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Opinioni

Ecco chi deve restituire il bonus di 80 euro di Renzi percepito nel 2015

Centinaia di migliaia di contribuenti sono a rischio restituzione del Bonus Renzi di 80 euro percepito durante l’anno 2015. L’allarme è scattato, ma come si fa a controllare chi deve restituire il bonus? Proviamo a darvi una serie di consigli e indicazioni su come controllare la propria posizione fiscale, anche consultando la Certificazione Unica 2016 relativa ai redditi percepiti nel 2015.
A cura di Antonio Barbato
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Bonus Renzi chi deve restituire

Si è scatenata in maniera forte la polemica sulla restituzione degli 80 euro del Bonus di Renzi. Alcune stime parlano di 1,4 milioni di contribuenti lavoratori interessati, ai quali viene richiesta la restituzione dei famosi 80 euro mensili in unica soluzione.

Ma perché sta accadendo tutto ciò? Proviamo a spiegare cosa è successo a questi contribuenti e soprattutto a chiarire chi deve restituire in tutto o in parte il bonus di 80 euro di Renzi.

Senza appesantire il lettore è necessario partire dalla norma e concentrarci sull’anno d’imposta 2015, che è quello durante il quale è successo il “guaio” o rischio restituzione.

La normativa sul Bonus Renzi. Sin dal Decreto Legge n. 66/2014 con il quale il Governo Renzi ha inserito la misura, che con la Legge di Stabilità 2015 che ha confermato il famoso Bonus di 80 euro di Renzi, la normativa è sempre stata la stessa (e quindi sono due gli anni che i lavoratori hanno avuto di tempo per capire se ne hanno diritto o meno):

“Qualora l’imposta lorda determinata sui redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), sia di importo superiore a quello della detrazione spettante ai sensi del comma 1 (detrazione per lavoro dipendente), compete un credito rapportato al periodo di lavoro nell’anno che non concorre alla formazione del reddito di importo pari a:

  • 960 euro, se il reddito complessivo non è superiore a 24.000 euro;
  • 960 euro, se il reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro. Il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.”.

E che “Il credito di cui al comma precedente è rapportato al periodo di lavoro nell’anno”.

Tradotto in termini pratici, partendo dalla base, i presupposti per avere il bonus di 80 euro di Renzi sono tre:

1) il possesso di una determinata tipologia di reddito (da lavoro dipendente, ma non solo);

2) che l’imposta lorda calcolata sul reddito sia superiore alla detrazione per lavoro dipendente;

3) che il reddito complessivo non superi 24.000 euro per la misura piena del bonus di 960 euro, oppure i 26.000 euro per le misure parziali del bonus.

Un ulteriore aspetto della normativa è che i datori di lavoro riconoscono il bonus in via automatica in busta paga, quindi senza richiesta del lavoratore.

Quest’ultimo, se non ha diritto al bonus, deve attivarsi in prima persona per richiedere la non erogazione. O almeno doveva farlo. Anche per questo possono essersi creati 1,4 milioni di casi di restituzione. In tal senso diamo ora dei consigli utili per controllare la propria posizione fiscale e verificare se bisogna restituire il bonus di 80 euro in tutto o in parte.

Quale è il reddito dell’anno 2015 da considerare?

Per il diritto all’erogazione del bonus di Renzi si deve tener conto del reddito complessivo ai fini Irpef e secondo la normativa del TUIR. Il reddito da considerare è quello dell’anno d’imposta 2015, non quello dell’anno precedente o successivo.

Redditi da considerare. Sono inclusi nel reddito complessivo non solo tutti i redditi derivanti da lavoro dipendente o assimilato, aldilà del contratto stipulato (a termine, contratto a tempo indeterminato, contratto a progetto, contratto a chiamata o intermittente ecc.) ma anche gli altri redditi da lavoro autonomo, anche occasionale, i redditi dei terreni e dei fabbricati (quindi i canoni di affitto percepiti dal contribuente, compreso quelli con cedolare secca), i redditi di pensione e i redditi diversi.

