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Bonus benzina 200 euro: concede lo Stato, pagano le imprese

Il bonus benzina 2022 è una agevolazione fiscale concessa ai lavoratori: I buoni benzina, erogati e pagati dal datore di lavoro in favore del dipendente, sono esentasse nell’anno 2022 fino ad un massimo di 200 euro, unitamente ai beni ceduti e servizi prestati in favore del lavoratore fino a 258,23 euro (buoni spesa). Il risparmio è sui contributi Inps (9,19%) e la tassazione Irpef (dal 23% al 43%). Vediamo come funziona il bonus benzina 2022, a chi spetta, come viene erogato e qual’è il vantaggio per aziende e lavoratori.
A cura di Antonio Barbato
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bonus benzina 2022

Il Governo non ha approvato alcun bonus benzina di 200 euro nel Decreto Energia. Nessun intervento governativo che concede 200 euro per i buoni benzina ai lavoratori a carico dello Stato è stato approvato.

Con il Decreto Legge 21 marzo 2022, n. 21, è stata invece approvata una norma agevolativa in termini di buoni benzina.

Si tratta dell'esclusione dalla base imponibile imponibile Irpef e previdenziale del lavoratore dei buoni benzina, fino ad un massimo di 200 euro nel 2022, nel caso i buoni carburante siano ceduti a titolo gratuito dalle aziende private.

Cosa è quindi il bonus benzina di 200 euro per l'anno 2022? E' una estensione o, per meglio dire, una norma aggiunta alla normativa, prevista dall'articolo 51 del TUIR, che consente agevolazioni fiscali riguardo alla non imponibilità di alcuni beni e servizi erogati dai datori di lavoro ai dipendenti.

A norma dell'art. 51, comma 3 del TUIR, infatti, i beni ceduti ed servizi prestati dal datore di lavoro in favore del dipendente non rientrino nel reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali del lavoratore fino ad un massimo annuale di 258,23 euro.

Con l'articolo 2 del Decreto Legge n. 21 del 2022 è stata aggiunta una ulteriore agevolazione fiscale. Accanto ai 258,23 euro già previsti dall'art. 51 comma 3 del TUIR, viene aggiunta la possibilità di erogare ai dipendenti un massimo di 200 euro di buoni benzina esentasse.

Quindi per il 2022 esiste una potenziale possibilità di erogazione di beni e servizi ai dipendenti fino a 458,23 euro esentasse, di cui 200 euro come buoni benzina, con i dipendenti che risparmiano:

  • il 9,19% di contributi previdenziali Inps;
  • e la tassazione Irpef sulla loro aliquota massima (23%-25%-35%-43%).

In altre parole, lo Stato concede fino a 200 euro di buoni benzina esentasse, a patto che siano pagati dal datore di lavoro.

La stessa normativa prevede uno stanziamento di 9,9 milioni di euro, ma sono dei milioni di euro a copertura della minor imposta Irpef incassata dallo Stato Italiano e delle minori entrate contributive.

Non si tratta di soldi effettivamente inviati ad aziende e lavoratori sotto forma di buoni benzina pagati dallo Stato.

Vediamo nello specifico cosa ha previsto il Decreto Legge n. 21 del 2022 e come funziona l'art. 51 del TUIR.

Bonus benzina 200 euro 2022: come funziona

Con il Decreto Legge  21 marzo 2022, n. 21 contenente "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina" all'articolo 2 è prevista la norma sul "Bonus carburante ai dipendenti".

Il testo normativo è il seguente: "Per l'anno 2022, l'importo del valore di buoni benzina o analoghi titoli ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti per l'acquisto di carburanti, nel limite di euro 200 per lavoratore non concorre alla formazione del reddito ai sensi dell'articolo 51, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

2. Agli oneri derivanti dal presente articolo valutati in 9,9 milioni di euro per l'anno 2022 e 0,9 milioni di euro per l'anno 2023 si provvede ai sensi dell'articolo 38″.

La normativa richiama il comma 3 dell'articolo 51 del TUIR che tratta una importante agevolazione fiscale nei confronti delle aziende e dei lavoratori. Infatti, l'ultima parte del comma 3 stabilisce che "Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a 258,23 euro; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito".

Queste due normative vogliono dire due importanti cose a livello fiscale e previdenziale per aziende e lavoratori.

