Lavoratori autonomi e contributi dal 2012: arrivano rincari dalla riforma
La manovra sul sistema pensionistico varata dal Governo Monti ha sostanzialmente modificato i requisiti di accesso alla pensione dei lavoratori. Si è passati dalla pensione di anzianità con il sistema delle quote e la finestra mobile, poi abrogati, alla nuova pensione anticipata. Accanto alle modifiche dei requisiti per l’accesso alla pensione in anticipo attraverso gli anni di contributi versati, è stata anche modificata la pensione di vecchiaia, che è invece legata al raggiungimento dell’età anagrafica.
Per tutti c’è stato un innalzamento dell’età pensionabile, tenuto conto anche dell’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita, quel meccanismo che valuta le possibilità di un individuo di 65 anni di prolungare la propria vita.
Le modifiche per gli autonomi. Il Decreto Legge n. 201 del 2011, convertito poi nella legge n. 214 del 2011, per quanto riguarda i lavoratori autonomi ha innalzato i requisiti di età e di anzianità contributiva per l’accesso alla pensione, come per i lavoratori dipendenti. Quindi nuovi requisiti per la pensione di vecchiaia e per l’ottenimento della pensione anticipata.
Rincaro dei contributi da versare. Oltre alle modifiche in comune con i lavoratori dipendenti, la Manovra Monti ha introdotto nei confronti dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti, lavoratori agricoli e coltivatori diretti, collaboratori a progetto, professionisti senza cassa e iscritti alla gestione separata, ecc.) anche ulteriori novità per quanto riguarda il sistema contributivo. C’è stata una sostanziale revisione delle aliquote, un aumento della contribuzione dovuta. Inoltre c’è stata una revisione delle aliquote di computo, utili per il calcolo pensionistico.
Gli autonomi versano di tasca propria i contributi e sono quindi dei diretti interessati riguardo le modifiche ai contributi da versare. Analizziamo tutti questi aspetti.
SOMMARIO:
La pensione di vecchiaia e anticipata per gli autonomi
Contributi per artigiani e commercianti
Lavoratori agricoli e coltivatori diretti
Professionisti senza cassa e gestione separata
La pensione di vecchiaia e la pensione anticipata per gli autonomi
Allineamento lavoratori autonomi e dipendenti. Uno degli obiettivi della Manovra, da raggiungere nei prossimi anni, è quello dell’allineamento dei requisiti per il pensionamento dei lavoratori autonomi a quelli previsti per i lavoratori dipendenti. Quindi per i lavoratori artigiani, commercianti, i lavoratori agricoli, i lavoratori parasubordinati o a progetto ed i professionisti della gestione separata, ci sarà un sostanziale allineamento ai lavoratori dipendenti.
Requisiti per la nuova pensione di vecchiaia. I lavoratori autonomi uomini dal 2012 possono andare in pensione a 66 anni di età attraverso la pensione di vecchiaia, mentre le lavoratrici autonome potranno andare in pensione nel 2012 a 63 anni e 6 mesi. L’allineamento per le donne sarà effettuato entro il 2018, quando per la pensione di vecchiaia saranno necessari 66 anni. Nel 2018 infatti ci sarà l’allineamento a 66 anni del requisito di età anagrafica per tutti i lavoratori, sia donne che uomini, sia dipendenti che autonomi, sia del settore pubblico che del settore privato. Dal 2021 per tutti la pensione di vecchiaia passerà a 67 anni. Per maggiori informazioni vediamo l’approfondimento sulla pensione di vecchiaia.
Requisiti per la nuova pensione anticipata. Nel caso della nuova pensione anticipata, che ha sostanzialmente sostituito il precedente sistema delle quote con il quale si andava in pensione in anticipo con la pensione di anzianità, la legge non distingue tra lavoratore autonomo e dipendente, ma tra uomini e donne. Se con la pensione di anzianità in vigore fino al 2011 si poteva andare in pensione con la quota 97 di con almeno 61 anni di età e 35 anni di contributi versati, oppure in alternativa bisognava avere 40 anni di contributi versati, con la nuova pensione anticipata che ha sostituito il vecchio sistema ci vorranno 41 anni e 1 mese di contribuzione per le donne e 42 anni ed un mese di contribuzione per gli uomini. Quindi innalzamento dei requisiti, che tra l’altro aumenteranno dal 2013 per effetto della speranza di vita, uguale per tutti.