Sono inclusi tra i redditi anche quelli derivanti da prestazioni previdenziali erogate dall'Inps quali l’indennità di malattia o maternità, la cassa integrazione guadagni, la Naspi ex Aspi e Mini Aspi, ma anche le pensioni complementari e integrative, nonché le prestazioni di accompagnamento alla pensione.

Redditi esclusi. Dal calcolo del reddito complessivo ai fini del bonus va escluso il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, nonché il reddito derivante da somme percepite a titolo di incrementi di produttività (detassazione), ma che nel 2015 non era in vigore. Ovviamente i premi di produzione non detassati sono invece da includere nel reddito.

Tra le prestazioni previdenziali escluse dal calcolo del reddito complessivo ci sono l’una tantum cocopro, il TFR del Fondo di Garanzia, le anticipazioni di Naspi, Aspi e Mini Aspi e la mobilità in unica soluzione. Escluse anche le indennità di mobilità delle lavoratrici autonome e gli assegni di maternità dei Comuni e dello Stato.

Vi ricordiamo che il bonus di 80 euro non spetta ai pensionati.

Come controllare i dati nella Certificazione unica 2016

Come sapere in prima battuta il proprio reddito utile per il bonus di 80 euro di Renzi?

Basta aprire la propria Certificazione Unica 2016 e controllare la cifra indicata nei punti 1 e 2 della sezione Dati Fiscali dove c’è indicato il proprio reddito imponibile dal punto di vista fiscale.

Ebbene, se questo reddito è tra gli 8.174 euro e i 24.000 euro ed è indicato nel punto 1 che riguarda i contratti a tempo indeterminato, e voi avete lavorato tutto l’anno (vi basterà controllare se nel punto 6 c’è scritto 365 giorni) allora non dovete temere alcuna restituzione. Anzi controllare solo nel punto 391 – codice bonus se trovate indicato “1” e se nel punto 392 trovate indicato 960 euro totali. Cosa vuol dire? Che avete avuto il bonus di 80 euro per tutto l’anno e non dovete restituire nulla. E ciò potete verificarlo anche dal fatto che l’imposta lorda (indicata nel punto 361) supera effettivamente la detrazione per lavoro dipendente (punto 367 della Certificazione unica).  A proposito, ai fini del diritto al bonus di 80 euro non si considerano le altre detrazioni come quella per moglie e figli a carico.

Attenzione però: se avete altri redditi oltre a quello certificato nella Certificazione Unica 2016, bisogna rivedere tutta la vostra posizione fiscale e probabilmente presentare il 730.

Se il vostro ulteriore reddito è tale da farvi andare con l’imponibile fiscale annuo oltre i 24.000 euro, allora il rischio restituzione del bonus di 80 euro, se percepito in misura piena, diventa praticamente certo. In quel caso preparatevi ad una restituzione del bonus di 80 euro in tutto o in parte presentando la dichiarazione dei redditi, il 730 o Unico.

Rischio restituzione per chi ha avuto contratti da precario

Sopra abbiamo evidenziato il caso del lavoratore a tempo indeterminato. Ma una vastissima platea di soggetti sono titolari di più contratti di lavoro durante l’anno. Chi ha avuto due contratti a termine, chi ha avuto un contratto a progetto, chi ne ha avuti due tra contratti a tempo indeterminato, determinato, apprendistato, ecc. nell'anno 2015.  Ebbene, in generale, tutti questi soggetti devono ricontrollare la propria posizione fiscale per verificare se hanno correttamente avuto il bonus di 80 euro oppure no.

Per chi ha avuto un solo contratto/reddito. Per farsi un idea, bisogna sempre consultare tutti i modelli di Certificazione Unica 2016 che sono stati rilasciati dai datori di lavoro per l’anno 2015 e che dovreste aver ricevuto. Nel vostro caso vi troverete certificato il singolo reddito per uno dei contratti precari di cui sopra nel punto 2 della sezione Dati Fiscali, punto che accoglie appunto i redditi per contratti a tempo determinato.