La prima che ogni anno, in virtù dell'art. 51, comma 3 del TUIR, ogni azienda può liberamente erogare ad un lavoratore beni (ceduti) e servizi (prestati) fino a 258,23 euro, che vengono considerati una sorta di regalia esentasse, ossia non sono tassati a livello Irpef e non rientrano nell'imponibile previdenziale a livello di contributi Inps.

La seconda cosa è la novità del famoso Bonus benzina 2022, che non è un bonus pagato dallo Stato. Ma è appunto la possibilità concessa ai datori di lavoro di erogare al lavoratore fino a 200 euro di buoni benzina con il vantaggio che il lavoratore non subisce il prelievo della contribuzione Inps proprio carico e della tassazione Irpef su quanto percepito ed il datore di lavoro ne "scarica" il costo e non versa i contributi previdenziali a carico azienda per il valore dei buoni erogati.

Bonus benzina 2022: chi paga

Quindi, come dicevamo, i buoni benzina li paga l'azienda, ma fino a 200 euro di buoni lo Stato ci mette la sua parte, appunto finanziata con 9,9 milioni di euro, rinunciando alla tassazione Irpef. Lo stesso Stato copre i minor contributi previdenziali percepiti dall'Inps.

Ma questo accade sempre se il datore di lavoro è disposto ad accettare di sostenere maggiori costi aziendali erogato ai lavoratori, di fatto, fino a 200 euro in più sotto forma di buoni benzina.

Riepilogando quindi, le aziende possono erogare ai lavoratori nell'anno 2022:

  • fino a 258,23 euro di beni e servizi ai sensi dell'art. 51, comma 3 del TUIR;
  • fino a 200 euro di buoni benzina ai sensi dell'art. 2 del Decreto Legge n. 21 del 2022.

In entrambi i casi, il datore di lavoro sostiene la spesa, mentre il contributo dello Stato è la rinuncia all'imposizione fiscale e alla contribuzione previdenziale.

Per l'azienda, il vantaggio è anche quello che la spesa sostenuta è deducibile come costo.

Bonus benzina 2022: a chi spetta

Il Decreto Legge n. 21/2022 ha introdotto una nuova norma fiscale che concede la possibilità ai datori di lavoro di erogare buoni benzina per l'anno 2022, a titolo gratuito ai lavoratori, con l'agevolazione fiscale che per il lavoratore tale buono "non concorre alla formazione del reddito ai sensi dell'articolo 51, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917".

Richiamando l'art. 51 del TUIR, sostanzialmente viene prevista tale agevolazione riguardo alla determinazione del reddito da lavoro dipendente, quindi hanno diritto all'agevolazione fiscale, o in altre parole è possibile erogare i buoni benzina esentasse fino a 200 euro ai lavoratori titolari di un reddito da lavoro dipendente ma anche ai titolari di reddito assimilato al lavoro dipendente.

Pertanto i buoni benzina esentasse fino a 200 euro nel 2022 spettano a tutti i lavoratori dipendenti, con qualsiasi tipologia di contratto di lavoro (full-time, part-time, apprendistato, contratto a termine, contratto a tempo indeterminato) ed ai lavoratori con reddito assimilato al lavoro dipendente (cococo).

Bonus benzina 2022: domanda e come richiederlo

Il bonus benzina 2022 erogato dallo Stato non esiste, non è sostegno, non è un contributo a fondo perduto, non è nulla di similare. Non prevista alcuna domanda, non va richiesto online in nessun maniera.

E' prevista solo la facoltà per i datori di lavoro di erogare nell'anno d'imposta 2022, ossia entro il 31 dicembre 2022, fino a 200 euro di buoni benzina, che ai sensi dell'art. 2 del D. L. n. 21/2022 sono esentasse.

Come? Automaticamente il datore di lavoro nella sua qualità di sostituto d'imposta, deve applicare la tassazione Irpef non includendo il valore dei buoni nel reddito imponibile fiscale e previdenziale del lavoratore nell'anno 2022. In altre parole, può cedere gratuitamente fino a 200 euro di buoni benzina ai lavoratori senza considerarli nel reddito.

Bonus benzina 2022: non è obbligatorio erogarli ai dipendenti

Il Bonus benzina viene erogato dal datore di lavoro, la spesa viene sostenuta dal datore di lavoro ed è una agevolazione fiscale spettante ai sensi del comma 3 dell'art. 51 del TUIR, sul reddito da lavoro dipendente del lavoratore.

