestazioni previdenziali erogate dall’Inps, così come nessun conguaglio positivo è attribuito ai pensionati dalla pensione di gennaio 2020.

L'aumento della pensione da gennaio 2020 è invece scattato in quanto nello stesso Decreto e nella successiva circolare dell’Inps, è stata attribuita una percentuale di variazione della perequazione delle pensioni, salvo conguagli, dello 0,40%. Quindi le pensioni non aumentano da gennaio 2020 dell’1,1% ma dello 0,40%.

Lo stesso trattamento minimo di pensione per l’anno 2020 aumenta a 515,07 euro, anziché 513,01 euro del 2019. Il trattamento minimo è importante perché la cifra che viene presa a riferimento per il calcolo effettivo dell’aumento delle pensioni. Nello specifico, il trattamento minimo preso a riferimento per l’aumento delle pensioni da gennaio 2020 è 513,01 euro.

Le modalità di rivalutazione per il 2020 sono disciplinate dall’articolo 1, comma 260, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021”. Sarebbe la Legge di Bilancio 2019.

Per il periodo 2019-2021 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta:

  • per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a tre volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 100% (dello 0,40% si intende);
  • per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo INPS e inferiori a 4 volte il trattamento minimo, nella misura del 97% (sempre dello 0,40%);
  • per i trattamenti pensionistici superiori a 4 volte il trattamento minimo e inferiori a 5 volte il trattamento minimo, nella misura del 77% (dello 0,40%);
  • per i trattamenti pensionistici superiori a 5 volte il trattamento minimo e inferiori a 6 volte il trattamento minimo, nella misura del 52% (dello 0,40%);
  • per i trattamenti pensionistici superiori a 6 volte il trattamento minimo e inferiori a 7 volte il trattamento minimo, nella misura del 47% (dello 0,40%);
  • per i trattamenti pensionistici superiori a 7 volte il trattamento minimo e inferiori a 8 volte il trattamento minimo, nella misura del 45% (dello 0,40%);
  • per i trattamenti pensionistici superiori a 8 volte il trattamento minimo e inferiori a 9 volte il trattamento minimo, nella misura del 40% (dello 0,40%).

Vediamo ora nel dettaglio gli importi degli aumenti della pensione per l’anno 2020.

Importo aumenti della pensione da gennaio 2020

L’aumento della pensione da gennaio 2020 è pari allo:

  • 0,40% per le pensioni fino a 1.509,03 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 1.539,04 a 1.539,21 euro con importo di garanzia di 1.545,19 euro);
  • 0,388% per le pensioni da 1.539,04 euro fino a 2.052,04 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 2.052,05 a 2.053,68 euro con importo di garanzia di 2.060,00 euro);
  • 0,308% per le pensioni da 2.052,05 euro fino a 2.565,05 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 2.565,06 a 2.567,61 euro con importo di garanzia di 2.572,95 euro);
  • 0,208% per le pensioni da 2.565,06 euro fino a 3.078,06 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 3.078,07 a 3.078,67 euro con importo di garanzia di 3.084,46 euro);
  • 0,188% per le pensioni da 3.078,07 euro fino a 4.104,08 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 4.104,09 a 4.617,09 euro con importo di garanzia di 4.111,80 euro);
  • 0,180% per le pensioni da 4.104,09 euro fino a 4.617,09 euro lordi mensili (con fascia di garanzia da 4.617,10 a 4.618,01 euro con importo di garanzia di 4.625,40 euro);
  • 0,160% per le pensioni da 4.617,10 euro euro lordi a salire. (con fascia di garanzia da 4.104,09 a 4.617,09 euro con importo di garanzia di 4.111,80 euro).

Esempi calcolo aumento pensione:

Una pensione di 1.000 euro lordi verrà rivalutata dello 0,40% su base mensile, quindi l’aumento lordo della pensione mensile erogata da gennaio 2020 è pari a 4 euro mensili per tredici mensilità.

Una pensione di 1.500 euro lordi verrà rivalutata dello 0,40% su base mensile, quindi l’aumento lordo della pensione mensile erogata da gennaio 2020 è pari a 6 euro mensili per tredici mensilità.

Una pensione di 2.500 euro lordi verrà rivalutata dello 0,308% su base mensile, quindi l’aumento lordo della pensione mensile erogata da gennaio 2020 è pari a 7,7 euro mensili per tredici mensilità.

Una pensione di 5.000 euro lordi verrà rivalutata dello 0,16% su base mensile, quindi l’aumento lordo della pensione mensile erogata da gennaio è pari a 8 euro mensili per tredici mensilità.

Trattasi di aumenti della pensione lorda, quindi occorrerà applicare la tassazione Irpef nell’aliquota più elevata, tener conto inoltre dell’incidenza delle addizionali regionali e comunali sulla pensione.

Perché le pensioni aumentano dello 0,40% e non dell’1,1%?

La perequazione automatica pensioni è effettuata sulla base del costo della vita. L'art. 11, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, che prevede l'applicazione degli aumenti a titolo di perequazione automatica delle pensioni previdenziali ed assistenziali sulla base dell'adeguamento al costo vita con cadenza annuale ed effetto dal 1° novembre di ciascun anno.

A stabilire il calcolo dell’adeguamento al costo della vita con cadenza annuale è l'art. 1, comma 287, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che, con riferimento alle prestazioni previdenziali e assistenziali e ai parametri ad esse connesse, prevede che la percentuale di adeguamento corrispondente alla variazione che si determina rapportando il valore medio dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai ed impiegati, relativo all'anno precedente il mese di decorrenza dell'adeguamento, all'analogo valore medio relativo all'anno precedente non può risultare inferiore a zero.