Gli autonomi tra i penalizzati. Ci sono alcuni lavoratori autonomi che sono penalizzati rispetto ai lavoratori dipendenti del settore privato. Si tratta dei lavoratori che maturano i requisiti di anzianità nel corso del 2012. La riforma per loro si applica integralmente e quindi non rientrano tra i lavoratori che, raggiunta la vecchia quota 97 prevista dal sistema pensioni fino al 2011 (quindi 62 anni di età e 35 anni di contributi versati), possono comunque accedere al pensionamento, anche se all’età di 64 anni. Questi lavoratori autonomi resteranno al lavoro un anno in più rispetto al lavoratore dipendente del settore privato che raggiunge quota 96 nel 2012. Per maggiori informazioni vediamo i penalizzati dalla riforma pensioni.
L’aumento dei contributi per gli artigiani e commercianti
Per i lavoratori artigiani e per i commercianti è scattato a partire dal 2012 un aumento progressivo dei contributi da versare. Le aliquote contributive salgono di 1,3 punti percentuali nel 2012 e poi saliranno dello 0,45 per cento ogni anno fino al raggiungimento della percentuale del 24% per i titolari di qualunque età e coadiuvanti o coadiutori di età superiore a 21 anni. Mentre per i coadiuvanti o coadiutori di età inferiore a 21 anni, sempre per effetto dell’aumento dell’1,3% nel 2012 e dello 0,45% per gli anni successivi, si avrà una percentuale nel 2018 pari al 21%.
Questo è quanto previsto dal comma 22 dell’art. 24 del Decreto Legge n. 201 del 2011. Un aumento importante dei contributi da versare, che passano dal 20% del 2011 al 24% del 2018 (o dal 17% al 21% per i coadiuvanti o coadiutori di età inferiore a 21 anni). Questo per la prima fascia di reddito, per la seconda vanno aumentate le percentuali dell’1%, quindi nel 2018 si avrà un’aliquota contributiva del 25% (o del 22% per coadiuvanti o coadiutori sempre di età inferiore a 21 anni). Per maggiori informazioni, vediamo l’approfondimento sui contributi dal 2012 per artigiani e commercianti.
I contributi dovuti dai lavoratori agricoli e i coltivatori diretti
Come per gli artigiani ed i commercianti, anche per i lavoratori del settore agricolo arrivano degli aumenti sulle aliquote per il versamento dei contributi. I lavoratori agricoli, gli imprenditori agricoli ed i coltivatori diretti, si vedranno progressivamente aumentare le aliquote dal 2012 e fino al 2018, anno in cui ci sarà l’uniformità dell’aliquota di finanziamento nella misura del 24%.
Ciò vuol dire che aldilà della presenza in zone svantaggiate oppure in zone normali, indipendentemente dall’età inferiore o superiore a 21 anni, in futuro ci sarà un’aliquota uguale per tutti. Passerà al 24% non solo l’aliquota di finanziamento, ma anche l’aliquota di computo. Con vantaggi e svantaggi.
Il passaggio sarà graduale. Le aliquote dell’anno 2012 saranno le seguenti: nelle zone normali passa al 21,60% (+1,3% rispetto al 2011) per i lavoratori agricoli con età maggiore di 21 anni e del 19,40% (+1,6%) per i minori di 21 anni. Mentre nelle zone svantaggiate passa rispettivamente al 18,70% (+1,4%) per i maggiori di 21 anni e al 15% (+2,2%) per i minori di 21 anni. Per maggiori informazioni su tutte le aliquote anno dopo anno, sui vantaggi e gli svantaggi della modifica apportata dalla Manovra Monti, vediamo i contributi 2012 per i lavoratori agricoli.
Le nuove tutele per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps
Per gli iscritti alla gestione separata gli aumenti delle aliquote contributive erano arrivati con un mese di anticipo rispetto alla Manovra Monti di dicembre 2011. Nel mese di novembre del 2011, infatti, con la legge n. 183, il Governo ha aumentato di un punto percentuale tutte le aliquote di contribuzione della gestione separata Inps. Quindi percentuali a carico lavoratore ed a carico del committente più elevate, a partire dal 1 gennaio 2012. Per maggiori informazioni, vedremo i contributi 2012 per la gestione separata.
Oltre agli interventi in materia pensionistica, riguardanti le modifiche sostanziali sulle modalità di accesso alla pensione (dalla cancellazione del sistema delle quote, alla introduzione di una nuova pensione di vecchiaia e una nuova pensione anticipata) e riguardanti le aliquote di finanziamento per la contribuzione, il Governo Monti è intervenuto anche in favore dei professionisti senza cassa e su aspetti diversi da quelli contributivi. Le modifiche, o per meglio dire le estensioni, hanno riguardato le tutele del lavoratore nei casi di sospensione del rapporto di lavoro.
Sono state estese ai professionisti senza cassa le indennità giornaliere di malattia e il trattamento economico per congedo parentale entro il primo anno di vita del bambino. Queste tutele, tra gli iscritti alla gestione separata, erano finora dedicate solo ai lavoratori a progetto. Per maggiori informazioni vedremo le tutele per i professionisti senza cassa.