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Indennità di maternità a tutte le lavoratrici madri: lo prevede il Jobs Act

Il Governo con il Jobs Act ha posto l’obiettivo di estendere l’indennità di maternità a tutte le lavoratrici madri, anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Si tratta di una importante novità per tutte le donne lavoratrici, unitamente all’introduzione di una tax credit quale incentivo al lavoro femminile e per chi ha figli minori o disabili. Vediamo tutte le novità, ivi compreso per il congedo parentale.
A cura di Antonio Barbato
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Il Governo nel Jobs Act promette di estendere l’indennità di maternità a tutte le lavoratrici madri, ivi compreso l’erogazione da parte dell’Inps anche alle lavoratrici con contratto a progetto i cui datori di lavoro non hanno versato i contributi previdenziali. Viene introdotta anche una tax credit quale incentivo al lavoro femminile. Novità arriveranno anche in materia di congedi parentali.

Tra gli scopi del Governo  inseriti nel Jobs Act c’è anche il garantire adeguato sostegno alle cure parentali, attraverso misure volte a tutelare la maternità delle lavoratrici e favorire le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la generalità dei lavoratori. In questo senso saranno adottati uno o più decreti legislativi.

In tal senso, il Governo promette una ricognizione delle categorie di lavoratrici beneficiarie dell'indennità di maternità, nella prospettiva di estendere, eventualmente anche in modo graduale, tale prestazione a tutte le categorie di donne lavoratrici.

Vi ricordiamo che attualmente sono previste le seguenti tutele:

Inoltre per le madri che non lavorano più ci sono anche le seguenti prestazioni:

Il Governo ha rivolto il proprio pensiero alle donne lavoratrici. E tra gli interventi programmati c’è la garanzia, per le lavoratrici madri parasubordinate, del diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro.

Si tratta di una importantissima novità, soprattutto per le tantissime lavoratrici con contratto a progetto. Viene esteso a tutte le lavoratrici madri il principio di automaticità delle prestazioni Inps. Spieghiamo quale è l’importante differenza.

Attualmente per le lavoratrici dipendenti è garantito il diritto all’indennità di maternità anche se i contributi previdenziali non sono stati versati dal datore di lavoro, mentre per le lavoratrici parasubordinate con contratto a progetto non c’è il diritto ad alcuna prestazione Inps se non risultano versati ed accreditati i contributi all’Inps. Ossia se il datore di lavoro non versa i contributi all’Inps, pur se li ha trattenuti in busta paga alla lavoratrice, quest’ultima non riceve dall’Inps l’indennità di maternità prevista per le lavoratrici della Gestione Separata.

Ne consegue che, fino ad oggi, a differenza delle lavoratrici dipendenti con contratto di lavoro subordinato (contratto a tempo indeterminato o contratto a termine), le lavoratrici con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con contratto a progetto (ne sono tantissime), non godo del diritto al principio di automaticità delle prestazioni di cui sopra, in base al quale, appunto, le prestazioni Inps sono garantite anche se il datore di lavoro non versa i contributi dovuti a proprio carico e in nome e per conto del lavoratore (visto che nella busta paga il datore di lavoro trattiene regolarmente i contributi a carico del lavoratore, che nel caso di un contratto a progetto sono anche pari ad 1/3 dell’aliquota Inps).

Le novità per chi ha figli minori o disabili

Una ulteriore novità prevista dal Governo nel Jobs Act è l’introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori o disabili non autosufficienti e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito individuale complessivo, e armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico.

Un altro obiettivo del Governo è l’incentivazione di accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell'orario lavorativo e dell'impiego di premi di produttività, al fine di favorire la conciliazione tra l'esercizio delle responsabilità genitoriali e dell'assistenza alle persone non autosufficienti e l'attività lavorativa, anche attraverso il ricorso al telelavoro.

Giorni di riposo aggiuntivi per chi ha un figlio disabile. Poi c’è un possibile intervento legislativo che verrà previsto in favore delle famiglie con figlio minore disabile. Infatti è previsto l’eventuale riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali ed alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore che necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute.

Le novità in materia di congedi parentali. Inoltre è intenzione del Governo revisionare le norme per garantire una maggiore flessibilità dei relativi congedi obbligatori e parentali, favorendo le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche tenuto conto della funzionalità organizzativa all'interno delle imprese. Viene stabilita anche la possibilità di un a fruizione dei congedi parentali in modo frazionato per i dipendenti pubblici.

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