Secondo tali indicatori, tale valore è sceso dall’1,1% allo 0,40%.

Aumento pensioni nella Legge di Bilancio 2020

Fin qui abbiamo descritto ciò che l’Inps applicherà nelle pensioni da gennaio a dicembre 2020, salvo conguagli. Ma vediamo come cambia il sistema di rinnovo delle pensioni per effetto delle novità della Legge di Bilancio 2020 e chi avrà diritto ad eventuali conguagli sulla rata di pensione.

Aumento pensioni e rivalutazione trattamenti pensionistici 2020-2021

Ebbene, per il periodo 2020-2021, la Legge di Bilancio 2020, e più precisamente l’art. 1, comma 477 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019, ha previsto una modifica al sistema di rivalutazione dei trattamenti pensionistici.

Il 100% della rivalutazione (provvisoriamente dello 0,40% per l’anno 2019), spetterà per i trattamenti pensionistici fino a 4 volte il trattamento minimo e non più fino a tre volte il trattamento minimo, mentre rimarrà nelle misure rispettivamente del 77%, del 52%, del 47%, del 45% e del 40% per le pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo, secondo quanto sopra descritto.

Aumento pensioni e rivalutazione trattamenti pensionistici dal 2022

La modifica della perequazione delle pensioni vale per l’anno 2020 e per l’anno 2021. Mentre per l’anno 2022 vi sarà una modifica ulteriore, che viene prevista dall’art. 1, comma 478 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Ossia un ulteriore comma della Legge di Bilancio 2020 cambia in maniera consistente la rivalutazione dei trattamenti pensionistici dal 202.

“478. A decorrere dal 1° gennaio 2022 l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448:

a) nella misura del 100 per cento per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a quattro volte il trattamento minimo INPS;

b) nella misura del 90 per cento per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo INPS;

c) nella misura del 75 per cento per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il predetto trattamento minimo".

La modifica normativa non incide su chi ha la pensione fino a 4 volte il trattamento minimo (prendendo i valori del 2019 sarebbe fino a 2.052,04 euro, ma nel 2021 aumenterà il limite per effetto dell’aumento il trattamento minimo dovuto alle rivalutazioni 2020 e 2021).

La modifica normativa aumenta dal 77% al 90% la rivalutazione delle pensioni fino a 5 volte il trattamento minimo (attualmente pensioni fino a 2.565,05 euro).

Aumento più deciso invece per le pensioni oltre le 5 volte il trattamento minimo, che secondo la normativa in vigore fino a dicembre 2021 sarebbero rivalutate dal 52% al 40%, mentre dal 2022 sarebbe rivalutate tutte del 75%.

Bisogna sempre considerare che tali aumenti percentuali sono da calcolarsi sull’indice di rivalutazione provvisorio per il 2022, stabilito con Decreto a fine 2021. Nel 2020 tale indice è dello 0,40% come più volte detto. Quindi ad esempio una pensione alta di 5.000 euro, nel 2020 viene rivalutata nella misura del 40% dello 0,4%, quindi dello 0,16%, mentre dal 2022 sarebbe rivalutata del 75% dello 0,40%, quindi dello 0,3% con la conseguenza che se l’aumento lordo della pensione nel 2020 è pari a 8 euro mensili, nel 2022 salirebbe a 15 euro mensili.

Conguaglio pensioni 2019 e 2020

La circolare Inps n. 147 del 11 dicembre 2019 come abbiamo visto ha confermata la rivalutazione dell’1,1% prevista provvisoriamente per le pensioni da gennaio a dicembre 2019. Pertanto, nessun conguaglio sulle pensioni del 2019 sarà erogato o trattenuto nelle pensioni del 2020.

La stessa circolare ha comunicato che ai pensionati verrà applicato l’aumento delle pensioni a partire da gennaio 2020 sulla base dello 0,40% fissato dal Decreto 15 novembre 2019 del Ministro dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.

Ma la stessa circolare Inps, come ogni anno, comunica che trattasi di un indice di rivalutazione provvisorio per il 2020, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.

In altre parole, se la percentuale dello 0,40% rimane la stessa nel Decreto che verrà emanato entro fine 2020, nessun conguaglio sarà effettuato dall’Inps nel 2021.

Se la percentuale dello 0,40% aumenta, sarà attribuito un conguaglio positivo ai pensionati nel 2021.

Se la percentuale dello 0,40% diminuisce, verranno effettuate delle trattenute nelle rate di pensione del 2021.

Ma c’è una cosa che è sicura, l’aumento delle pensioni del 2020 comporterà un conguaglio positivo per i pensionati che hanno un importo di pensione che va da tre volte a quattro volte il trattamento minimo, ossia i pensionati con pensione da 1.539,04 euro a 2.502,04 euro.

Questo perché la Legge di Bilancio 2020 ha elevato il diritto, per l’anno 2020, ad una perequazione delle pensioni del 100% e non più del 97%. Quel 3% in più, che poi sarebbe il diritto allo 0,40% anziché lo 0,388%, sarà erogato a conguaglio nel 2021, accanto agli altri eventuali conguagli spettanti.

Ad esempio, chi ha una pensione di 2.000 euro lordi, riceverà quindi un aumento lordo mensile da gennaio 2020 di 7,76 euro, ma maturerà circa 3,12 euro di conguaglio, che sarà percepito nel 2021.

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