Non si tratta, però, di buoni benzina che il datore di lavoro deve obbligatoriamente erogare al lavoratore.

Il Governo con il Decreto Legge n. 21 del 2022, che contiene le misure di contrasto agli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, rendendoci conto che il costo della benzina è rincarato di molto, ha reso esentasse l'erogazione dei buoni benzina ai dipendenti, ma laddove il datore di lavoro scelga di sostenere le spese per la benzina dei dipendenti.

Si può affermare che il Governo ha inteso fare la sua parte, concedendo agevolazioni.

Buoni benzina esentasse: vantaggi per aziende e lavoratori

Lo Stato ha quindi concesso l'erogazione gratuita di buoni benzina ai dipendenti, concedendo l'esclusione dalla base imponibile fiscale e previdenziale del valore dei buoni benzina o analoghi titoli ceduti al lavoratore.

L'esclusione dalla base imponibile previdenziale e fiscale determina che il buono benzina non è computato nel reddito imponibile del dipendente.

Il lavoratore non è tenuto a versare i contributi previdenziali a proprio carico del 9,19% sui 200 euro o cifra inferiore erogata dal datore di lavoro attraverso il buono carburante. Accanto all'agevolazione contributiva, il lavoratore non è tenuto neanche a versare la tassazione Irpef, che dal 2022 è pari al 23% fino a 15.000 euro di reddito, del 25% fino a 28 mila euro, del 35% fino a 50 mila euro e del 43% oltre 50 mila euro. Accanto al risparmio contributivo e Irpef, c'è anche il risparmio in termini di addizionali regionali e comunali.

Il datore di lavoro, pur sostenendo la spesa per il buono carburante, può dedurne sia il costo, sia risparmiare il versamento dei contributi Inps a carico azienda sul valore del buono benzina erogato.

Esempio: 200 euro ad un lavoratore con reddito dil 25 mila euro. Questo lavoratore ha una aliquota Irpef massima del 25%. Nel suo caso il risparmio contributivo è il 9,19% di 200 euro, ossia 18,38 euro, mentre il risparmio fiscale è il 25% dei 200 euro meno 18,38 euro (i contributi previdenziali sono esclusi dalla base imponibile fiscale), ossia 45,40 euro. Il lavoratore risparmia quindi tra contributi e tassazione 63,78 euro, senza considerare gli addizionali regionali e comunali.

Il datore di lavoro non versa la contribuzione a proprio carico sui 200 euro. Le aliquote contributive a carico datoriale sono circa il 30%, se il lavoratore non gode di agevolazioni.

E' chiaro che laddove il datore di lavoro abbia in mente un premio, può essere conveniente erogarlo in buoni benzina sfruttando l'agevolazione fiscale.

Buoni benzina, beni e servizi: differenze tra le misure 2021 e 2022

Il Governo anche nell'anno 2020 e 2021 ha previsto delle misure che hanno intensificato le agevolazioni fiscali ai sensi dell'art. 51 del TUIR.

Con il Decreto Legge n. 104 del 2020 era stato previsto per il solo anno 2020, l’innalzamento a 516,46 euro del limite di esenzione fiscale e contributiva dei beni ceduti e dei servizi prestati dal datore di lavoro ai sensi dell’art. 51, comma 3, TUIR.

La misura è stata confermata e prorogata per l'anno 2021 dalla Legge n. 69 del 2021 (Decreto Sostegni).

Quindi nel 2020 e nel 2021 era prevista la possibilità per i datori di lavoro di erogare beni e servizi, ivi compreso i buoni benzina, ai lavoratori fino a 516,46 euro esentasse.

Nell'anno 2022, il limite è tornato a 258,23 euro per i beni e servizi, a cui sono stati aggiunti buoni benzina fino a 200 euro, per complessivi 458,23 euro.

Pertanto, rispetto ai due anni precedenti, abbiamo una agevolazione fiscale di tipo diverso, legata ad una emergenza diversa (guerra in Ucrania rispetto all'emergenza da Covid-19), che si sostanzia in una riduzione agevolativa e con una spesa agevolata legata ai buoni benzina rispetto ad altri buoni acquisto.

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