Ebbene, se avete un solo contratto, vi sarà facile controllare il diritto al bonus di Renzi. Bisogna rapportare il proprio reddito (punto 2) al numero di giorni di detrazione per lavoro dipendente spettante (punto 6) e controllare che se nel punto 6 ci sono indicati un numero di giorni inferiore a 365, allora avrete diritto, se il vostro reddito imponibile è tale da comportare un imposta lorda (punto 361) superiore alla detrazione per lavoro dipendente (punto 367) e se il datore di lavoro vi ha erogato il bonus calcolando 960 euro diviso 365 per il numero dei giorni spettanti che sono indicati sempre nel punto 6. In linea teorica dovrebbe scampare i pericolo restituzione del bonus di 80 euro.

Per chi ha avuto due o più contratti/redditi nel 2015. Il discorso si complica notevolmente per coloro che hanno avuto due o più contratti di lavoro nell’anno 2015. In questa ottica abbiamo pubblicato uno speciale (due o più CU ex CUD perché il conguaglio nel 730 costa caro) che spiega tutto ciò che comporta la sommatoria di due redditi relativi a due contratti di lavoro nell’anno, se il lavoratore non ha provveduto a farsi conguagliare dall’ultimo datore di lavoro tutti i redditi dell’anno, ivi compreso il bonus di 80 euro di Renzi.

I casi che si possono segnalare che comportano un rischio di restituzione del bonus di 80 euro sono molteplici. Dei 960 euro potreste aver diritto ad una parte (se il reddito resta al di sotto dei 26.000 euro) o addirittura a zero euro (restituzione totale) se la somma dei redditi supera 26.000 euro.

Tenete conto che, ai fini del bonus di 80 euro di Renzi (o meglio del credito Irpef di 960 euro all’anno nel 2015) bisogna sommare anche i redditi da lavoro dipendente con i redditi derivanti da prestazioni Inps quali la Naspi, o Aspi o Mini Aspi e le altre indennità erogate dall’Inps. Questo per i lavoratori che hanno percepito dall’Inps una prestazione a sostegno del reddito nell’anno 2015.

Il consiglio generale per chiunque ha avuto due redditi nel 2015 è quello di ricontrollare minuziosamente la propria posizione fiscale ed eventualmente presentare il modello 730 per conguagliare tutto: dai redditi alle detrazioni fino al bonus Renzi di 80 euro.

Rischio restituzione per chi ha un reddito inferiore a 8.174 euro

Una delle categorie di lavoratori più a rischio restituzione del bonus di 80 euro è sicuramente quella dei lavoratori con reddito inferiore al minimo utile a far sì che “l’imposta lorda superi la detrazione per lavoro dipendente” che è il presupposto principale per il diritto all’agevolazione fiscale.

Restituzione certa per chi lavora tutto l’anno e ha un reddito inferiore a 8.174 euro. Ebbene, il reddito minimo annuo, per chi ha lavorato tutto l’anno 2015, per il diritto al bonus di 80 euro è di 8.174 euro. Coloro che trovano certificato nel punto 2 della sezione Dati Fiscali della Certificazione Unica 2016 un reddito inferiore a tale cifra e nel punto 6 viene indicato 365 come numero di giorni lavorati nell’anno, allora non hanno diritto ad alcun euro di Bonus Renzi. E nel caso lo hanno percepito devono restituirlo totalmente.

Questo vale, per fare un esempio classico, per alcuni dei lavoratori che hanno avuto un contratto di lavoro part-time (si pensi al part-time al 50% di 20 ore settimanali) e non superano il reddito minimo perché per effetto del CCNL di settore hanno diritto ad una paga troppo bassa.

