Manovra bis: cancellato il contributo di solidarietà ma non per gli statali
Il vertice di Arcore a casa del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ha riscritto la Manovra bis, che era già correttiva della prima manovra di metà luglio. Il contributo di solidarietà, lanciato a Ferragosto come una delle misure del Decreto Legge n. 138 del 13 agosto 2011, è stato cancellato. Il Governo fa marcia indietro e salva i possessori di redditi oltre i 90.000 euro lordi dal pagamento della super Irpef. Ma c’è una eccezione, e scatena polemiche.
Gli statali pagano il contributo di solidarietà. Lo avevamo detto ed è stato confermato: la Manovra bis colpisce i dipendenti statali. il contributo di solidarietà resta dovuto dai soli lavoratori del pubblico impiego. Quindi coloro che nella Pubblica Amministrazione percepiscono un reddito superiore a 90.000 euro dovranno pagare il 5% sulla quota di reddito lordo annuo tra 90.000 e 150.000 euro ed il 10% sulla quota di reddito eccedente i 150.000 euro.
La protesta degli statali. I dipendenti del pubblico impiego, colpiti già dal possibile rinvio della tredicesima nel caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione della spesa, e colpiti anche dal differimento del pagamento del TFR dopo 24 mesi, si ritrovano ancora una volta a dover pagare il loro status di statali. Sono insorti i magistrati, secondo i quali il prelievo applicato ai soli dipendenti pubblici è incostituzionale.
Contributo di solidarietà per i politici confermato. Il contributo resta anche per i politici ed in misura doppia come previsto dalla Manovra bis di Ferragosto, cioè il 10% per lo scaglione di reddito tra 90.000 euro e 150.000 euro ed il 20% per lo scaglione di reddito superiore a 150.000 euro.
Confermato anche il contributo di solidarietà sulle pensioni. Ai titolari delle pensioni d’oro verrà confermato il prelievo del contributo di perequazione sulle pensioni superiori a 90.000 euro lordi annui. Per informazioni su come verrà trattenuto e la scadenza, vediamo l’approfondimento sul contributo di perequazione sulle pensioni.
La Lega Nord chiede la super Irpef per i calciatori e gli sportivi professionisti
Uno degli emendamenti presentati dalla Lega Nord riguarda la conferma dell’applicazione del contributo di solidarietà sugli stipendi dei calciatori e degli sportivi professionisti, e non solo per i politici ed i dipendenti statali. Questa richiesta conferma la linea di Calderoli, che nei giorni successivi all’introduzione del contributo di solidarietà ha puntato il dito contro i calciatori professionisti, rappresentati dal Presidente dell’Associazione Italia Calciatori, Damiano Tommasi.
I giocatori hanno infatti inserito il contributo di solidarietà proprio tra i motivi del mancato accordo sul rinnovo del contratto collettivo con la Lega Calcio, che poi ha generato lo sciopero per la prima giornata del campionato di calcio di serie A 2011-2012. I calciatori in pratica sostengono che se nel contratto stipulato dal procuratore con la società di calcio c’è un importo contrattuale al netto, la super Irpef della Manovra bis è dovuta dalle società. Quest’ultime invece vogliono che a pagare il contributo di solidarietà siano sempre i calciatori, indipendentemente dalle clausole contrattuali. Ed a quanto pare, sulla stessa linea c’è anche la Lega Nord che insiste nell’introdurre anche i calciatori, con i loro redditi d’oro, tra coloro che pagano il contributo di solidarietà.