Bonus di 80 euro per chi ha lavorato per alcuni mesi e ha un reddito inferiore a 8.174 euro. Attenzione però: il reddito di 8.174 euro si riferisce a chi ha lavorato tutto l’anno. Nel caso in cui si ha avuto un reddito inferiore a 8.174 euro ma si è lavorato per alcuni mesi nell’anno, il discorso cambia.

Andrà controllato se nel periodo di lavoro (certificato sempre nel punto 6 della Certificazione Unica 2016), l’imposta lorda (punto 361), calcolata sul reddito del punto 2, sia superiore alla detrazione per lavoro dipendente del punto 367. Se è così, al bonus di 80 euro, anche se in misura parziale, avete diritto. E più precisamente avete diritto a 960 euro diviso 365 e moltiplicato per i giorni indicati nel punto 6. A quel punto non vi resta che controllare se il datore di lavoro vi ha pagato il Bonus di 80 euro nella misura giusta, consultato il punto 392.

Se il lavoratore ha avuto due o più contratti precari di cui sopra, percependo piccoli redditi, allora tutta la posizione fiscale andrà ricontrollata, caso per caso. In quanto in presenza di due o più redditi è bene ricontrollare tutto ed eventualmente presentare il modello 730 per sanare la posizione (potreste aver diritto finanche alla restituzione dell’Irpef o dall’altro lato potreste rischiare la restituzione del Bonus di 80 euro).

Ovviamente, in senso contrario, se un lavoratore ha avuto due o più redditi inferiori a 8.174 euro, ma la somma dei redditi fa superare allo stesso gli 8.174 euro annui totali, è necessario ricalcolare tutto, dal reddito fiscale alle detrazioni, dall’imposta trattenuta in busta paga a quella eventualmente dovuta. Ma bisogna ricalcolare anche il bonus di 80 euro in quanto potreste aver diritto finanche a tutti i 960 euro, pur se non ve li hanno erogati in busta paga.

Rischio restituzione parziale o totale per chi ha superato i 24.000 euro di reddito

Finora abbiamo trattato i casi dei lavoratori precari che hanno un reddito sostanzialmente basso. Ma il rischio restituzione parziale o totale del bonus di 80 euro lo corrono anche coloro che, con un contratto a tempo indeterminato oppure uno più contratti a tempo determinato, superano o rischiano di aver superato nell’anno d’imposta 2015, anche per effetto di altri redditi diversi da quello da lavoro dipendente o assimilati ad esso, i 24.000 euro di reddito.

La normativa, che vi abbiamo riportato integralmente ad inizio articolo, dice in maniera chiara che se si superano i 24.000 euro si ha diritto a meno di 960 e più precisamente a “960 euro, se il reddito complessivo è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro. Il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 2.000 euro.”.

Ciò significa due cose: che se il contribuente ha un reddito tra 24.000 euro e 26.000 euro, il bonus di 960 euro all’anno si riduce fino ad azzerarsi. Per chi supera 26.000 euro, il bonus di Renzi non spetta proprio.

Ad esempio, chi per effetto dei propri redditi (anche per una semplice retribuzione per lavoro straordinario) arriva a percepire, ad esempio 25.000 euro, ha diritto a 26.000 euro meno 25000, ossia 1.000 euro diviso 2.000. Cosa vi sta dicendo la legge? Che vi spetta il 50% di 960 euro, quindi 480 euro ed avete quindi da restituire 480 euro su 960 euro, se il datore di lavoro vi ha erogato 960 euro.

In ogni caso tutti coloro che rischiano di aver superato un reddito imponibile Irpef o reddito complessivo ai fini fiscali di 24.000 euro devono controllare bene la propria posizione fiscale perché il rischio di restituzione del Bonus di 80 euro è concreto. I redditi da considerare? Ve li abbiamo scritti sopra.

Per approfondire tutta la normativa ed i vari aspetti, ecco la guida sul bonus di 80 euro.

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Giornalista dal 2016 e consulente del lavoro, sono caposervizio dell'area Job. Scrivo di lavoro, fisco e previdenza.
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